“Una finestra sul mondo”. La biblioteca di Amatrice e le bibliografie su Origami

La rubrica “Dalla biblioteca di Amatrice” su Origami

Dal numero 63 (2-8 febbraio) di Origami, settimanale del quotidiano La Stampa, è iniziata una collaborazione tra la biblioteca di Amatrice (biblioteca comunale Giovanni “Gianni” Fontanella) e il suo bibliotecario, che è chi vi scrive, finalizzata a elaborare una bibliografia tematica sulla base dell’argomento di volta in volta affrontato dal periodico.

La notizia è rilevante per il mondo bibliotecario e quindi per questa pagina sotto due diversi punti di vista. Il primo, il più importante, per la solidarietà e l’attenzione riservata alla biblioteca di Amatrice. Già dal numero 59, quindi un mese e mezzo prima, in occasione del Natale 2016, Origami aveva dedicato l’intero numero ad Amatrice e alla sua biblioteca, dimostrando una grande sensibilità verso il servizio bibliotecario in un piccolo paese di montagna di 2600 residenti.

La biblioteca di Amatrice, maggio 2017

Non posso che ringraziarne tutto lo staff del settimanale, in particolar modo il suo direttore, Cesare Martinetti, e la redattrice Laura Aguzzi. È chiaro che la biblioteca di Amatrice è un simbolo delle biblioteche e dei centri culturali distrutti dai 9 terremoti che hanno colpito il centro-Italia tra il 24 agosto e il 18 gennaio, ma è anche è un simbolo nazionale delle biblioteche dei piccoli comuni, che pur non avendo grandi disponibilità di risorse – come sempre, del resto, quando si parla di biblioteche – riescono ugualmente a sviluppare un accettabile servizio.

C’è, inoltre, un secondo punto di vista, secondo me, che merita di essere posto all’attenzione di questa pagina e che va aldilà della solidarietà verso la biblioteca di Amatrice, ed è la possibilità che si è data a un bibliotecario di elaborare delle bibliografie tematiche di settimana in settimana su un periodico che tratta l’attualità attraverso i libri. Dalla rivoluzione russa (n. 63 di Origami) all’italianità (n.80) passando per l’Europa (n. 66), i vaccini (n. 67), il ‘77 e la contestazione (n. 69), la nave scuola Amerigo Vespucci (n. 74), etc. di volta in volta è stata preparata una bibliografia ad hoc, attingendo ai dati del servizio bibliotecario nazionale (Sbn), al nuovo soggettario della biblioteca nazionale centrale di Firenze, alle classi Dewey e ai diversi patrimoni bibliografici e catalografici facilmente reperibili on-line. Senza entrare nei tecnicismi che sono alla base dell’elaborazione delle bibliografie, mi sembra però interessante far notare che forse potrebbe essersi aperta una nuova strada per i bibliotecari.

Voglio dire, in altre parole, che né nei quotidiani, né nei settimanali nazionali, né nei supplementi specifici relativi alla lettura e al libro a me sembra scorgere bibliografie ad hoc su singoli temi; eppure, con i dati reperibili on-line, muovendosi, consapevole dei loro limiti, tra le banche dati che quotidianamente un bibliotecario consulta, non sembra difficile per ogni argomento, anche quello apparentemente più spigoloso, approntare una bibliografia ad hoc, debitamente argomentata.

Certo, scrivere per i giornali non vuol dire scrivere per l’istituzione rappresentativa della nostra categoria. Il giornalista, avendo come suo imprescindibile obbligo quello di interessare il lettore, qualche piccola libertà se la può, anzi se la deve prendere, e in genere andrà a premiare quei testi che incuriosiscono e stimolano un primo approfondimento da diverse visuali; una bibliografia ufficializzata Aib richiederebbe sicuramente precisazioni che il taglio e lo spazio giornalistico non possono permettere, ma le due cose non si escludono a vicenda, tutt’altro direi.

Chi più del bibliotecario, che per mestiere è abituato a mettere in relazione i testi dei diversi patrimoni catalografici e bibliografici è in grado di trovare in mezzo a tante pubblicazioni quelle che possono sensibilizzare i lettori su un determinato tema tornato improvvisamente d’attualità?

Cesare Martinetti, direttore di Origami, con una copia della rivista

“L’’incontro di Origami con Sergio Serafini” – ha dichiarato il direttore Cesare Martinetti – “non è avvenuto per caso, ma per una nostra precisa ricerca di un tema e di una persona che ci consentisse di raccontare un’Italia bella e nascosta colpita e ferita da un evento drammatico come il terremoto. Cercavamo un testimone, una persona vera, viva, radicata, attenta, ricca di una rete di rapporti umani, sociali e culturali. È così che abbiamo incontrato Sergio Serafini, cui abbiamo chiesto prima un diario di quanto era avvenuto intorno alla biblioteca di Amatrice dal giorno del sisma a Natale. Il nostro voleva essere un modo di raccontare attraverso un testimone la vita di un comune che, tra i tanti colpiti, è diventato simbolo di una comunità che non si piega di fronte alle avversità. Poi, grazie alla disponibilità e alla sensibilità di Sergio, abbiamo pensato di proseguire la collaborazione dando un titolo alla sua rubrica. Molto semplicemente: “dalla biblioteca di Amatrice”. La cura e la dedizione di Sergio hanno fatto il resto. Le biblioteche possono vivere se sono finestre sul mondo, non importa dove si trovano e quanto sono grandi, conta l’apertura, lo scambio, la disponibilità e la passione dei bibliotecari che come Sergio Serafini, appartengono per forza e per amore all’Italia migliore”.

Una finestra sul mondo. Una finestra sul mondo che si può esprimere anche attraverso una bibliografia preparata ad hoc.


Sergio Serafini. Bibliotecario presso la biblioteca comunale di Amatrice Giovanni “Gianni” Fontanella. bibliotecadiamatrice[at]gmail.com