La Biblioteca del MIUR intitolata a Luigi De Gregori

A 70 anni dalla morte di Luigi De Gregori (Roma, 2 maggio 1874- 4 ottobre 1947) si è tenuto a Roma presso la Sala della Comunicazione del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca il convegno “Fontane, non serbatoi” in occasione della intitolazione a sua nome della Biblioteca del MIUR, di cui fu per primo il direttore.

Il Convegno si è svolto nella mattina del 2 ottobre in due sessioni: nella prima sono intervenuti Valeria Fedeli, Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, Luigi “Grechi” De Gregori in rappresentanza della famiglia, Rosa Maiello, Presidente nazionale AIB, Simonetta Buttò, Direttrice dell’ICCU, Alberto Petrucciani, Sapienza Università di Roma, Andrea Paoli, bibliotecario, coordinati da Marino Sinibaldi, Direttore Rai Radio 3; nella seconda sessione Vincenza Iossa, MIUR, Annamaria Tammaro, Università degli studi di Parma e Anoja Fernando, DWP Library, United Kingdom.

Tutti gli interventi hanno messo in risalto la figura di Luigi De Gregori “certamente il bibliotecario più rappresentativo del secolo, quello che, pur restando radicato nella tradizione umanistica delle nostre auliche biblioteche seppe coltivarla, attraverso l’opera pratica e i numerosi scritti e tramandarla alle nuove generazioni di bibliotecari italiani rinnovata e modernizzata nei concetti e nei principi”,[1] a partire dal suo “testamento filosofico” l’articolo Il bibliotecario pubblicato dopo la sua morte nel marzo del 1947 sul primo ed unico numero della «Rivista delle biblioteche», da lui fondata e diretta.[2]

A lui il riconoscimento di aver concepito una nuova figura del bibliotecario non solo “assorto da mattina a sera nella cura della conservazione e dell’incremento della sua Biblioteca” ma anche capace di organizzare gli strumenti della Biblioteca a servizio degli altri, dell’utenza e di conseguenza l’importanza di una preparazione professionale volta alla formazione di un bibliotecario moderno.

Il suo impegno come “ambasciatore delle biblioteche e dei bibliotecari” attraverso i suoi viaggi all’estero e la partecipazione a congressi internazionali per stabilire proficui contatti tra l’Italia e il mondo internazionale delle biblioteche e contribuire ad arricchire il dibattito biblioteconomico nazionale.

La  “campagna per le biblioteche” che durò per tutto l’arco della sua vita, ispirata ai modelli anglosassoni di biblioteca pubblica, che influenzerà sensibilmente i bibliotecari della generazione successiva.

Infine, la sua attività di coordinamento nella protezione e salvaguardia delle biblioteche governative, ma non solo, nel periodo bellico e postbellico.

“Fontane, non serbatoi” ecco come Luigi De Gregori considerava le biblioteche, non solo come luogo di conservazione ma come luoghi di accessibilità per il progresso civile e democratico della società, un “deposito da trasmettere ai futuri non sol integro ma arricchito e perfezionato pur attraverso la sua quotidiana messa in valore ed usura”.

[1] Giorgio De Gregori, Simonetta Buttò. Per una storia dei bibliotecari italiani del XX secolo. Dizionario bio-bibliografico 1900-1990. Roma: AIB, 1999.

[2] Luigi De Gregori. Il bibliotecario. «Rivista delle biblioteche», I (1947),n. 1, p. 3-13.


Manuela La Rosa, Pontificia Università Gregoriana. larosamanuela[AT]msn.com