“Biblioteche oggi Trends” e accesso alla conoscenza

Lo scorso 7 ottobre si è svolto un seminario di aggiornamento presso la Biblioteca Sormani di Milano, dedicato alla nuova rivista “Biblioteche oggi Trends” e al tema su cui si è focalizzato il primo numero (1/2015), ossia “L’accesso alla conoscenza. Quale ruolo per le biblioteche”.

Nata dalla volontà di posizionarsi meglio nell’ambito dei periodici di biblioteconomia, con un’apertura internazionale e interdisciplinare, questa rivista semestrale si propone di indagare le nuove tendenze (“Trends”) bibliotecarie; il sottotitolo contiene l’espressione “studi e ricerche”, a indicare l’approccio scientifico di una rivista di approfondimento non accademica ma rivolta ai bibliotecari (anche se una pubblicazione con questo orientamento non esclude interesse da parte dell’ambiente universitario), attribuendo alla biblioteconomia un compito di conoscenza applicata alla realtà delle biblioteche.

Ogni fascicolo della rivista avrà un taglio prevalentemente – ma non esclusivamente – monografico: il secondo numero affronterà le forme della lettura, in rapporto sia alle motivazioni per cui si legge, come studio e intrattenimento, sia al formato, cartaceo o digitale, di ciò che si legge; il terzo numero sarà dedicato all’utenza – includendo in questo termine non solo il pubblico effettivo ma l’intera comunità di riferimento – vista come risorsa.

Sul nuovo periodico sono pubblicate rassegne bibliografiche ma non recensioni, che continueranno invece a comparire su “Biblioteche oggi”. È stato inoltre sottolineato che “Biblioteche oggi Trends” aspira a diventare nel suo ambito ciò che già è la rivista d’origine, ossia una comunità di persone desiderose di collaborare e scambiarsi punti di vista.

Biblioteca Sormani – Milano (foto dell'autrice)

Biblioteca Sormani – Milano (foto dell’autrice)

Il direttore del Settore biblioteche del Comune di Milano (nonché ex presidente dell’AIB), Stefano Parise, ha introdotto l’incontro che si colloca nell’ambito della rassegna “BookStories. Conversazioni sul futuro della lettura“. A seguire, gli interventi del direttore di “Biblioteche oggi” Massimo Belotti e di Giovanni Solimine, direttore della nuova testata, volti a delinearne origine e caratteristiche.

L’intervento di Anna Galluzzi (Biblioteca del Senato) si è distinto per chiarezza dell’esposizione e delle slides associate, di cui segnalo alcuni punti chiave: biblioteca come realtà locale attiva in una rete globale; articolazione della mission delle biblioteche e livelli di azione; esigenza di ricongiungere biblioteca fisica e digitale, dimensione locale e globale; caratteristiche essenziali di semplicità, visibilità, partecipazione e inclusività da declinare sia sul piano fisico che in rete; minacce interne ed esterne. Sia le slides che l’articolo si chiudono con alcune raccomandazioni, non esposte durante l’incontro per mancanza di tempo.

L’intervento di Maurizio Vivarelli (Università di Torino) si basava sulla questione del significato di conoscenza e, senza pretendere di dare una risposta esaustiva, ha presentato una word cloud per mapparne il significato; ha rilevato la moltiplicazione delle identità della biblioteca, intesa non più solo come luogo fisico, ma anche come uno o più spazi digitali, ad es. la pagina Facebook; ha evidenziato la necessità di governare tale complessità rendendola semplice, magari affidandosi alla network science; usando un software chiamato Circus, adatto alla visualizzazione unitaria di ambienti sfrangiati, ha mostrato come nel network della conoscenza la biblioteconomia si colloca tra scienze umanistiche, sociali, ingegneristiche e tecnologiche, in una posizione nettamente periferica, precisando però che le reti sono solide; ha sostenuto che il concetto di collezione, non più riguardante solo le raccolte fisiche, va ripensato in relazione ai diversi contesti informativi nei quali si situa l’identità ormai frammentata della biblioteca: la collezione va presentata in modo diverso nell’OPAC, nella pagina Facebook, in altri ambiti.

L’architetto Marco Muscogiuri ha parlato di inclusività, facilità d’uso e accessibilità semantica delle biblioteche, principalmente, ma non esclusivamente, dal punto di vista architettonico. Ha evidenziato come progetti congegnati o localizzati male minano la capacità inclusiva della biblioteca; ha spiegato che l’inserimento di funzioni non bibliotecarie – come spazi per coworking o per makers – in diverse realtà del settore ne aumenta l’attrattività; ha citato come esempi positivi i Library Parks di Medellin e Rio de Janeiro, centri culturali sorti nei pressi delle favelas, nonché gli Idea Store di Londra, che ispirandosi al codice semantico dei centri commerciali hanno attratto utenti estranei alle biblioteche tradizionali; tra gli aspetti relativi alla facilità d’uso ha citato la semplicità dei percorsi, che non devono richiedere una segnaletica ridondante. La presentazione era corredata da slides con immagini di suggestive architetture bibliotecarie.

In conclusione è stato ricordato il prossimo Convegno delle Stelline che si terrà il 17 e il 18 marzo 2016 e sarà dedicato ai bibliotecari al tempo di Google. Se nel 2015 il tema è stato la digital library, l’anno prossimo sarà il digital librarian, di cui si considereranno profili, competenze, processi formativi.

[Le pagine web citate sono state consultate: 11-11-2015]

Cristina Buscaglia – Milano