Primi spunti per cominciare. Intervista a Luca Bellingeri, Direttore della Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze

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A partire dallo scorso novembre Luca Bellingeri ricopre il ruolo di Direttore della Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze. La nomina arriva dopo una serie di incarichi prestigiosi fra cui, da ultimi, quelli di Direttore della Biblioteca Estense di Modena e di Ispettore presso il Segretariato generale.

Associato AIB da circa trent’anni, Luca Bellingeri ha ricoperto diverse cariche: ne è stato Segretario nazionale, componente del CEN e molto altro; al momento è presidente della Commissione attestazione. Luca Bellingeri ci rende veramente orgogliosi del fatto che a guidare una delle due biblioteche nazionali centrali sia un “uomo AIB” e gli rivolgiamo qualche domanda per sapere come sono stati questi primi mesi, quali sono i progetti futuri per la BNCF e qual è la sua visione di biblioteca contemporanea.

 

Intanto, congratulazioni vivissime per la nomina, come ci si sente a guidare “la” biblioteca? E’ come ti aspettavi?

Non ti nascondo una grande soddisfazione, ma anche un grande senso di responsabilità. Per chi, come me, ha lavorato per oltre venti anni nell’altra Biblioteca Nazionale e contemporaneamente, proprio grazie all’AIB, si è interessato a più riprese dei problemi e delle questioni che “affliggono” il nostro sistema bibliotecario, trovarsi improvvisamente, e per certi versi inaspettatamente, alla guida della maggiore biblioteca italiana costituisce allo stesso tempo un motivo di profondo orgoglio, ma anche di sincera preoccupazione per l’impegno che mi aspetta. Già da queste prime settimane, infatti, mi sono reso conto della quantità di questioni sul tappeto e delle molte cose che si dovrebbero e potrebbero fare per tentare di restituire alla BNCF quel ruolo primario che, complici anche i tagli economici e di risorse umane subiti in questi ultimi anni, è andata un po’ perdendo, ma può rapidamente recuperare. In una parola, se accettando questo nuovo incarico avevo sicuramente messo in conto di dover affrontare un impegno gravoso, i fatti mi stanno dimostrando che la realtà va al di là delle mie previsioni.

 

Che impronta vuoi darealla BNCF con la tua direzione?

Sinceramente non credo che un direttore possa o debba dare una propria impronta all’istituto di cui temporaneamente ha la responsabilità, in specie quando si parla di un istituto dell’importanza e dalla storia della Nazionale di Firenze. Al contrario, credo che il primo compito di un nuovo direttore sia quello di “calarsi” nella realtà che si trova a dirigere, imparare a conoscerne meccanismi e dinamiche interne, coglierne le potenzialità, allo scopo di poter poi intervenire secondo un disegno che non discende dalle sue idee, ma dal contesto in cui si trova ad operare. Per questo motivo ho volutamente evitato, nei miei primi mesidi lavoro, di prendere decisioni che modificassero l’assetto organizzativo preesistente e solo in questi giorni sto avviando, con grande prudenza e cautela, un primo, parziale processo di revisione di alcuni settori. Una struttura complessa ed articolata come questa è infatti spesso basata su meccanismi ed equilibri assai delicati e la convinzione, assai diffusa fra alcuni colleghi, che con il proprio arrivo tutto debba cambiare finisce spesso con il provocare, al di là delle intenzioni, danni difficilmente riparabili.

 

All’indomani del tuo insediamento, come hai impostato l’ordine di priorità per la BNCF? E quanto è stato importante, in questo, l’apporto e il sostegno dei tuoi collaboratori?

Per una felice coincidenza, il mio arrivo a Firenze ha coinciso con un radicale cambiamento del quadro di riferimento generale ed una decisa inversione di tendenza rispetto a quanto accaduto negli scorsi anni. Per la prima volta da molto tempo le biblioteche, ed in particolare le due Nazionali centrali, sono tornate ad essere al centro degli interessi del Ministero, che è tornato ad assegnare loro risorse adeguate alla loro importanza ed al loro ruolo. Con la legge di stabilità 2016 alla BNCF sono così stati assegnati tre milioni di euro per il suo funzionamento e la stessa somma dovrebbe esserle attribuita, salvo rimodulazioni dei capitoli di bilancio, anche per il 2017. Contemporaneamente, in virtù della legge 190 del 2014, che ha disposto per un triennio lo stanziamento di cento milioni di euro annui a favore dei beni culturali, la biblioteca potrà anche contare nel triennio 2016-2018 su ulteriori 4 milioni di euro, destinati al finanziamento del progetto “Magazzini digitali” ed all’avvio dei lavori di ristrutturazione della caserma Curtatone e Montanara, destinata ad ospitare il deposito dei giornali, ma fino ad oggi inutilizzabile per assenza delle risorse necessarie al suo adeguamento.

Questa improvvisa e necessaria inversione di tendenza (che ha sostanzialmente raddoppiato le risorse a disposizione rispetto alla media degli ultimi cinque anni) ci ha consentito per la prima volta da tempo di poter ragionare in termini progettuali, programmando una serie di interventiche superino la mera logica delle spese “incomprimibili” (utenze, pulizie, manutenzioni), e consentano di investire sulle attività più proprie ed istituzionali dell’istituto, alle quali verranno destinate quasi la metà delle risorse a disposizione. Sulla base delle indicazioni fornite dai responsabili dei diversi settori, che costituiscono con il loro impegno, passione e professionalità una delle maggiori risorse della Nazionale, e di quelli che sono i compiti istituzionali della biblioteca, previsti dal decreto del 2008 che le ha riconosciuto l’autonomia, sono state dunque programmate una serie di attività da avviare o realizzare nel corso del 2016.In particolare vogliamo intervenire nell’ambito della conservazione (spolveratura delle raccolte conservate nelle Sale di consultazione, installazione di tende museali di protezione dai raggi ultravioletti in alcune zone dei depositi, interventi sull’illuminazione delle teche espositive), della valorizzazione delle raccolte (catalogazione in SBN antico delle edizioni del XVI secolo residue del fondo Palatino,inserimento in SBN delle collezioni presenti nelle Sale di consultazione, completamento della campagna di digitalizzazione di alcune raccolte) e dei servizi nazionali,attraversola definizione, in collaborazione con ICCU, di un modello partecipato direalizzazione della BNI, la sua trasformazione in pubblicazione gratuita on-line, l’ampliamento del suo tasso di copertura, l’implementazionedegli strumenti perl’indicizzazione semantica, anche attraverso la realizzazione di un prototipo per l’indicizzazione semi automatica dellerisorse digitali, il rafforzamento del progetto di conservazione nel lungo periodo delle risorse digitali, ad esempio attraverso la raccolta dei siti italiani di interesse culturale.

 

Da quando hai assunto la direzione, quali sono le novità in BNCF, cosa è cambiato in concreto?

Per quanto ho detto prima, molto meno di quanto forse ci si aspetti. In queste prime settimane mi sono soprattutto dedicato a “guardarmi intorno”, proseguendo o attivando rapporti con le altre istituzioni culturali cittadine, avviando progetti di collaborazione con l’Università e la Regione, programmando le iniziative che ci vedranno coinvolti nelle celebrazioni per il 50° anniversario dell’alluvione del 1966, realizzando alcuni primi interventi di razionalizzazione nell’organizzazione dei servizi al pubblico, impostando le attività necessarie per poter utilizzare nei tempi previsti le risorse a disposizione per i lavori di ristrutturazione della Caserma. Ma quella che a mio avviso costituisce un’assoluta priorità, ed alla quale ho cominciato a lavorare fin dal mio primo giorno in Nazionale, è senza alcun dubbio la riapertura almeno parziale del Forte Belvedere, dove sono conservati la gran parte dei giornali posseduti dalla BNCF, dichiarato inagibile per motivi di sicurezza fin da giugno2013, con conseguenti gravi disagi per l’utenza e la ricerca. Al fine di consentire la ripresa della distribuzione del materiale che vi è conservato, ho quindi deciso di intervenire con la massima urgenza per la realizzazione dei lavori di messa in sicurezza dell’edificio, indicati come essenziali dal responsabile per la sicurezza e conto di riuscire a riprendere il servizio prima della prossima estate.

 

Da anni ormai si parla tanto di come innovare le biblioteche e di come ridefinirne il ruolo sociale e culturale: quale dovrebbe essere secondo te la fisionomia di una biblioteca nazionale veramente contemporanea, al di là di etichette e mode passeggere?

Anche se in questi ultimi trenta anni il mondo, e quello delle biblioteche in particolare, è profondamente cambiato, quelli che sono, o dovrebbero essere, i compiti di una biblioteca nazionale non sono nella sostanza mutati: produrreservizi bibliografici di alto livello tecnico e scientifico, conservare nel tempo le risorse documentarie possedute, su qualunque supporto esse siano, valorizzare le proprie raccolte, storiche e correnti, conseguendo un elevato livello di qualità nei propri serviziall’utenza. Quelli che oggi, rispetto al passato, sono cambiati sono gli strumenti per raggiungere questi risultati, sempre più basati sulle tecnologie e, soprattutto, su una logica della cooperazione, ormai indispensabile per affrontare in modo adeguato le sfide che ci attendono. Cooperazione sul piano nazionale, attraverso una razionale integrazione delle rispettive risorse e competenze, così come del resto è avvenuto con SBN, e su quello internazionale, attraverso la partecipazione a iniziative e progetti transnazionali, che possano consentire alle nostre biblioteche di svolgere quel ruolo fondamentale anche sul piano sociale (basti pensare al tema dell’integrazione fra i popoli) che hanno sempre svolto nel passato e debbono continuare a svolgere anche nel futuro.


 

Luca Bellingeri – Direttore Biblioteca Nazionale di Firenze – luca.bellingeri(at)beniculturali.it

 

 


 

intervista a cura di Lucia Antonelli – Redazione AIB notizie – aibnotizie(at)aib.it