I MOOC su EduOpen.org il portale del MIUR

de bibliotheca

E’ stato inaugurato ad Aprile 2016 EduOpen.org, il portale a marchio MIUR dei MOOC italiani.
I MOOC (massive open online courses) sono corsi erogati in modalità esclusivamente online da istituzioni accademiche.
Pur affondando le loro radici nella lunga tradizione della formazione a distanza, i Mooc sembrano rappresentare una autentica novità nel panorama accademico, a causa del loro successo subitaneo e globale.
I principali aspetti che caratterizzano i MOOC sono:
– accesso gratuito previa registrazione;
– disponibilità online: chiunque abbia un accesso a Internet può iscriversi;
– partecipazione su larga scala: non ci sono limiti numerici alle iscrizioni;
– scalabilità: è possibile fruire un solo video per pochi minuti o seguire tutto il percorso didattico;
– ubiquità dell’apprendimento: ogni MOOC presuppone che sia possibile apprendere ovunque e non necessariamente in una classe; non ci sono confini spazio-temporali all’educazione;
– feedback elettronico: i docenti (in genere un team) sono presenti nei video e in alcuni casi presidiano i forum online;
– branding: i corsi hanno il marchio dell’università che li propone1
Attualmente su EduOpen ci sono 40 MOOC di 14 università italiane organizzati in percorsi didattici. Chiunque può attivare un suo proprio accesso liberamente e gratuitamente.
Tra i MOOC di EduOpen va segnalato “Ricerca dell’informazione e documentazione in campo educativo” che altro non è che un corso di Information literacy organizzato dall’Università di Modena e Reggio Emilia e indirizzato a tutti gli studenti che vogliono “imparare a documentarsi” soprattutto nelle discipline pedagogiche.
Le lezioni sono state progettate e realizzate con la collaborazione specialistica del personale del Sistema Bibliotecario di Ateneo dell’Università di Modena e Reggio Emilia, colleghe bibliotecarie (Emanuela Raimondi Silvia Segatori e Annamaria Alfonsi) che sono co-istruttori e Tutor del corso.
Abbiamo l’opportunità di intervistare Annamaria Alfonsi a cui formuliamo le seguenti domande.

Il MOOC, iniziato il 2 maggio, si e’ adesso concluso. E’ possibile tracciare un bilancio dell’esperienza?

E’ stata soprattutto una bella esperienza di collaborazione tra bibliotecarie di strutture diverse e tra noi bibliotecarie e un docente, il professor Luciano Cecconi del Dipartimento di Educazione e Scienze Umane di Unimore.
E’ stato lui a proporci di lavorare insieme: il nostro corso è infatti un modulo all’interno del MOOC “Metodologia della ricerca educativa”, uno dei corsi pilota di EduOpen, che è stato attivato in autunno 2015 sulla piattaforma di test. Luciano ci aveva parlato scherzando di una sorta di “crash test”: in realtà ci sembra che tutto abbia funzionato alla perfezione. Gli studenti nei feedback finali del corso erano entusiasti e il successo è stato replicato anche in questa seconda edizione primaverile, successiva al “lancio” ufficiale del progetto.
E’ stata, come dicevo, anche un’ottima occasione per collaborare tra colleghe di biblioteche diverse: la proposta di Luciano è arrivata a fine settembre e la messa online era prevista per novembre. I tempi erano stretti, le attività bibliotecarie correnti, compresi i corsi in presenza, non potevano essere rimandate o delegate, e abbiamo quindi scelto di creare un piccolo gruppo di lavoro SBA, in cui fossero presenti figure con competenze e attitudini diverse: una solida esperienza nel reference disciplinare da un lato e buone capacità organizzative e progettuali dall’altro.
I giudizi degli studenti, come dicevo, sono stati positivi, ma l’intenzione è di rimettere mano alle registrazioni per il prossimo anno. Il passaggio dalla didattica in presenza a quella a distanza impone un grosso ripensamento nel modo di presentare i contenuti, ma oltre a questo i MOOC presuppongono un ulteriore elemento di novità rispetto ai corsi FAD universitari: l’eterogeneità dei destinatari. Studenti Unimore (ancora la maggioranza) e un pubblico potenzialmente illimitato (con l’unico filtro dato dall’uso della lingua italiana). Quanto soffermarsi su risorse locali o ad accesso riservato agli utenti Unimore e quanto invece spaziare verso risorse di interesse più generale e ad accesso libero e gratuito? I nostri studenti devono conoscere bene le risorse locali e quelle in abbonamento, ma il pubblico esterno sarà meno interessato o addirittura escluso dalla possibilità di accesso. Questo è forse l’aspetto dei MOOC che merita un approfondimento, specialmente per noi che siamo abituati a progettare i corsi IL in base alle esigenze specifiche degli studenti che abbiamo di fronte.
I MOOC come già i corsi FAD sono una grande opportunità non solo per gli utenti ma anche per le biblioteche: carenza di personale, scarsa disponibilità di laboratori informatici e studenti impegnati in altri corsi “istituzionali”, sono alcuni dei problemi che si ripresentano periodicamente. I corsi online in questo senso sono un’ottima soluzione.
Come Sistema Bibliotecario di Ateneo riteniamo che la strada migliore sia quella di integrare didattica in presenza e a distanza, mettendo a punto una proposta formativa il più possibile varia, per tipologie di corsi, durata, modalità di fruizione, destinatari, ecc.

Cosa ha comportato il lavoro organizzativo e “dietro le quinte” di preparazione del MOOC?

L’impostazione e la gestione generale del corso e degli studenti sono stati curati dal docente. Noi ci siamo concentrate sulla realizzazione della parte di ricerca documentale: 6 videolezioni di 20 minuti ciascuna, corredate da un’esercitazione finale e un quiz di autovalutazione.
Avendo poco tempo la progettazione e l’organizzazione del lavoro sono state essenziali. Oltre al fattore tempo, abbiamo dovuto gestire anche le distanze, il fatto cioè di lavorare in due città diverse (Reggio Emilia e Modena, le due sedi in cui si articola il nostro Ateneo). Per questo motivo dopo un paio di incontri in cui abbiamo stabilito i contenuti e ci siamo divise i compiti, abbiamo utilizzato Moodle (Dolly qui ad Unimore) come spazio virtuale di discussione e di condivisione dei materiali per il gruppo di lavoro.
Anche la fase della registrazione dei video è stata svolta in autonomia: il Centro e-Learning di Ateneo (CeA) mette a disposizione dei MAC, su cui è installato il software Screenflow, e consente di scegliere se usare le sale di registrazione oppure la videocamera integrata nel portatile. Quest’ultima soluzione ci è subito sembrata la più comoda, anche se forse ha implicato una leggera perdita di qualità audio/video: abbiamo potuto registrare nei nostri uffici (o addirittura a casa) e la videocamera posta frontalmente ci permetteva di seguire le slide (mentre la videocamera esterna con un’angolazione di circa 45° rispetto allo schermo ci costringeva a girarci continuamente).

Quali competenze specificamente “bibliotecarie” sono entrate in gioco nella gestione del MOOC e quali competenze “altre” sono state necessarie?
Il nostro intervento presupponeva naturalmente le conoscenze bibliotecarie classiche, riviste però alla luce dell’esperienza maturata da un lato nei corsi di Information Literacy tradizionali, dall’altro nel reference specialistico, sia in presenza che a distanza. Fondamentali poi le capacità progettuali: in passato ci aveva aiutato proprio il prof. Cecconi, fornendoci strumenti e metodologie per rinnovare e migliorare i nostri corsi in presenza.
A queste si aggiungono le competenze informatiche, non solo nel senso di saper usare Power Point, ma di saper creare delle slide usabili, chiare, gradevoli.
Anche la scelta delle immagini da inserire nelle slide ha richiesto più cautela del solito: abbiamo deciso di acquistare delle immagini royalty free su Fotolia (non essendo pensate per la stampa la definizione era bassa e il costo contenuto).
Screenflow era nuovo per tutte, ma estremamente intuitivo in fase di registrazione, mentre la postproduzione è stata completamente a cura del CeA.
Quello che forse ci ha messo più in difficoltà, e su cui dovremo lavorare maggiormente in futuro, è stato il fatto di porci davanti a una videocamera: l’uso della voce, la mimica, il rapporto tra il parlato e le slide… Abbiamo in previsione per l’autunno un corso per il gruppo di formatori SBA dedicato proprio a questi temi.

Questa vostra esperienza e’ assolutamente innovativa in Italia. Sebbene negli Stati Uniti i MOOC siano una realtà da alcuni anni ormai, Eduopen è la prima proposta organica di MOOC italiani e voi siete in assoluto le prime bibliotecarie coinvolte in questa esperienza. Cosa vi sentite di consigliare ai vostri colleghi eventualmente interessati ad un percorso simile?

Consigliamo di non lasciarsi sfuggire occasioni anche last minute e di “buttarsi”, perché solo provando si può migliorare, ma al contempo di non trascurare mai l’importanza della progettazione e dell’approfondimento teorico. Come SBA Unimore è ormai da anni che consideriamo il gruppo di lavoro interbibliotecario sull’Information Literacy un gruppo “in progress”, che si interroga , discute, sperimenta e condivide, anche grazie al supporto di un piano di formazione per formatori ad hoc.
Consigliamo di individuare dei docenti sensibili alla tematiche dell’Information Literacy e proporre loro delle collaborazioni, sotto forma di embedded courses .
Su un piano più tecnico, il nostro suggerimento è di suddividere i contenuti delle lezioni in più “pillole” di breve durata (ad es. 6/7 minuti ciascuna): sono più semplici da realizzare, da correggere e, per gli studenti, da seguire. Un ottimo consiglio è inoltre quello di evitare nei video i riferimenti al corso, racchiudendoli semmai in un breve video di benvenuto. In questo modo le videolezioni potranno essere riutilizzate in altri contesti.

Annamaria Alfonsi – annamaria.alfonsi(at)unimore.it – Università di Modena e Reggio Emilia

 

 

 

Laura Testoni intervista di Laura Testoni – laura.test(at)gmail.com – Università di Genova