A Napoli il Seminario “Il portfolio delle competenze nella formazione professionale”

Sessione mattutina

Sessione mattutina

Il 30 settembre 2016 si è tenuto, presso la Sala Conferenze della Biblioteca di Area Umanistica (BRAU) dell’Università degli Studi di Napoli Federico II, il Seminario con world cafè dal titolo “Il portfolio delle competenze nella formazione professionale”. L’iniziativa, organizzata dalla Sezione Campania dell’AIB e a cura della docente Patrizia Lùperi, prosegue il percorso di fattiva collaborazione già avviato con l’Osservatorio Formazione dell’AIB ed il Corso “Formazione 2.0 e profili professionali: problematiche attuali e prospettive future” tenutosi, lo scorso aprile, sempre a Napoli e nel quale, per la prima volta, è stato presentato il modello di portfolio che ogni associato dovrà compilare annualmente, al fine della verifica dell’attestazione, così come previsto dalla Direttiva sulla formazione continua. L’idea di organizzare un seminario specifico sul tema della certificazione delle competenze è scaturita dall’esigenza degli associati di voler approfondire l’argomento, in vista della futura preparazione e consegna ufficiale del loro portfolio che, lo ricordiamo, nella fase di “start up” in cui ci troviamo è facoltativo, ma che diventerà obbligatorio dopo il 2018.
Il seminario sul portfolio delle competenze, della durata di 6 ore, ha previsto una sessione teorica mattutina e una sessione pomeridiana dedicata al dialogo informale e costruttivo, fra i partecipanti, con l’innovativa metodologia del world cafè.
Durante la sessione mattutina, la docente Patrizia Lùperi ha illustrato lo scenario nazionale ed internazionale in cui si colloca l’offerta formativa AIB, basata sulla formazione continua diventata necessaria nella società della conoscenza. Sul concetto di apprendimento permanente lungo tutto l’arco della vita ha puntato, fin dagli anni ‘90, l’azione comunitaria, per far fronte alle sfide della globalizzazione e all’accelerazione del progresso scientifico e tecnologico che rendono sempre più necessaria la padronanza di nuove competenze, fra queste quelle digitali, in modo da evitare l’accentuazione di fenomeni di esclusione e frattura sociale.
In un contesto di lifelong learning, anche la biblioteca diventa un ambiente di apprendimento informale a servizio del cittadino nella costruzione del sapere, un “istituto di apprendimento”, secondo la definizione di Solimine citata dalla Lùperi, cioè “luogo che si propone innanzi tutto di garantire l’accesso alla conoscenza, ma che fornisce anche gli strumenti critici per distinguere ciò che è veramente utile in determinate circostanze e per utilizzare nel modo migliore le informazioni che sono state recuperate”.
Dalla raccomandazione del Consiglio Europeo del 20 dicembre 2012, che ha l’obiettivo di istituire entro il 2018 una modalità per la validazione dell’apprendimento informale e non formale, si è passati alla disamina della normativa nazionale che, se pur con ritardo, sta procedendo verso la costruzione di un sistema nazionale di certificazione di qualifiche professionali e di competenze correlate, a cominciare dalle indicazioni della legge 4/2013, del decreto legislativo 13/2013 e della legge 110/2014 che introduce gli elenchi nazionali dei professionisti dei beni culturali.
Subito dopo, Lùperi ha analizzato i punti salienti della Direttiva sulla formazione continua dell’AIB che chiede agli associati, in questa fase di sperimentazione, di compilare il modello di portfolio predisposto dall’OF per mantenere l’iscrizione nell’Elenco degli Associati, documentando la volontà personale di migliorare costantemente le proprie competenze attraverso la propria formazione continua distinta tra attività formale (certificata), non formale (Corsi AIB, seminari, viaggi di studio, convegni in cui è previsto un attestato di partecipazione) e informale (attività didattiche, di tutoraggio, scientifiche, di studi e ricerche, attività on the job), secondo gli standard di qualità definiti dall’AIB e raggiungendo 1 credito annuo, pari a 25 ore di carico di lavoro. Dal 2018, nella fase a regime, la procedura si baserà sulla compilazione di un portfolio in linea nella piattaforma AIB e si ipotizza che i crediti annuali richiesti agli associati saranno 3, per un carico di lavoro di 75 ore.
Lùperi ha sottolineato, inoltre, che gran parte dell’apprendimento informale si costruisce oggi attraverso la rete, grazie alla diffusione delle TIC e alla loro capacità di padroneggiarle, e che si possa addirittura parlare, con la creazione di percorsi personalizzati di conoscenza, di “formazione accidentale” e di piacere per la scoperta casuale (Serendipity) di un’informazione che non si era preventivata.
La prima sessione del seminario si è conclusa con la presentazione di diversi esempi di portfolio già compilati da bibliotecari, illustrati dalla sottoscritta e da alcuni autori presenti. Ne è emersa la peculiare personalizzazione stilistica di questo strumento dinamico e auto riflessivo con il quale l’associato, attraverso una scrittura argomentativa, presenta il bilancio delle proprie competenze e mostra i risultati ottenuti nel proprio percorso professionale riuscendo, al contempo, ad individuare anche i punti di forza e di debolezza del proprio profilo, raggiungendo un grado di consapevolezza che gli consente di diventare il gestore della propria carriera.
La sessione pomeridiana del seminario è stata dedicata al world cafè durante il quale i partecipanti, suddivisi per gruppi in tavoli separati, hanno discusso e analizzato le criticità legate alla compilazione del portfolio. Fra gli elementi che hanno destato maggiori perplessità negli associati: la valutazione dei crediti in relazione all’effettiva crescita personale e professionale; l’autovalutazione delle competenze digitali del professionista dell’informazione; la difficoltà nella definizione di apprendimento informale e non formale, con la richiesta di chiarire terminologia e concetti.
L’incontro si è concluso con la soddisfazione di tutti i partecipanti, alcuni provenienti da altre regioni italiane, ma anche con l’istanza di replicare appuntamenti sul tema della formazione certificata e di creare materiali informativi a supporto della realizzazione del portfolio (Guida per la compilazione del modello di portfolio AIB, glossario termini e concetti chiave, tabelle per il calcolo dei crediti, etc.), affinché le indicazioni dell’AIB possano essere recepite in tempo da ogni associato, in vista della futura verifica e attestazione annuale delle competenze.
Da questi appuntamenti formativi napoletani, sono emersi alcuni aspetti interessanti: innanzitutto l’importanza che gli associati danno alle competenze acquisite nel loro percorso di apprendimento continuo (formale, non formale e informale) e, aspetto non secondario, la volontà di vederle certificate e riconosciute, non solo all’interno dell’AIB, ma anche all’esterno. È anche alla luce di queste considerazioni che l’OF dell’AIB, nell’ultimo anno, ha avviato la procedura di accreditamento, di qualificazione e di riconoscimento della propria offerta formativa presso il MIUR, con l’obiettivo di offrire corsi per lo sviluppo delle competenze del personale della scuola, certificando ed assicurando la qualità delle proprie iniziative formative.

Manuela De Noia – Vicepresidente AIB sezione Campania – manuela.denoia(at)gmail.com