Fake news e impatto sociale: un’esperienza italiana al WLIC 2020

Come è noto il World Library Information Congress 2020 di IFLA non si è potuto tenere e gli organizzatori dei diversi eventi hanno trasformato intere parti del programma in incontri digitali. Tra questi la Sezione News Media, insieme al Gruppo Digital Humanities e ai Comitati FAIFE (Freedom of Access to Information and freedom of Expression) e CLM (Copyright and other legal matters), hanno proposto una serie di quattro eventi da remoto intitolati Fake News: impact on society programmati tra il 30 ottobre 2020 e l’8 febbraio 2021, <https://www.ifla.org/events/past/79>  e <https://www.ifla.org/events/79

L’offerta, curata da Ana Krahmer della Biblioteca Willis (Università Nord Texas), è rivolta esplicitamente a bibliotecari, studenti e ricercatori di discipline biblioteconomiche, ma, a nostro parere, sembra molto utile anche per chi si occupa di media e di formazione in generale. Ogni incontro di sessanta minuti prevede l’intervento di due relatori che propongono una breve presentazione della ricerca o dell’iniziativa sviluppata e rispondono a domande e commenti dei partecipanti. E’ possibile iscriversi gratuitamente ad ogni singolo incontro e seguirne la video registrazione, qualche giorno dopo, alla pagina IFLA, Sezione News Media, <https://www.ifla.org/events/past/79>.

L’evento di cui vogliamo parlare, realizzato il 18 novembre 2020, ha visto l’illustrazione di un’ esperienza italiana. Chi scrive ha presentato un report  intitolato, Handle with double care. Memorial sites, teens, libraries and Wikipedia, dedicato a raccontare una specifica esperienza svoltasi tra dicembre 2019 e maggio 2020 con studenti di una scuola superiore di Carpi (Modena)[1] . Di questa attività, realizzata assieme a Tommaso Paiano (Bibliotecario, Opera coop.), Marika Losi (Fondazione ex-Campo Fossoli) e Rossella Torelli (Insegnante Liceo M. Fanti, Carpi – Modena), preme evidenziare alcune specificità che pensiamo possano essere utili in particolare per chi lavora con le scuole superiori.

La prima parte del corso è stata incentrata sulle coordinate di base della Information Literacy, sono poi stati affrontati il tema del copyright, delle fonti secondarie, della valutazione dell’attendibilità fino ad approdare al mondo di Wikipedia, con alcuni laboratori realizzati in biblioteca. Dopo un’introduzione sul mondo Wiki e sulle sue regole, i ragazzi, organizzati in coppie, hanno iniziato a lavorare per l’integrazione di voci già presenti o per la creazione di nuove voci. Coloro che hanno assunto il ruolo di “redattori” si sono cimentati in prove di scrittura o di revisione di voci dell’enciclopedia, gli “esploratori” hanno cercato e controllato i link di collegamento tra una voce e l’altra, gli “illustratori” hanno provveduto ad integrare l’apparato iconografico di alcune voci dell’enciclopedia, verificando le didascalie e controllando le singole immagini.

Il lavoro concreto non è andato oltre l’ambiente di prova e con esiti differenziati, ma, a nostro parere, l’interesse particolare di questa esperienza, più che nei risultati immediati[2],sta in alcune considerazioni che possono trarsi.  Preliminarmente occorre dire che l’obiettivo che ci eravamo dati, la produzione o l’integrazione di voci di Wikipedia, era piuttosto complesso da raggiungere per ragazzi di 16 anni che a volte hanno difficoltà a leggere, sintetizzare e a scrivere. E’ stato poi interessante rilevare che i ragazzi del laboratorio abbiano considerato il mondo dell’informazione come una rete bi-dimensionale fatta di punti, confermando quindi la difficoltà a muoversi tra fonti di prima, seconda o terza mano e a valutare l’attendibilità delle stesse. Inoltre, la tendenza a fare tutto in fretta si è scontrata con la necessità di approfondire, controllare, stare concentrati, lavorare con precisione.

Queste evidenze confermano come sia importante che gli insegnanti per primi padroneggino i fondamenti e le tecniche dell’Information Literacy e, anche per questo, tra dicembre 2020 e gennaio 2021, la Fondazione ex-Campo Fossoli ha proposto un corso per insegnanti dal titolo Educazione alla cittadinanza digitale: fonti informative, metodologie di ricerca e apprendimento collaborativo online[3] con la produzione di numerosi progetti per le scuole. Si è inoltre notata l’importanza, in un progetto di sapere condiviso, dello “sconfinamento” disciplinare e come la natura dell’attività, non facoltativa ma completamente integrata nelle attività curriculari, abbia contribuito a mantenere un impegno costante nei ragazzi.

Dal punto di vista professionale si può dire che abbiamo contribuito all’obiettivo di valorizzazione del patrimonio della biblioteca della Fondazione ex-Campo Fossoli e della Biblioteca comunale Loria[4], aiutato i ragazzi ad avere una maggiore dimestichezza con strumenti come cataloghi e banche dati, e, in alcuni casi, a realizzare una bibliografia. Ed è interessante il fatto che la collaborazione tra docenti, bibliotecari, esperti e wikipediani abbia permesso di tenere assieme tre dimensioni che a nostro parere danno respiro alla professione oggi[5] :

  1. la dimensione socio-educativa, concretizzata nel diffondere principi e tecniche di Information literacy, tradizionale e digitale;
  2. la dimensione socio-culturale, cioè la costruzione e la gestione collettiva (peer to peer) di un progetto complesso;
  3. la dimensione etica e sociale, concretizzata dalla realizzazione di beni comuni informativi su temi controversi e delicati.

Nell’insieme il corso è stato dunque un’occasione importante di affrontare alcuni aspetti delicati della professione, rinnovando il confronto sui nostri valori etici, in una dimensione di lavoro e di interazione molto piacevole, stante l’entusiasmo dei ragazzi partecipanti.

Enrica Manenti, bibliotecaria e archivista


[1]https://it.wikipedia.org/wiki/Progetto:Coordinamento/Scuole/Fossoli_Camp_Foundation>

[2] Nell’estate del 2020 Losi, Manenti e Paiano hanno rivisto il lavoro svolto dagli studenti per rendere pubblicabili almeno alcune voci, tra cui “I nomi di Fossoli 1942-1944” <https://it.wikipedia.org/wiki/I_nomi_di_Fossoli_1942-1944> , “Ada Michlstaedter Marchesini” <https://it.wikipedia.org/wiki/Ada_Michlstaedter_Marchesini>, “Lettere di condannati a morte della resistenza europea” <https://it.wikipedia.org/wiki/Lettere_di_condannati_a_morte_della_Resistenza_europea>

[3] Più informazioni si trovano al sito della Fondazione ex-campo Fossoli nell’area dedicata all’attività didattica dell’ a.s. 2020-2021 <http://www.centrostudifossoli.org/PDF1/Proposte_didattiche_2020-21_Fondazione_Fossoli.pdf >

[4] In forza di questo approccio il progetto ha vinto uno dei premi messi in palio dall’Istituto per i Beni culturali della Regione Emilia-Romagna nell’ambito della iniziativa “Io amo i beni culturali”

[5] Queste considerazioni sono frutto di conversazioni con Tommaso Paiano in cui, oltre a mettere a punto l’organizzazione del corso, si è discusso di come queste iniziative possano dare un contributo alla professione bibliotecaria oggi.