Attività dell’IFLA Cataloguing Section al WLIC IFLA 2016

Il programma dei due incontri dello Standing Committee (SC) della Cataloguing section tenutisi durante il convegno, nonché i report presentati dai gruppi di lavoro, sono consultabili online su http://www.ifla.org/node/10673.
1. Questioni generali e progetti
1.1 Rapporto tra dichiarazioni, modelli concettuali e standard
Una questione ancora irrisolta che emerge spesso durante le discussioni del Cataloguing SC riguarda il rapporto tra dichiarazioni, modelli concettuali, standard e altri documenti prodotti dall’IFLA e, in particolare, dalla Cataloguing section. Dal momento che i vari documenti fanno reciproco riferimento (i Principi di catalogazione menzionano le entità della famiglia FRBR, le ISBD tengono in considerazione gli attributi dei modelli concettuali e gli obiettivi dei Principi e, infine, i modelli concettuali tengono conto di quanto enunciato nei Principi) le revisioni programmate di questi documenti rischiano di creare un continuo stato di obsolescenza negli altri documenti collegati. Appena infatti uno viene aggiornato anche gli altri documenti che ad esso fanno rinvio, con molta probabilità, necessiterebbero di modifiche, in una sorta di circolo vizioso visto i collegamenti stretti tra i vari standard. Se questo processo garantisce l’aggiornamento continuo sembra rendere i lavori una sorta di fatica di Sififo.
1.2 Elezioni di nuovi membri per lo Standing Committee
Il 2017 è anno di elezioni all’interno dell’IFLA e Il Cataloguing SC avrà bisogno di nuovi membri: la sfida che si vuole cercare di vincere è quella di una vera rappresentanza internazionale. Se l’Europa e il Nord America sono adeguatamente rappresentati all’interno del SC, sono sotto rappresentati il Sud America, l’Africa e l’Asia, coperti o da un esiguo numero di membri o dalla attività di corresponding members. Del tutto assente l’Australia (la lista dei membri è consultabile online su http://www.ifla.org/standing-committee/13). L’impegno all’interno degli Standing Committee non richiede solo tempo durante l’anno per svolgere le attività di studio o ricerca richieste ma anche l’impegno economico della partecipazione al WLIC. Questo impegno economico è completamente a carico dei singoli membri che non ricevono dall’IFLA alcun aiuto; sono avvantaggiati quindi quanti possono contare sul sostegno da parte dell’ente presso il quale lavorano. Ovviamente le nazioni meno ricche o meno sensibili ai temi delle biblioteche stentano a inviare rappresentati presso gli Standing Committee dell’IFLA. L’invito a candidarsi verrà diffuso tramite le mailing list dell’IFLA, in particolare quella dei direttori delle biblioteche nazionali e quella delle associazioni professionali cercando di raggiungere le nazioni più lontane.
1.3 Names of Persons project (NoP)
Il progetto (http://www.ifla.org/node/4953) intende aiutare a rispettare quanto dichiara il paragrafo 6.3.4.1. Forma dei nomi di persona della Dichiarazione dei Principi Internazionali di Catalogazione: “Se il nome di una persona è costituito da più parole, la scelta della prima parola del punto di accesso autorizzato deve essere determinata in base alle convenzioni del paese e della lingua maggiormente associate a quella persona, come si trova nelle manifestazioni o nelle fonti di riferimento.” Il progetto NoP ha raccolto al momento, grazie all’aiuto delle agenzie catalografiche, le convenzioni d’uso di 56 paesi in modo che i catalogatori possano, in caso di dubbio, verificare direttamente dalla fonte.
1.4 Revisione della Dichiarazione Internazionale dei Principi di Catalogazione (ICP)
La nuova edizione (una breve presentazione del progetto è disponibile online su http://www.ifla.org/node/9542) della Dichiarazione Internazionale dei Principi di Catalogazione è completata e in attesa di approvazione da parte del Committee of Standards che dovrebbe pervenire entro Settembre 2016.
1.5 GARR
Lo scorso anno è stato proposto di riflettere sulla eventuale revisione delle Guidelines for Authority Record and Reference (GARR) del 2001. Il gruppo di lavoro che era stato incaricato di analizzare la proposta ha redatto un documento con le criticità da risolvere, attraverso la cooperazione di Classification and Indexing e Bibliography Sections, LIDATEC, Committee on Standards, UNIMARC PC e VIAF.
1.6 MulDiCat
Lo Standing Committee ha riflettuto sulla possibilità di aggiornare il Dizionario multilingue dei termini e dei concetti catalografici (Multilingual dictionary of cataloguing terms and concepts, MulDiCat disponibile online su http://www.ifla.org/publications/multilingual-dictionary-of-cataloguing-terms-and-concepts-muldicat), realizzato nel 2003 e la cui ultima versione risale al 2012. Non si è ancora giunti ad un accordo sulla questione ma non mancano volontari per il futuro svolgimento del lavoro.


2. FRBR RG
Uno dei temi caldi del WLIC2016 è stata la fase finale del processo di consolidamento di FRBR, FRAD e FRSAD. FRBR-LRM (Library Reference Model, anche se il nome non è ancora definitivo) dopo la revisione internazionale è di nuovo tornato al vaglio del FRBR RG e del Consolidation Editorial Group (CEG) per gli ultimi ritocchi. L’attesa di FRBR-LRM è molto alta sia all’interno dell’IFLA che all’esterno, come testimoniano le numerose risposte pervenute a seguito della revisione internazionale.


3. ISBD RG
Il gruppo di lavoro sulle ISBD è impegnato su più fronti: attestarsi nel mondo del web semantico e dei linked data tramite il ISBD Linked data study group (http://www.ifla.org/node/1795); continuare la relazione con RDA tramite mappature (il chair del ISBD RG è stato formalmente invitato a partecipare alle riunioni del RDA Steering Committee); iniziare la prevista revisione dello standard. Questo ultimo punto è stato oggetto di grandi discussioni, anche molto vivaci: l’IFLA infatti vuole essere certa che l’importante processo di aggiornamento dello standard, che impegna grandi risorse umane e anche, in parte, economiche, sia davvero utile e condotto in modo efficiente. Le ISBD hanno dato prova di estrema utilità, come confermato dai download (“lo standard IFLA di più grande successo” è stato definito da Patrice Landry), dai risultati emersi dal questionario internazionale diffuso nel 2014 (i risultati sono visibili online su http://www.ifla.org/publications/node/9560) e dall’interesse che il RDA Steering Committee ha nei confronti dello standard. Nonostante ciò sembra che non ci sia l’unanimità sull’utilità dell’aggiornamento delle ISBD dal momento che “esiste RDA”.


4. PRESSoo RG
PRESSoo è una ontologia formale per rappresentare le informazioni sulle risorse in continuazione. PRESSoo deriva da FRBRoo, prodotto dal CIDOC CRM. Il modello ha avuto una revisione internazionale ed è entrato a far parte della “famiglia” IFLA grazie anche alla recente creazione del Review group.


5. L’open programme e i due satellite meeting della Cataloguing section
La sessione di quest’anno della Cataloguing section era organizzata insieme alla Information and Technology (IT) section e aveva come titolo: Let’s make IT usable! Formats, systems and users.
Le relazioni presentate sono: A comparative analysis of the distinct evolution of cataloging and information technology towards the creation of the next generation library system di Cynthia Romanowski (Governors State University, United States); A Case Study of Metadata Creation in the University of North Texas Libraries’ Digital Collections di Hannah Tarver, Oksana Zavalina, Mark Phillips e Daniel Alemneh (tutti della University of North Texas, United States); Instructions, interfaces, and interoperable data: the RIMMF experience with RDA di Gordon Dunsire (Independent Consultant, Scotland), Deborah Fritz e Richard Fritz (entrambi del TMQ, United States); DOREMUS: Connecting Sources, Enriching Catalogues and User Experience di Pierre Choffé e Françoise Leresche (Bibliothèque nationale de France); Cataloguing Arabic Script Materials: Challenges in Using International Standards and Integrated Library Management Systems di Rania Osman (Bibliotheca Alexandrina, Egypt) e Amr Farouk El Masry (Qatar National Library).


6. I satellite meetings. Authority data on the web
La Cataloguing Section è stata inoltre impegnata nell’organizzazione di due satellite meeting, entrambi ospitati da OCLC nella sua sede di Dublin, fuori Columbus, uno dedicato a RDA (RDA in the wider world) e uno al controllo di autorità e, in particolare a VIAF (il Virtual International Authority File gestito da OCLC) dal titolo Authority data on the web. Durante questo secondo satellite esperti di OCLC si sono alternati a rappresentanti di istituzioni diverse, anche provenienti da comunità non bibliotecarie. Dopo un excursus storico sugli esordi di VIAF, partito come progetto tra DNB e LC, fatto da Edward O’Neill, Thomas Hickey ha dato risalto all’aumento di partecipazione al progetto che è passato da 7.5 milioni di nomi personali nel 2008 a 55 milioni nel 2016 (con 256 milioni di collegamenti interno e 30 milioni di collegamenti esterni). Oggi sono 44 le istituzioni che partecipano a VIAF e nonostante la maggioranza siano ancora biblioteche nazionali e grandi consorzi, iniziano a divenire consistenti anche progetti come ULAN (Union Lista of Artist Names del Getty), Wikidata, Perseus, Syriaca, etc. Hickey ha messo in luce anche alcune criticità ancora presenti nel sistema di matching di VIAF, sottolineando allo stesso tempo alcuni punti di forza, come ad esempio, il fatto che non richieda alcuna modifica ai dati delle istituzioni cooperanti. Una informazione tecnica piuttosto curiosa è che VIAF ancora usa una versione ad hoc del MARC-XML per i suoi cluster. Hickey ha infatti affermato che “anything you can do with rdf, you can do with MARC”! Andrew MacEwan (British Library – ISNI) ha trattato della sincronizzazione in corso tra il VIAF e l’ISNI. Lo scopo dell’ISNI è quello di creare identificativi stabili per persone, musicisti, ricercatori e organizzazioni, con l’obiettivo di gestire i diritti, i LOD, l’editoria, ecc. Uno dei problemi maggiori risiede nel diverso approccio che il mondo catalografico ha di trattare le diverse identità di una stessa persona rispetto al mondo reale come quello editoriale. e ISNI AND VIAF authority files and identity management. Daniel Pitti ha presentato poi un progetto di ambito archivistico, SNAC (Social Networks and Archival Context), che usa i dati archivistici che descrivono le persone per trovare e identificare le risorse storiche distribuite e costituire così la base per una cooperazione internazionale in questo ambito (la maschera di ricerca è consultabile online su http://socialarchive.iath.virginia.edu/snac/search). Al momento quasi 25 milioni di entità SNAC trovano corrispondenza nel VIAF permettendo di arricchire le descrizioni SNAC con nomi alternativi, collegamenti a record bibliografici worldcat, collegamenti a worldcat identities, Wikipedia, etc. Clyfford Linch (Coalition for Networked Information – University of Californi, Berkeley) ha trattato da un punto di vista quasi di natura letteraria il problema delle informazioni nascoste all’interno di strumenti come le bibliografie fattuali, gli who’s who, gli annuari accademici. Dal momento che i luoghi dove vengono pubblicate le informazioni stanno crescendo esponenzialmente diventa essenziale creare connessioni che siano credibili. E questo, secondo Linch, è possibile solo grazie all’intervento umano che possa comprendere, ad esempio, chi ha fondato un’associazione, chi ha istituito una proprietà, quali dati siano puramente commerciali o falsi. Ricardo Santos (Biblioteca Nacional de Espana) infine ha parlato dell’’importanza del VIAF all’interno del progetto datos.bne.es, il progetto di linked data della Biblioteca nazionale di Spagna.

galeffiAgnese Galeffi – galeffi(at)vatlib.it – Scuola Vaticana di Biblioteconomia