Good information Is development and investment for the future

Riceviamo e volentieri pubblichiamo un contributo della nuova presidente del GIDIF RBM, Gruppo Italiano Documentalisti dell’Industria Farmaceutica e degli Istituti di Ricerca Biomedica, Ivana Truccolo. I più cordiali auguri di buon lavoro alla neo-presidente, che è anche una socia AIB ed una cara amica, come a tutto il nuovo direttivo GIDIF di cui fanno parte Silvia Molinari, vice-presidente, Francesca Gualtieri, tesoriere, Fulvia Merlini, Mauro Mazzocut, Mirta Baldacci e Chiara Formigoni.

Fare delle cose insieme e in modo concordato (lavorare insieme) in favore di un obiettivo che vale e si rinnova nel tempo è il senso profondo e insostituibile dell’associazionismo, la superiorità rispetto all’agire da soli. Così è per il GIDIF-RBM, l’associazione no-profit che rappresenta i biblio-documentalisti che operano nel settore biomedico pubblico e privato in Italia. GIDIF-RBM, Gruppo Italiano Documentalisti dell’Industria Farmaceutica e degli Istituti di Ricerca Biomedica, ha nel suo acronimo la sua peculiarità e la ragione del suo esistere e continuare. Essa infatti è nata dall’unione di volontà, bisogni, impegno e sogni di professionisti che operavano sia in ospedali, università, istituti di ricovero e cura a carattere scientifico, agenzie regionali, sia in case farmaceutiche o altri tipi di aziende, pubbliche e private. E’ un’associazione piccola ma vitale (vi aderiscono ora una sessantina di soci) che ha da poco celebrato i suoi trenta anni [1]. Da pochi giorni ho l’onore di esserne la presidente succedendo a personalità di spicco nel panorama delle biblioteche-centri di documentazione biomedica in Italia.
Le 5 parole chiave su cui intendiamo lavorare come Direttivo sono:
1) #Formazione#: è una delle principali ragioni per cui il GIDIF-RBM è stato costituito. Ora la situazione è diversa dagli anni in cui l’associazione è nata. Allora vi era una duplice urgenza: da un lato provvedere alla formazione e all’aggiornamento continuo delle persone che nelle varie realtà erano deputate a occuparsi di interrogazione delle banche dati, dall’altro dotarsi di strumenti pratici per recuperare velocemente la documentazione scientifica necessaria ai professionisti per curare meglio le persone, fare ricerca applicata, realizzare progetti. Il GIDIF-RBM ha saputo rispondere a entrambe le esigenze. Il catalogo collettivo (1987- 2017 )garantiva un interscambio regolamentato e gratuito di articoli fra biblioteche di diversa tipologia, in tempi in cui altre istituzioni nazionali tardavano a organizzarsi. Ora, in era di ACNP e NILDE, di sistemi nazionali come Bibliosan o lo stesso SBN e regionali come SBBL in Lombardia, Biblioteca Virtuale per la Salute in Piemonte e altri, tale catalogo ha perso buona parte della sua funzionalità e, con coraggio, è stato chiuso. Ma la formazione continua dei biblio-documentalisti continua ad avere una grande domanda anche in ragione dei cambiamenti normativi in via di perfezionamento, pur nella perdurante precarietà dei rapporti di lavoro nel settore pubblico. Nella realtà tale figura opera, spesso sotto altri profili, in ospedali e aziende sanitarie, centri di ricerca e cura, agenzie regolatorie, università, case farmaceutiche, già dai primi anni ’80. Lo sviluppo della tecnologia nel campo della documentazione scientifica ha giocato un ruolo decisivo nel cambio di paradigma ricerca-metodo-tempi: dallo spoglio cartaceo degli indici si è passati alla consultazione veloce e diretta nel web dei database bibliografici. In poco tempo tali risorse divennero imprescindibili sia per clinici che per ricercatori e altri professionisti sanitari. In tempi pre-Internet, né tali database erano accessibili a tutti né la competenza per interrogarli era a portata di tutti. La persona individuata ad acquisire un’expertise specifica a volte era il bibliotecario, a volte un professionista esperto della materia o interessato a diventarlo avvalendosi del suo background, non necessariamente biomedico, curiosità, propensione all’apprendimento, apertura mentale, conoscenza dell’inglese. I requisiti di tale professione erano ben specificati in Documentazione e Biblioteconomia [2], la cui prima edizione è proprio di quegli anni. L’università in Italia non è stato il luogo di elezione per la formazione di tali professionisti dell’informazione biomedica. Vi hanno supplito istituzioni autorevoli come l’Istituto Superiore di Sanità, il CNR e associazioni professionali quali AIDA[3], il BDS e il GIDIF-RBM. Quest’ultimo è stato testimone e in un certo senso protagonista dell’evoluzione di questo settore e di questa professione, mettendo a disposizione competenze culturali integrate e promuovendo la necessaria mediazione culturale fra le parti dell’informazione, l’uso del web e delle tecnologie in tutte le sue declinazioni più sofisticate e, non ultima, la comunicazione indirizzata ai pazienti. In questa nuova stagione, di motori di ricerca, contratti precari e sovrabbondanza di fonti informative e risorse, la formazione ha altri obiettivi non meno importanti: le nuove versioni delle banche dati biomediche, il diritto d’autore/copyright nell’era web e open access, gli indicatori biblio-altmetrici, la gestione dei dati grezzi, i software di gestione bibliografica, i repository istituzionali, presidi della scienza aperta, il mondo delle ricerche bibliografiche supplementari, gli strumenti di selezione delle informazioni affidabili in tema di salute. Un fronte su cui intendiamo spenderci è sempre e comunque la formazione, in accordo con le università, su argomenti in evoluzione perché in evoluzione è questa professione.
2) #Partnership#: con associazioni affini o diverse. Molti di noi biomedici erano (e sono molto convintamente, per quanto mi riguarda) soci anche dell’Associazione Italiana Biblioteche. Ragioni storiche, quali il dinamismo del settore biomedico che richiedeva di disporre celermente di strumenti teorico-pratici, non hanno trovato una risposta sufficiente in quegli anni nell’associazione madre. Ma nulla osta che, in anni diversi, ci si possa, e a mio avviso debba, ritrovare individuando percorsi da fare insieme. La collaborazione tra associazioni, anche di diversa natura, è auspicabile e vincente in tempi di integrazione multidisciplinare.
3) #Partecipazione a convegni e congressi#: L’appuntamento primaverile del GIDIF-RBM con Bibliostar è ormai un must che ci stimola a sintonizzarci sui temi del convegno declinandoli in chiave specifica. I materiali didattici vengono poi resi disponibili sul sito e solitamente un report viene pubblicato su “Biblioteche Oggi”. Un altro appuntamento è il congresso o workshop annuale dell’EAHIL, l’European Association of Health & Information Libraries, l’associazione europea di riferimento, nei cui organi sono ampiamente rappresentati soci dell’Associazione. Altri eventi possono essere realizzati insieme con altre realtà.
4) #Pubblicazioni#: scrivere articoli scientifici e divulgativi è uno degli scopi di un’associazione professionale. Anche il GIDIF-RBM ha al suo attivo una discreta quantità di pubblicazioni, ha uno spazio in “Biblioteche Ogg”i e ha sempre curato “Notizie”, storico bollettino che da qualche anno si è trasformato nel blog accessibile al sito [www.gidif-rbm.org] (ultima consultazione, 23/09/2019)
5) #Comunicazione online e sito#: il sito è ora più amichevole, ha un account social su Facebook, la condivisione dei materiali su SlideShare ma l’interazione con il pubblico ha ampie possibilità di miglioramento.

In tempi come questi la cosa più importante da curare è la sostenibilità. Spesso notiamo sempre le stesse persone che “girano” nelle varie associazioni perché molti colleghi si trovano a portare avanti il lavoro da soli o in situazioni precarie o di insoddisfazione. Noi vorremmo rivolgerci proprio a loro perché il contributo di idee, temi da trattare, argomenti su cui fare formazione e modalità per farlo, che tanti colleghi possano portare sono essenziali per rendere vitale e utile un’associazione professionale. E per questo, la collaborazione virtuosa fra associazioni simili e diverse, è stimolo reciproco, innovazione e forza.

[1] Silvia Molinari, Francesca Gualtieri, Maria Albano, Chiara Formigoni, Ivana Truccolo. GIDIF,RBM: trent’anni di attività (1985-2015). “Biblioteche Oggi” 34 (2016), p. 61-65.
[2]Maria Pia Carosella, Maria Valenti. Documentazione e biblioteconomia. Manuale per i servizi di informazione e le biblioteche speciali italiane. Milano: Franco Angeli, 1984.
[3]Antonietta Folino, Erika Pasceri. Per una storia della Documentazione in Italia: l’Associazione Italiana per la Documentazione Avanzata (1983-2017). “JLIS.it” 8 (2017) e Ferruccio Diozzi La cultura della documentazione: quindici anni di AIDA in Italia, “AIDAInformazioni” 35(2017), 3-4, p.47-59.

Ivana Truccolo
itruccolo@cro.it