Informazione, critica, consapevolezza: un seminario

Il  29 maggio scorso si è svolto presso l’Università LUMSA di Roma il seminario Periculosum est credere et non credere. Il vaglio dell’informazione come strumento di crescita critica e consapevolezza, organizzato in collaborazione con la Scuola Vaticana di Biblioteconomia e Casalini Libri. Dopo i saluti del Rettore, Francesco Bonini, Antonio Manfredi, Responsabile della Scuola Vaticana di Biblioteconomia, e Chiara De Vecchis, Presidente dell’AIB Sezione Lazio, hanno richiamato l’attenzione sul ruolo sociale delle biblioteche nell’epoca delle fake news e sull’importanza di avere strumenti adeguati per poter valutare le fonti informative. In un contesto come quello attuale, in cui la distorsione delle notizie è amplificata dai media digitali, le biblioteche possono offrire un valido aiuto nell’agevolare l’accesso alla pluralità dell’informazione e nel favorire lo sviluppo delle capacità critiche. Sia l’Associazione Italiana Biblioteche che l’International Federation Library Association sono impegnate attivamente nella diffusione dell’alfabetizzazione informativa.

Il seminario è stato introdotto da Giovanni Ferri, Prorettore alla Didattica e al Diritto allo studio (Università LUMSA), che ha sottolineato come le fake news abbiano condizionato in modo importante sia le elezioni americane sia la Brexit. Ferri ha individuato, successivamente, tre questioni che hanno fatto da filo conduttore a tutti gli interventi: come scoprire le fake news e come verificarle;  come si governa l’effetto da loro prodotto e come si sanzionano.

Primo relatore della giornata è stato Piero Polidoro, docente di Semiotica (Università LUMSA), il quale, nel suo intervento, si è chiesto quali siano stati i cambiamenti sociali che hanno portato alla formulazione del concetto di post verità. Tali cambiamenti possono essere individuati nella prevalenza delle emozioni sulle argomentazioni razionali, cosicché la ricerca della verità non è più fondamentale; nella crisi delle democrazie liberali, incapaci di mantenere un ordine mondiale più sicuro dopo il crollo del muro di Berlino; nella crisi di fiducia nei confronti della stampa e della scienza. Secondo Polidoro è necessario, quindi, rieducare al confronto critico sia per imparare a rapportarsi con i media digitali sia per rafforzare le nostre idee.

Paolo Attivissimo, giornalista e blogger, ha illustrato gli strumenti utili a smascherare le notizie false distinguendo tra fake news e bufale (per un elenco dettagliato si rimanda a < https://bufalopedia.blogspot.com/> ultima consultazione 7 giugno 2018): le prime sono informazioni  false diffuse con l’intento di ingannare; le seconde sono notizie non veritiere divulgate in buona fede. Il giornalista, in seguito, ha indicato le motivazioni che soggiacciono alla loro capillarità: crudeltà, ascolti, profitto, propaganda, clickbait (ovvero, lancio di  una notizia dal titolo sensazionale senza garantirne la completezza ma cercando di aumentarne il numero di visualizzazioni).  Tutto ciò è amplificato dai social media ma anche da un omesso controllo da parte di chi gestisce l’ informazione. Le conseguenze si riflettono in un crollo degli investimenti nel giornalismo e in una diminuzione della lettura dei giornali. Per analizzare le fonti e verificare i fatti in modo accurato, occorre sapere che esistono sia siti creatori di notizie false sia account “antifake” proposti, per esempio, da Twitter; successivamente si possono utilizzare strumenti di indagine quali la ricerca avanzata di Google,  Google Scholar, Google Books, il motore di ricerca per immagini Tineye, Internet Archive. Attivissimo ricorda, infine, come sia necessario pretendere dal giornalismo rigore e trasparenza, coinvolgere i media di massa, ed educare al senso critico partendo dalla scuola.

Michele Casalini, Amministratore Delegato di Casalini Libri, ha posto l’accento sulla correttezza dell’informazione in ambito accademico sottolineando i rischi di un uso acritico di Google quali, ad esempio, la profilazione dell’utente, l’indolenza degli utenti nella ricerca, il passaggio a una struttura dell’informazione sempre più orizzontale. Nel caso di Wikipedia, invece, si pone un problema di tipo metodologico:  essendo un’ enciclopedia libera dotata di un codice di condotta ma priva di regole fisse e di una struttura editoriale, l’informazione è controllata a posteriori e non a priori. Le biblioteche possono fare da argine a questa tendenza perché possiedono collezioni librarie che costituiscono un patrimonio culturale identificabile e gestiscono progetti coordinati e collaborativi che favoriscono la completezza della copertura disciplinare. Inoltre, attraverso la catalogazione, offrono dati strutturati che si stanno aprendo ai linked open data e che garantiscono correttezza e affidabilità dell’informazione.

Infine Vittorio Ponzani, bibliotecario presso l’Istituto Superiore di Sanità e Vice Presidente dell’AIB, ha evidenziato l’importanza del ruolo dei bibliotecari nell’ambito dell’informazione sanitaria. In Italia, oltre a un basso livello di istruzione, è presente anche una scarsa alfabetizzazione sanitaria che comporta costi economici e sociali molto elevati e colpisce soprattutto le fasce sociali più deboli. Di conseguenza, molte istituzioni stanno realizzando strumenti in rete per favorire una health literacy di qualità e accessibile a tutti I cittadini. A titolo di esempio si può citare ISSalute, il portale istituzionale dell’Istituto Superiore di Sanità. Per rispondere in maniera adeguata ai bisogni dei cittadini è necessario che le biblioteche di ambito sanitario, ma non solo quelle, siano in grado di conoscere e padroneggiare le metodologie di verifica e confronto delle fonti, sappiano gestire e organizzare le informazioni attuando una mediazione tra linguaggio specialistico e quello comune oltre a possedere competenze editoriali utili per realizzare strumenti repertoriali atti alla divulgazione dei temi di interesse comune.

 

Carlotta Basso. carlotta.basso@libero.it    Scuola Vaticana di Biblioteconomia / AIB Veneto.

Serena Musante. serena.musante@gmail.com   Scuola Vaticana di Biblioteconomia.