La biblioteca nel libro game: un esempio ed un’intervista

Abbiamo già scritto qualche mese fa del ritorno in voga dei “libri game” (https://aibnotizie.aib.it/il-ritorno-dei-libri-game-anche-in-biblioteca/). Ne presentiamo ora uno dedicato espressamente alle biblioteche (anche se nessuna biblioteca, almeno di quelle in SBN, lo possiede, anche perché si tratta di un’autopubblicazione disponibile solo su Amazon): Cupe vampe (e altre biblioteche) di Luca Lorenzon e Marco Zamanni (2020). In particolare Marco “Zakimos” Zamanni ha all’attivo un altro libro game autoprodotto Fortezza Europa – Londra (realizzato con un sistema di propria creazione, 2019) e, assieme a Enrico Corso, Jekyll e Hyde (Watson, 2019).

Cupe vampe (e altre biblioteche) è interessante non solo perché contiene quattro racconti interattivi espressamente dedicati o ambientati in biblioteca, ma anche perché dimostra (assieme agli altri dell’autore) la capacità di proporre una narrazione interattiva contemporaneamente appassionante e ricca sia dal punto di vista dell’intreccio sia dal punto di vista delle tematiche. Il primo racconto della raccolta, Cupe vampe, ha vinto l’edizione 2018 del Concorso dei Corti di Librogame’s Land (http://www.librogame.net). In essa il lettore-giocatore è chiamato ad impersonare Ana Babic, ventiduenne studentessa universitaria impegnata, il 25 agosto di 28 anni fa, in una ricerca alla Vijecnica, la biblioteca di Sarajevo. Gli echi della guerra sono già arrivati ma la studentessa e i suoi amici non sono preoccupati: non vedono certo nella biblioteca un obiettivo strategico. Al contrario quando inizia il bombardamento la biblioteca è proprio uno degli obiettivi e Ana deve riuscire ad uscire incolume mentre l’edificio intorno a lei crolla ed inizia ad ardere. Penserà esclusivamente a se stessa? Aiuterà i suoi amici e gli altri studiosi presenti? Si preoccuperà di mettere in salvo i preziosi codici conservati nella biblioteca? La scelta – come nella migliore tradizione del libro game – sarà nostra e non di meno quando arriveremo alla fine, se ci arriveremo, non si potrà non pensare a quanto abbiamo salvato ed a quello che invece abbiamo perso chiedendoci se non si sarebbero potute fare scelte migliori. E questo dubbio riecheggia in chi ha abbastanza anni da ricordare quel periodo e quella guerra scellerati a cui la comunità internazionale, e l’Italia in primis, non è riuscita a mettere un argine.

Il secondo racconto parla de I dolori della piccola biblioteca ed al lettore-giocatore viene chiesto di impersonare un/a giovane “one-wo/man-library” che inizia a lavorare in una piccola biblioteca di provincia quasi del tutto priva di budget. L’autore mette la/il malcapitata/o alle prese con i dolori che qualunque bibliotecaria/o che abbia avuto tale incombenza può testimoniare: l’esperto di irrintracciabili autori di culto, gli invadenti studenti universitari, i proponenti corsi/eventi/presentazioni, ecc. Il nostro eroe/la nostra eroina dovranno destreggiarsi in modo da soddisfare contemporaneamente il più possibile le esigenze e contemporaneamente non esaurire il budget anzi, se possibile, aumentarlo. Alla fine è presente una comoda tabella coi risultati che vanno da Pessimo e Eccezionale (n.b.: alla prima lettura il sottoscritto ha ottenuto un miserevole Pessimo e ha dovuto farne una seconda per ottenere un meno imbarazzante Buono…).

Dopo aver fatto impersonare un/a bibliotecario/a il racconto seguente – Il giorno del librogame (ricomincio dall’1) – chiede invece di mettersi nei panni di un non più tanto giovane “nerd” che intende rubare alla biblioteca l’unica copia di un libro game che manca alla sua collezione. Tra trappole e bibliotecarie grasse e baffute, il racconto è strutturato in modo che non sia possibile perdere ma che la vittoria sia oltremodo complicata.

Completa la raccolta il “divertissement” veloce Nella biblioteca del mago dove saremo chiamati, nei panni di un avventuriero, a rubare un prezioso tomo evitando tutti gli incantesimi di protezione lasciati dal mago.

Se gli ultimi tre racconti sono piacevoli e divertenti, quello che davvero consente il salto di qualità al genere è il primo che, facendoci rivivere gli eventi tragici dell’assedio di Sarajevo, riesce a fornire al libro game tematiche mature troppo spesso in esso finora assenti, anche perché si tratta di un genere privo di scrittori le cui opere sono realizzate per lo più da game designer quando non da appassionati. Marco Zamanni al contrario si dimostra scrittore abile a gestire tematiche adulte quando anche in Fortezza Europa – Londra immagina una Londra del futuro che, dopo la crisi economica seguita alla Brexit, si trasforma in enclave razzista e populista, e ne fa raccontare la deriva da parte di un poliziotto inglese ma di colore, contemporaneamente invidiato per la sua posizione e odiato per il colore della sua pelle. Abbiamo approfittato della disponibilità di Marco Zamanni per porgli qualche domanda:

 Come è nata l’idea di ambientare racconti interattivi in biblioteca?

Tutto nasce dal Concorso dei Corti di Librogame’s Land, il più grande portale italiano dedicato alla letteratura interattiva. Ogni anno LGL organizza un concorso per autori emergenti legato a uno specifico tema e nel 2018 questo tema è stato “la biblioteca”, intesa come vasta raccolta di libri e/o ambiente in cui detta raccolta è collocata.

Quando seppi della scelta, mi venne spontanea l’idea di rifarmi alla prima traccia del disco Linea Gotica dei C.S.I., che è stato uno dei miei album preferiti durante l’adolescenza. Nacquero così le prime versioni di Cupe vampe, ispirato all’incendio della biblioteca di Sarajevo avvenuto nel 1992, e di Il giorno del librogame, che è invece legato ai miei ricordi d’infanzia nelle biblioteche di paese nelle campagne liguri o all’Isola d’Elba.

Successivamente io e Luca Lorenzon abbiamo deciso di espandere quei racconti e pubblicarli come librogame veri e propri. Vista la loro relativa brevità, li abbiamo accorpati in un unico volume, con l’idea di aggiungere altri due racconti brevissimi, giusto come extra. Anche in quei casi abbiamo mantenuto l’ambientazione in biblioteca come trait d’union dell’intera opera.

Questi racconti poi alla fine si sono rivelati tutt’altro che “brevissimi”… e il risultato finale è stato avere quattro librogame in uno, legati da un sottile filo conduttore. Il mio amore per le biblioteche, in particolare quelle in cui sono cresciuto in posti come Tiglieto o Marina di Campo, ha fatto il resto… senza dimenticare le biblioteche scolastiche. I miei primi approcci con la letteratura interattiva dopotutto risalgono alla scuola Diaz di Genova, poi diventata purtroppo famosa per altre ragioni, e a quei Lupo Solitario finiti non so come al suo interno.

Nel racconto I dolori della piccola biblioteca c’è una descrizione accurata delle “traversie” bibliotecarie ma anche qualche incongruenza. E’ plausibile che l’autore abbia avuto a che fare con una biblioteca (magari come stagista/tirocinante/volontario) senza tuttavia essere professionalmente un bibliotecario?

Devo confessare di non avere mai avuto a che fare con una biblioteca se non come… appassionato lettore! Mi sono tuttavia basato su altre esperienze avute con amministrazioni comunali e con la gestione di attività commerciali in senso generico per descrivere degli eventi che fossero comici, ma con alla base un fondamento di verità. La tua domanda mi conferma purtroppo che certe situazioni sono “trasversali”… il che mi dispiace alquanto, visto che mi auguravo che quanto più possibile di ciò che è presente ne I Dolori fosse eccessivo e umoristico!

A differenza di buona parte dei libri-game sia degli anni ’80-’90 sia attuali, per le tue storie eviti classiche tematiche da ragazzini o da nerd troppo cresciuti: il fantasy “a là” D&D, l’horror più o meno lovecraftiano, ecc. sia in Cupe vampe sia in Fortezza Europa – Londra ti occupi di tematiche “adulte” e che ci si aspetterebbe di trovare in opere letterarie non interattive. Secondo te può essere possibile per il libro-game uscire dall’ambito un po’ circoscritto di giochi per ragazzini/nerd?

È una mia segreta speranza. Ci ho provato anche con Jekyll e Hyde, che è a tutti gli effetti un romanzo gotico, più che il classico “horror lovecraftiano” che va tanto per la maggiore. Credo che possano e che debbano esistere librogame per tutti i gusti e che il genere abbia enormi possibilità di espansione. Questo tuttavia non può accadere senza i titoli adatti. Nel mio piccolo cerco sempre di sperimentare, quando possibile, proprio per andare a toccare vie che non sono ancora state percorse. Il settore della lettura interattiva sta vivendo una seconda giovinezza in Italia e tante strade devono ancora essere esplorate. È difficile trovare nel 2020 un settore in cui essere “pionieri”, per cui non voglio perdere l’occasione.

Questo ovviamente comporta dei rischi (Fortezza Europa si è preso anche stroncature pesanti per la sua struttura peculiare), ma preferisco lasciare al pubblico pochi titoli sperimentali in grado di lasciare il segno nei loro ricordi, piuttosto che semplici cloni di cose che sono già state fatte – spesso meglio – da autori anglosassoni. Per me è stato così, dopotutto, visto che sono cresciuto con autori come J.H. Brennan, Steve Jackson e Dave Morris come numi tutelari.

Francesco Mazzetta

Coordinatore del Gruppo di lavoro Gaming in biblioteca-IGD Italia