Lo storytelling della biblioteca

Il potere delle storie dalla comunicazione alla ricerca sociale al XXI workshop di Teca del Mediterraneo.

L’11 giugno 2021 si è svolta, in modalità telematica, la XXI edizione del workshop annuale di Teca del Mediterraneo, biblioteca del Consiglio regionale della Puglia, in collaborazione con la Sezione Puglia dell’AIB. Il tema scelto per questo appuntamento, “Lo storytelling della biblioteca”, appare quanto mai calzante in un periodo storico come quello attuale: possiamo dire infatti di non essere mai stati così “immersi” nelle storie come durante questo anno e mezzo di pandemia, che ci ha fatto scoprire forme di comunicazione del tutto inedite e mostrato le innumerevoli opportunità offerte dal digitale. È stata dunque la narrazione, declinata in tutte le sue accezioni, il leitmotiv del workshop, che ha proposto un affascinante percorso di riflessione sul potere del racconto come strumento dalla doppia funzione, utilizzato da un lato per comprendere la realtà attraverso metodi analitici, e dall’altro come mezzo per progettare e comunicare la biblioteca.

Dopo l’apertura di Anna Vita Perrone, Dirigente della Sezione Biblioteca e Comunicazione Istituzionale del Consiglio Regionale della Puglia, e gli interventi di Massimo Bray, Assessore alla Cultura, Tutela e sviluppo delle imprese culturali, Turismo, Sviluppo e Impresa turistica, e di Lucia di Palo, Presidente AIB – Sezione Puglia, si è dato il via alla prima parte del workshop, moderata da Vittorio Ponzani e dedicata allo storytelling come modalità di comprensione dei fenomeni.

A inaugurare la sessione mattutina è stato l’intervento di Chiara Faggiolani (Narrazione in atto. Identità, posizionamento, impatto (e comunicazione) delle biblioteche), che, prendendo in prestito Morfologia della fiaba di Propp, ci ha aiutato a rintracciare le origini dello storytelling attraverso lo schema narrativo canonico, alla base di ogni storia di successo. La sua relazione inoltre ha messo in risalto la potenza dei metodi narrativi, centrali nella biblioteconomia sociale, approfondendo temi fondamentali quali l’identità percepita, il posizionamento e l’impatto. Sono stati citati progetti come “Le parole delle biblioteche”, a cura di Faggiolani e Galluzzi, l’indagine “La biblioteca per te”, promossa da AIB e Rete delle Reti, e “Library map of the world”, strumento messo a disposizione dall’IFLA per raccogliere le narrazioni delle biblioteche di tutto il mondo riguardo all’impatto che generano rispetto ai 17 obiettivi dell’Agenza 2030.

La relazione di Anna Galluzzi (Gli effetti distorsivi della percezione: un percorso di consapevolezza per andare oltre lo storytelling) ha introdotto una riflessione sulla percezione, definita come “la realtà vista attraverso la lente dell’aspettativa”: negli ultimi anni la spinta a raggiungere nuovi interlocutori è andata crescendo, e in questo contesto si collocano i sempre più frequenti studi sulla percezione del servizio. Galluzzi ha voluto tuttavia metterci in guardia dai suoi effetti distorsivi, che potrebbero portare le biblioteche in direzioni non consone; sono necessari, dunque, un approccio strategico e una ricerca costante di equilibrio tra la mission culturale e istituzionale della biblioteca e i desiderata degli utenti.

L’intervento di Maddalena Battaggia (Lo storytelling dei bibliotecari: uno strumento per comprendere e progettare la biblioteca (e la professione) di domani) ha permesso di approfondire i punti di forza dello strumento narrativo, che permette di conoscere le motivazioni di fruizione o non fruizione del servizio e di analizzare l’immaginario e l’identità della biblioteca. Battaggia si è soffermata anche sull’applicazione dell’approccio narrativo allo studio dei contesti lavorativi, dal quale emerge la costruzione di una conoscenza condivisa per costruire uno storytelling dell’organizzazione.

L’ultima relazione della sessione mattutina è stata quella di Derrick de Kerckove (Lo storytelling dalla biblioteca al tag) che ci ha parlato della trasformazione dello storytelling nell’era digitale: il sociologo ha definito il tag “l’anima dell’internet”, e ha affermato la necessità di sfruttare le possibilità messe a disposizione dai nuovi media per trasferire la letteratura al mondo digitale, attraverso una vera e propria “mediatura”.

La sessione pomeridiana del workshop, coordinata da Margherita Rubino, ha illustrato le strategie di comunicazione e promozione da mettere in atto dentro e fuori la biblioteca e ha visto come primo intervento quello di Maria Stella Rasetti (Raccontare la biblioteca ai decisori politici: sfide, difficoltà, opportunità), che ha sostenuto l’esigenza di mettere a punto narrazioni differenti a seconda degli stakeholder di riferimento. Una delle relazioni su cui si dovrebbe investire di più è quella con gli amministratori, per spingerli a maturare uno sguardo sulla biblioteca che sia libero da stereotipi e idee predefinite e arricchito di valutazioni più in linea con il ruolo che essa riveste nella società.

Gli interventi successivi hanno presentato i progetti innovativi realizzati dalle biblioteche del consorzio CSBNO durante il lockdown, grazie alle testimonianze di Anna Lisè, Responsabile del Settore Servizi e Attività culturali, e Franca de Ponti, Responsabile Servizi Biblioteconomici (Storie di incontri possibili. Comunità, librerie e biblioteche: strategie di resistenza o nuovi amori?): si va dalla poetica campagna di advocacy “Abbraccerò i muri”, ispirata dalle parole di un’utente affezionata, a “La biblioteca è con te”, progetto di contatto telefonico che ha coinvolto 97 bibliotecari e circa 40.000 utenti, fino alla cooperazione con 26 librerie della zona, che si sono trasformate in punti di ritiro per il prestito bibliotecario.

La relazione di Anna Busa (Biblioteche e (digital) marketing culturale: strategie per organismi che crescono) ha fornito le coordinate per utilizzare al meglio gli strumenti del marketing in biblioteca, con l’obiettivo di portare a sistema le esperienze nate durante il periodo d’emergenza. D’altronde la biblioteca sembra avere un “vantaggio competitivo”, per riprendere le parole di Michael Porter: è un terzo luogo in cui si incontrano emozioni, valori e servizi. Ed è questo, secondo la Busa, a fare la differenza.

A concludere il workshop è l’intervento di Gabriella Berardi, direttrice della Magna Capitana di Foggia (Mantenere il filo: nuovi spazi di dialogo e partecipazione. L’esperienza 2020/2021 della Biblioteca di Foggia la Magna Capitana), che ha descritto come la biblioteca è riuscita a mantenere il legame con i propri utenti durante la pandemia, attraverso la realizzazione di un’app, l’inaugurazione di un blog e il notevole incremento dei propri servizi online. Si è puntato inoltre su un progetto di biblioterapia, per dimostrare la capacità curativa delle narrazioni, grazie a numerose iniziative tra cui Letture piccine, A mio agio, e Racconti squillanti.

In conclusione, questa edizione del workshop (nonostante si sia svolta online) si è confermata un appuntamento ricco di voci interessanti e spunti di riflessione sulla biblioteca del futuro, che dovrà essere necessariamente più digitale e partecipata, aperta alle nuove sfide del cambiamento, con un’attenzione privilegiata a quello che è il suo asse portante, la narrazione.

Simona Paolantoni