EAHIL 2014 a Roma: Divided we fall, united we inform

EAHIL2014 Toni Della Seta Dozier

Gli organizzatori Maurella Della Seta e Franco Toni con la presidente EAHIL Marshall Dozier

Da pochi giorni si è conclusa la 14a conferenza dell’European Association for Health Information and Libraries (EAHIL), organizzata dal Servizio Informatico Documentazione, Biblioteca e Attività Editoriali dell’Istituto Superiore di Sanità di Roma. La manifestazione si è svolta dall’11 al 13 giugno nella Biblioteca nazionale centrale della capitale e ha coinvolto bibliotecari biomedici e professionisti dell’informazione scientifica di tutta Europa e non solo.
Si è registrata una grande affluenza dai paesi nord europei, in particolare Paesi Bassi, Norvegia, Svezia e Regno Unito. Esiguo il numero di Italiani, appena 27 su un totale di 261 iscritti. Va sottolineata la presenza di 15 partecipanti non europei, provenienti da Stati Uniti, Australia, Canada, Kenya, Sud Africa e Qatar.
Quest’anno l’obiettivo principale dell’incontro era la condivisione di idee, risultati di ricerche, progetti e spunti metodologici al fine di definire indirizzi professionali europei più coesi. Lo conferma il motto dell’evento: “Divided we fall, united we inform: building alliances for a new European cooperation”.
A seguito di una prolusione tenuta da Maria Cassella (Università di Torino) riguardante i compiti del bibliotecario nei contesti digitali aperti, si sono susseguite relazioni, alcune delle quali hanno riscosso particolare interesse.
Tra i temi più discussi ha prevalso l’uso delle nuove tecnologie a servizio dell’informazione. Molti sono stati gli interventi dedicati all’utilizzo idoneo e consapevole degli strumenti collaborativi caratteristici del Web 2.0. Di particolare interesse a questo proposito è stato l’intervento dell’olandese Guus van den Brekel (University Medical Centre di Groningen), un esperto nell’ambito delle applicazioni mobili, che ha presentato una selezione e comparazione di journal app biomediche per l’aggiornamento professionale.
L’utilizzo delle moderne tecnologie del Web, in particolare del blog, per offrire ai propri utenti un canale di recupero dell’informazione scientifica è stato descritto da Tuulevi Ovaska (Eastern Finland Library), che ha evidenziato le metodologie utilizzate dalla biblioteca finnica per sviluppare questo strumento. Il blog ha permesso di aggregare in modo proficuo in un’unica piattaforma news professionali, addestramento dell’utenza e promozione dei servizi della biblioteca.
Strettamente legata all’utilizzo delle nuove tecnologie del Web sociale è la diffusione delle pubblicazioni tramite social media ad opera di un pubblico ampio, non più solo accademico. Attività di condivisione sui social network, di menzione sui blog, di salvataggio su siti di social bookmarking sia di articoli sia di altri prodotti della ricerca (come slide, set di dati, materiale video ecc.) producono un’indicazione di impatto, alternativo a quello documentato dalle citazioni. La delicata questione della validità dei nuovi indicatori, chiamati altmetrics, e di un loro possibile utilizzo insieme alle citazioni nella valutazione della ricerca dei dipartimenti e dei singoli ricercatori è stata investigata dai bibliotecari del Policlinico San Matteo di Pavia. I risultati hanno evidenziato una positiva correlazione tra vecchi e nuovi indicatori.
L’importanza di fornire alla comunità scientifica strumenti di qualità per il recupero dell’informazione scientifica è stato documentato da Jan Manson. Insieme ad un gruppo di collaboratori la docente ha condotto l’indagine Hunting zebra per conto del Rare Bestpractices Consortium di Glasgow. A seguito di una valutazione sistematica delle banche dati, delle risorse specialistiche, della letteratura primaria e del Web, si è potuto stabilire che attualmente non esistono strumenti che garantiscano un ottimale recupero di linee guida sulle malattie rare. L’analisi ha confermato la necessità di sviluppare un database che raccolga e organizzi in maniera sistematica le linee guida e la letteratura medica sull’argomento.
Nell’ambito di discussioni orientate in gran parte alla virtualità della biblioteca ha incuriosito l’innovativo approccio di diffusione dell’informazione scientifica proposto dal team di bibliotecari dell’Istituto zooprofilattico sperimentale di Perugia. Il loro esperimento interdisciplinare di letture in biblioteca e rappresentazioni teatrali su tematiche nutrizionali è apparso un esempio originale di educazione alla consapevolezza alimentare e di recupero dello spazio fisico della biblioteca.
Il ruolo di sostegno che il bibliotecario può svolgere nella formazione dell’utente/paziente si è riscontrato anche nel progetto di promozione della salute della canadese Natalia Tukhareli (Health Sciences Library), che si è servita della biblioterapia per educare alla salute donne e bambini del villaggio, afflitto dall’AIDS, di Nkosi’s Haven a Johannesburg nel Sud Africa. L’uso sistematico dei libri, considerati strumenti ideali per affrontare problemi sociali, fisici ed emotivi e combattere l’isolamento sociale si è rivelato un metodo soddisfacente di promozione del benessere.
Le moderne tecnologie e la condivisione di esperienze possono quindi servire a dare nuova linfa all’attività del bibliotecario perché, come è stato sottolineato da questi e numerosi altri contributi, il futuro della professione dipende dallo sviluppo di nuove competenze ad ampio raggio, al servizio di ricercatori e pazienti.

Chiara Rebuffi di Chiara Rebuffi – chiara.rebuffi(at)iss.it – Istituto superiore di Sanità Biblioteca