La lettura digitale e le sue potenzialità: incontro con Maryanne Wolf

THE READING BRAIN IN THE DIGITAL AGEGiovedì 7 luglio si è svolto a Spoleto, nell’ambito del Festival dei Due Mondi, The reading brain in digital age incontro con la neuroscienziata statunitense Maryanne Wolf, Neuroscienziata cognitivista, studiosa della lettura, in particolare della dislessia, insegna alla Tufts University (Massachusetts, USA) dove è titolare della cattedra John DiBaggio su “Cittadinanza e Servizi sociali” e dirige il Center for Reading and Language Research. In Italia ha pubblicato il libro Proust e il calamaro. Storia e scienza del cervello che legge (ed. Vita e pensiero). Collabora al progetto umanitario One laptop per child (Olpc) presieduto da Nicholas Negroponte, cofondatore del Media Lab del Massachusetts Institute of Technology (MIT).
All’incontro hanno partecipato Leonardo Fogassi, professore di Neurofisiologia all’Università degli Studi di Parma, membro del gruppo di ricerca sui neuroni specchio; Maria Grazia Mattei, esperta di cultura e comunicazione digitale, ideatrice di Meet the Media Guru; Gino Roncaglia, professore di Informatica applicata alle discipline umanistiche all’Università della Tuscia, membro del Forum del libro; Marco Piazza, giornalista e autore televisivo.
Dopo l’introduzione e il saluto di Fernanda Cecchini, Assessore alla Cultura Regione Umbria, Jeffrey E. Galvin, addetto stampa dell’Ambasciata degli Stati Uniti d’America in Italia, Romano Montroni, Presidente del Centro per il Libro e la Lettura MiBACT – che ha ricordato i risultati del progetto In vitro e i lusinghieri livelli di crescita riscontrati proprio in Umbria – è cominciata la lectio magistralis dedicata al cervello e alla lettura, alla luce del progressivo aumento della lettura digitale.

Maryanne Wolf

Maryanne Wolf

Wolf ha affermato che il cervello è plastico, modificabile, cambia a seconda del sistema di scrittura e del supporto: il ‘circuito’ della lettura è quindi modificabile.Il cervello è in grado di creare “gruppi di lavoro” e indirizzarli verso determinati obiettivi, creando nuove connessioni. Un altro elemento importante è la capacità di rappresentare le lettere, i suoni. Questa capacità varia perché i sistemi di lettura delle varie lingue sono differenti: l’italiano è diverso dall’inglese, l’inglese dal giapponese, e così via. Non esiste un circuito di lettura ideale: possiamo ampliarlo e renderlo più elaborato o ridurlo a seconda della situazione. Un secondo principio è che la lettura stessa è innovativa, infatti la lettura non fa parte del corredo genetico come il linguaggio o la visione: deve essere insegnata per imparare qualcosa di nuovo, e questo è un elemento sorprendente anche per la scienza. Gli argomenti del ‘cervello che legge’ hanno un riflesso anche sulle scelte degli educatori e su chi elabora le politiche educative e formative, per decidere cosa è importante garantire ai bambini nei primi anni di vita. E’ importante riconoscere i fonemi, riconoscere le lettere, saper fare connessioni, inferenze, deduzioni. E’ importante ampliare il vocabolario e sviluppare la sintassi. La fisicità del libro aiuta i bambini. I tablet sono diventati il “ciuccio digitale” per calmare i bambini , ma questo non è un fatto positivo. La lettura profonda permette di sviluppare un nuovo pensiero. La velocità e le continue sollecitazioni informative, gli stimoli che ci portano da un argomento a un altro, permettono di sviluppare la lettura profonda? Ecco una domanda che non possiamo ignorare. La conoscenza di base ci permette di sviluppare i pensieri, ma se non è consolidata cosa succede? Una domanda che diventa pressante, dato che utilizziamo sempre di più piattaforme di conoscenza esterne a noi stessi. Un altro aspetto importante è che la lettura permette di scoprire il mondo e di entrare in relazione, l’empatia che nasce dalla lettura è sorprendente. E il digitale come entra in questi processi? Vi sono aspetti preoccupanti e aspetti promettenti. I bambini cambiano la soglia di attenzione circa 27 volte in un’ora. Se la nostra attenzione non è profonda, non consolidiamo la memoria, cambiamo noi stessi. Anche Calvino era preoccupato delle velocità che avrebbe appiattito la conoscenza. In effetti diventa difficile leggere e capire Joyce o Proust o in generale gli autori che cercavano a lungo le parole adatte. Cerchiamo la semplificazione, nei termini e nella sintassi: anche gli editori chiedono agli autori una prosa meno densa… Quando cerchiamo ipersemplificazioni, quando usiamo i risultati della prima mezza pagina di Google, diventiamo superficiali, e perdiamo la capacità di una lettura profonda. E chi lavora con i bambini, genitori, educatori, operatori di Nati per leggere deve impegnarsi a mantenere gli elementi per sviluppare la lettura profonda anche per le nuove generazioni. Dobbiamo preservare le qualità del cervello esperto integrandole con le caratteristiche del digitale. Dobbiamo trovare un giusto equilibrio tre la conoscenza interiorizzata e consolidata e la nuova lettura che si affida alle piattaforme esterne.
The reading brain in digital age Il digitale ha effetti sulla lettura: per questo dobbiamo introdurre gradualmente ed esplicitamente, ma non nei primissimi anni di vita, la capacità di leggere digitalmente. Ci sono notevoli promesse e aspettative per la lettura digitale, ma dobbiamo sapere come gestirle. Una parte del lavoro di Maryanne Wolf (con progetti sostenuti anche dall’Italia) si svolge in Etiopia, in India, in Sudafrica, e anche nelle zone rurali degli Stati Uniti, dove i tablet servono alla prima alfabetizzazione – di famiglia o addirittura di comunità – là dove mancano le scuole, e risultati sono sorprendenti. L’alfabetizzazione, la capacità di leggere, ha un impatto determinante sullo sviluppo economico e intellettuale, sulla salute delle persone.
L’intervento di Maryanne Wolf, a cui è seguito un breve, ma intenso dibattito, è stato molto apprezzato dal pubblico che ha riempito la grande sala dove si è svolta la conferenza.
L’incontro è stato promosso da Regione Umbria, Ambasciata degli Stati Uniti d’America in Italia, Centro per il libro e la lettura (MiBACT), Associazione Italiana Biblioteche sezione Umbria con la partecipazione di Maria Alberta Bajma Riva, Maria Giulia Scarcella, Zoe Solforino, allieve dell’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica “Silvio d’Amico”.

Alla pagina https://vimeo.com/album/4112483 sono disponibili video dell’incontro e interviste ai relatori.

Gabriele De Veris – deveris(at)aib.it – Coordinatore Archivio multimediale AIB