L’impatto del Covid-19 sulle biblioteche dell’Emilia-Romagna

Riceviamo e volentieri pubblichiamo un contributo di Roberta Turricchia sulla vicenda Covid-19 in Emilia -Romagna.

Gli eventi epocali sono contrassegnati da date che non si dimenticano: a mio avviso, il 23 febbraio 2020 ha segnato il primo impatto del Covid-19 sulle biblioteche dell’Emilia-Romagna. In tale data il Presidente della Regione Emilia-Romagna emette infatti l’ordinanza n. 1/2020 con cui dispone misure urgenti per il contenimento e la gestione del Covid-19. Tra le misure, dispone la chiusura al pubblico degli istituti e luoghi della cultura di cui all’art. 101 del Codice dei beni culturali e del paesaggio, ad esclusione delle biblioteche. Le biblioteche dell’Emilia-Romagna resteranno quindi aperte al pubblico, mentre saranno chiuse in altre regioni del Nord quali la Lombardia, la Liguria, il Piemonte e il Veneto. Il giorno seguente, il 24 febbraio, l’AIB Emilia-Romagna scrive al Presidente della Regione Stefano Bonaccini (ma non riceverà mai risposta) sottolineando che la vocazione sociale delle biblioteche potrebbe favorire il contagio poiché le biblioteche sono luoghi  di aggregazione sociale e culturale, altamente frequentati da bambini, ragazzi, studenti, anziani, cittadini.

Mesi dopo, sarà proprio la componente aggregativa ad indurre la taske force guidata da  Vittorio Colao a determinare la classificazione delle biblioteche a livello 3 nella tabella per la riapertura stilata ad aprile secondo i codici Ateco. A partire dall’emanazione dell’ordinanza regionale del 23 febbraio gli emiliano-romagnoli si renderanno profondamente conto della gravità che l’impatto del virus potrà avere nel tessuto sociale, economico, relazionale e le biblioteche reagiranno a quel forte segnale con prontezza, ma in modo disomogeneo e non coordinato, commisurato, presumo, alla effettiva possibilità di garantire misure di sicurezza.

Riporto a memoria solo alcune biblioteche ed alcuni tra i provvedimenti adottati:  la Biblioteca Delfini di Modena sospende il servizio di lettura e consultazione di giornali e riviste; la biblioteca per ragazzi Casa Piani di Imola chiude le attività di gioco in ludoteca; la Biblioteca Universitaria di Bologna dispone i posti a scacchiera nelle sale di lettura per garantire il distanziamento interpersonale, l’Università di Bologna elimina alcune sedute nelle sale di studio. Chiudono al pubblico la Mediateca di San Lazzaro di Savena, la Palatina di Parma, le sale studio dell’Università di Modena e Reggio Emilia. Ovunque sono annullati eventi, laboratori, atelier. L’uso della mascherina nei luoghi e uffici destinati al pubblico non è ancora prescrittivo e nelle biblioteche comincia la ricerca per l’approvvigionamento dei dispositivi di sicurezza che si impennerà durante la chiusura degli istituti, disposta per tutte le biblioteche italiane il 9 marzo.

La chiusura

Sarà infatti il D.P.C.M. del 9 marzo a chiudere le biblioteche in tutta Italia, dunque anche in Emilia-Romagna. Dal 9 marzo saranno chiuse al pubblico oltre 11.800 biblioteche (tante sono le biblioteche italiane censite dall’ICCU), di cui 1.483 in Emilia-Romagna: l’impatto sociale ed economico sarà altissimo come pure l’impatto organizzativo e strutturale sulle biblioteche. Due giorni dopo, l’11 marzo l’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) dichiarerà che il focolaio di infezione prodotto dal nuovo Coronavirus SARS-Covid-19 è da considerarsi pandemia.

Tra il 24 febbraio e il 30 aprile si fermerà completamente tutto il settore culturale regionale con un mancato incasso pari a circa 45 milioni di euro. Nel medesimo periodo saranno annullati 2.045 eventi in biblioteche e archivi. Circa 1.500 biblioteche chiuse hanno rappresentato anche un costo sociale (spesso non calcolato) che ha inciso sul tessuto relazionale, culturale, conoscitivo del nostro territorio e sulle opportunità di pari accesso al digitale che i servizi bibliotecari contribuiscono a garantire e rispetto al quale sarà fondamentale rafforzare gli investimenti. Su questo tema centrale sono opportunamente intervenuti presidente e vice presidente della nostra associazione con uno specifico articolo su “AIB Studi”.

Sul piano organizzativo e strutturale, le biblioteche hanno dovuto attrezzarsi per contenere i rischi e tutelare la salute del personale i cui turni di lavoro in presenza sono stati contingentati, a favore dello smart working che è divenuto una modalità di lavoro ampiamente diffusa nel settore pubblico, seppur per necessità, e incentivata dal decreto “Cura Italia”. Al 21 aprile il 78,8% dei dipendenti delle pubbliche amministrazioni dell’Emilia-Romagna stava lavorando in smart working e in telelavoro, per un totale di oltre 3.420 persone.

Durante la chiusura delle loro sedi, le biblioteche hanno avviato onerosi piani di predisposizione alla riapertura che hanno incluso spazi, arredi, attrezzature, servizi, riorganizzazione del lavoro al pubblico e del back office, tutela della salute di utenti e dipendenti, studi e confronti su modalità e tempi di persistenza del virus su superfici e materiali presenti nelle nostre raccolte (carta, cartone, stoffa, plastica, etc. ). Se da un lato il lockdown ha bloccato e congelato un paese, dall’altro ha accelerato i processi di riconversione dei servizi, riavviato forme collaborative tra istituti, sistemi ed enti ricompattando il servizio bibliotecario regionale verso obiettivi saldamente condivisi ed evidenziato gli elementi che accomunano le biblioteche, anche di diversa tipologia. La chiusura ha sospeso la circolazione dei prestiti interbibliotecari regionali, ma non ha fermato i servizi nei singoli istituti che in molti casi sono stati convertiti in modalità a distanza, aprendo di fatto una fase di riflessione sull’identità e il ruolo futuro delle biblioteche, sul loro posizionamento, sulle potenzialità ancora da esprimere, sul rapporto tra biblioteche e comunità.

Durante la “fase 1” alcune biblioteche hanno strutturato servizi di prestito a domicilio (es. la Biblioteca Manfrediana di Faenza con l’ausilio dei volontari dei rioni o la Biblioteca di Castel Guelfo con l’aiuto dei volontari della protezione civile), potenziato il reference a distanza via mail, telefono, form, app, proposto bibliografie e consigli di lettura, segnalato video di attività e conferenze svolte in precedenza, presentato cimeli bibliografici e luoghi (es le clip della biblioteca dell’Archiginnsio di Bologna sugli spazi solitamente inaccessibili), offerto videoletture (le biblioteche del reggiano ne hanno pubblicato l’elenco sul loro sito), rafforzato i contatti sui social anche con indovinelli letterari (es Salaborsa-Bologna) e puzzle di ambienti (es. il puzzle dell’Aula Magna della Classense-Ravenna), suggerito ai bambini e ai loro genitori la partecipazione a laboratori on line (ad es. il tutorial “Il coniglio porta ovetti di Pasqua” di Casa Piani, sezione ragazzi della Biblioteca comunale di Imola, per la costruzione di un porta ovetti pasquale), incrementato il prestito digitale (dal 1 al 25 marzo le biblioteche dell’Istituzione del Comune di Bologna hanno registrato 2.600 nuove iscrizioni alla piattaforma Emilia Digital Library-MLOL, una media di 100 giorno) come ha notato Lorenzo Baldacchini in “AIB notizie”. Va ricordato che, grazie alla collaborazione tra l’Associazione Italiana Biblioteche, l’Associazione Italiana Editori e i titolari dei diritti, le biblioteche hanno potuto effettuare videoletture e caricarle liberamente in rete, attingendo ad una lista di titoli concordati. Tutte le diverse attività erogate durante la chiusura delle sedi saranno approfondite in vista del “Bibliopride”, l’evento AIB che quest’anno sarà dedicato alle biblioteche durante il lockdown.

In questo scenario il personale bibliotecario non ha potuto sottrarsi alle difficoltà imposte da un contesto fluido ed emergenziale e da modalità lavorative frequentemente asincrone in cui sono emerse difficoltà di comunicazione e complessità relazionali, frammentazione dei processi di lavoro, situazioni di stress, frustrazione nel tentativo di anticipare scenari e disposizioni, deboli competenze in ambito digitale e tecnico, incertezze. I lavoratori esternalizzati, in particolare, sono stati penalizzati dalla contrazione o sospensione degli appalti e, in merito, l’Osservatorio Lavoro e Professione dell’AIB sta elaborando dati sull’emergenza lavoro verificatesi nelle biblioteche. Anche il recente monitoraggio avviato dall’ ISTAT per ricostruire la mappatura delle biblioteche italiane potrà fornirci elementi di valutazione circa le ripercussioni dell’emergenza da Covid-19 sui lavoratori del settore bibliotecario.

La riapertura

Con l’ordinanza n. 74, il  30 aprile il Presidente della Regione Emilia-Romagna consente la riapertura al pubblico delle biblioteche, esclusivamente per il servizio di prestito e restituzione con modalità idonee ad evitare qualsiasi rischio di contagio. Prontamente, l’AIB Emilia-Romagna segnalerà al Presidente Bonaccini il proprio stupore per  l’accelerazione: in conferenza stampa, infatti, il Presidente del Consiglio dei Ministri Giuseppe Conte aveva preannunciato la riapertura delle biblioteche a partire dal 18 maggio, come stabilirà poi il D.P.C.M del 17 maggio (mentre  l’utilizzo delle biblioteche delle università, degli enti pubblici di ricerca e di alcuni istituzioni, sempre in regime di sicurezza era stato già disposto dal D.P.C.M. 6 del 26 aprile 2020).  A fine aprile, infatti, le biblioteche dell’Emilia-Romagna erano ancora impegnate in onerosi piani di riorganizzazione dei servizi da offrire nuovamente al pubblico, di ripensamento delle attività degli uffici e delle modalità di lavoro in sicurezza, di fruizione degli ambienti e dei documenti da parte degli utenti, di ricerca dei dispositivi di protezione e in attesa di chiarimenti e indicazioni circa la sanificazione di ambienti e collezioni. Erano inoltre ancora in corso i tavoli tecnico-scientifici di confronto per giungere a linee condivise, quali il “Tavolo metropolitano per la sicurezza sui luoghi di lavoro” della Città di Bologna e il tavolo di confronto su azioni e strumenti per la riapertura condotto dall’IBACN (Istituto per i Beni Artistici Culturali e Naturali della Regione Emilia-Romagna) che produrranno le loro evidenze solo successivamente.

Molte biblioteche pubbliche di ente locale non riapriranno quindi il servizio di prestito in sede a partire dal 4 maggio. Tra queste le biblioteche del Comune di Bologna, del Comune di Modena, del Comune di Imola, del Comune di Ferrara, del Comune di Forlì, dell’Unione della Romagna Faentina, dell’Unione della Bassa Romagna, del Comune di Parma, del Comune di Piacenza, la Malatestiana di Cesena, la Gambalunga di Rimini.

Oggi le biblioteche pubbliche di ente locale dell’Emilia-Romagna condividono un piano graduale di riapertura e riavvio dei servizi, misure di prevenzione e protezione, protocolli di gestione dei documenti e dei servizi grazie anche al confronto avviato dall’IBACN della Regione Emilia-Romagna e i cui esiti sono confluiti in vari documenti operativi. E’ forte l’esigenza di presidiare il cambiamento e di capire come potranno posizionarsi le biblioteche alla luce di un nuovo paradigma.  In questi mesi, l’Associazione Italiana Biblioteche ha supportato biblioteche e bibliotecari di fronte all’emergenza e orientato la comunità professionale, pubblicando dapprima un repertorio di fonti informative controllate e autorevoli, poi comunicando puntualmente chiarimenti sulle disposizioni e sulla tutela della salute in biblioteca. Ha fornito consulenza sulle fonti scientifiche relative alla persistenza del virus sui materiali,  interagendo in merito anche con l’ICPAL, e organizzato incontri virtuali (Aperitivi in biblioteca) dedicati a temi specifici che hanno riscontrato molte adesioni. La Commissione nazionale biblioteche pubbliche dell’AIB ha pubblicato, a sua volta, il documento “Disegnare la fase due: progettare la riapertura delle biblioteche pubbliche” che ha rappresentato un punto di riferimento per la comunità professionale. Nell’insieme un impegno importante che continua e continuerà anche nei prossimi mesi.

Link utili

Monitoraggio effetti Covid19 sulla cultura: un profondo rosso

<https://ibc.regione.emilia-romagna.it/notizie/2020/monitoraggio-effetti-covid19-sulla-cultura-un-profondo-rosso>

<http://www.funzionepubblica.gov.it/articolo/ministro/25-03-2020/pa-lo-smart-working-nelle-regioni-ecco-i-primi-dati>

Lorenzo Baldacchini,  Le biblioteche ai tempi del virus,  “AIB Notizie”, 2 aprile 2020, <https://aibnotizie.aib.it/le-biblioteche-ai-tempi-del-virus/>

<https://www.istat.it/it/archivio/217094>

<https://www.aib.it/categorie/attivita/comunicati/>

Disegnare la fase due: progettare la riapertura delle biblioteche pubbliche, <https://www.aib.it/attivita/2020/81918-disegnare-la-fase-due-progettare-la-riapertura-delle-biblioteche-pubbliche/>

Roberta Turricchia

Presidente regionale AIB Emilia-Romagna

Imola, 6 agosto 2020