L’inclusione in Maria Abenante. Presentazione del volume L’orgoglio di essere bibliotecari

Con molto piacere pubblichiamo il resoconto, curato da Giuseppe Basile, della presentazione organizzata dall’AIB puglia del volume dedicato a Maria Abenante.L’orgoglio di essere bibliotecari

Organizzata dalla Sezione Puglia dell’AIB di concerto con l’AIB nazionale, si è tenuta il 24 febbraio la presentazione del volume “L’orgoglio di essere bibliotecari: saggi in ricordo di Maria A. Abenante”.

È stato un incontro ricco di riflessioni, di considerazioni e di stimoli ma allo stesso tempo pregno di umanità e di commozione nel comune ricordo dell’amata e indimenticabile collega Maria Antonietta Abenante (1969-2019).

“Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali. È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese”.

Lucia di Palo, presidente dell’AIB Puglia, apre l’incontro citando l’articolo 3 della Costituzione, i cui princìpi dovrebbero trovare strumenti di attuazione proprio nelle biblioteche e nell’impegno militante dei bibliotecari. La conoscenza come risorsa infinita e bene immateriale da condividere attraverso la biblioteca, strumento e luogo di formazione, apprendimento e inclusione per contrastare la povertà educativa. L’inclusione da attuarsi non solo attraverso il ruolo delle biblioteche come centri di aggregazione sociale ma come luoghi di culture altre. L’impegno, l’amore per la professione, il suo modo di essere e di porsi, hanno fatto di Maria Abenante un esempio di inclusione.

La presidente del Consiglio regionale della Puglia Loredana Capone esordisce ricordando la scomparsa dell’intellettuale Franco Cassano che ha segnato con il suo pensiero meridiano una rilettura del Mezzogiorno. E proprio il ridare al sud dignità di soggetto di pensiero è stato uno degli impegni di Maria Abenante anche con la sua funzione di facilitatrice della lettura dell’attualità. La dignità di tutti deve essere esaltata e le biblioteche hanno un compito essenziale in questo senso. La Presidente ricorda come negli anni scorsi da assessore alla Cultura ha fatto destinare 120 milioni di euro al progetto Community Library per la realizzazione di biblioteche in tutta la Puglia. Ricorda inoltre l’impegno per il territorio della Biblioteca del Consiglio regionale e la prossima apertura presso l’ex Caserma Rossani del Polo regionale delle biblioteche pugliesi. Chiude l’intervento manifestando fiducia e stima per i bibliotecari: coloro che danno linfa vitale, che danno l’anima, che dai libri estraggono la cultura per alimentare la vita delle comunità.

Prende poi la parola Corrado Petrocelli, a cui è affidato il compito di moderatore, che esordisce ricordando quando, da rettore dell’Università di Bari, su proposta di Silvia Barile (1966-2013) dell’Associazione “Libri su misura” contribuì alla realizzazione della biblioteca pediatrica “Le quattro stagioni” per bambini malati oncologici, ben presto implementata per assecondare anche le richieste dei famigliari e degli studenti. Non manca naturalmente di informare che presso “La casa del popolo” a Bari il 12 aprile 2019 è stata inaugurata una biblioteca di comunità, nel cuore del quartiere Madonnella, dedicata a Maria Antonietta Abenante e alimentata dalle donazioni anche di privati cittadini. Petrocelli, attualmente rettore dell’Università di San Marino, si sofferma brevemente su alcuni saggi contenuti nel volume riguardanti il tema dell’inclusione. Fa riferimento allo scritto di Franco Mercurio secondo il quale Maria Abenante, prima di molti altri, aveva compreso il ruolo strategico che può svolgere la biblioteca pubblica nel tentare di tenere insieme l’identità di comunità e le culture delle diverse etnie di immigrati in una visione di superamento del contrasto fra integrazione e segregazione, dove persone con valori culturali diversi entrano in relazione. Cita inoltre l’intervento militante di Piero Cavaleri nella parte in cui dice che i bibliotecari sono impegnati nel cambiamento sociale e pertanto sono progressisti. A tal proposito Petrocelli cita l’economista statunitense, premio Nobel nel 2001, Joseph Stiglitz che fu allontanato dalla poltrona di vice presidente della Banca mondiale per aver rivelato che la Banca aveva chiesto ai paesi poveri di non erogare stanziamenti per l’istruzione di base e l’alfabetizzazione degli adulti. Da qui il collegamento e i riferimenti al saggio di Stefano Parise sul ruolo delle biblioteche come istituti della democrazia che a volte sono in crisi per la crisi dei valori fondanti della democrazia, che subisce attacchi senza precedenti soprattutto dallo strapotere dei mercati finanziari e dalla privatizzazione della conoscenza e dell’alta formazione. Le biblioteche devono reagire e resistere come baluardi contro le disparità, le disuguaglianze, la povertà educativa.

Anna Vita Perrone, dirigente della Sezione Biblioteca e Comunicazione Istituzionale del Consiglio Regionale della Puglia, nel breve indirizzo di saluto sottolinea come la ricchezza dei saggi contenuti nel volume costituisce motivo di vanto per il curatore e ne fa un testo di riferimento per tutti i bibliotecari. Ricorda Maria Abenante e il suo approccio alle questioni, contemporaneamente mite e rigoroso, attraverso le parole degli utenti della biblioteca: Maria sapeva ascoltare, era empatica, accogliente, disponibile, sensibile, inclusiva, delicata, gentile, umile; era una guida costante, di immensa cultura, rigorosa nella ricerca personale, nello studio degli archivi, nelle pubblicazioni curate.

Vittorio Ponzani, curatore del volume, manifesta la sua emozione perché il libro è frutto del lavoro di tanti. Un bel modo per ricordare Maria che a lei sarebbe piaciuto, perché lei amava i libri, perché è un ricordo duraturo, realizzato da bibliotecari e studiosi di alto livello che erano suoi amici. Dal 28 febbraio 2019 nella comunità professionale si è scatenata una tempesta, una miriade di messaggi che condividevano l’amore e l’affetto per Maria. Questa partecipazione, affinché il ricordo per quanto doloroso non andasse perduto, si è tramutata in eventi. Ad aprile 2019, è stato organizzato il 1. Seminario dedicato a Maria Abenante presso il Consiglio regionale della Puglia. È seguita l’indizione da parte dell’AIB nazionale del Premio “Maria Abenante” che ha visto l’affermazione di Nunzia Pastorini. In seguito è nata l’idea di una pubblicazione nella quale ogni autore ha inserito liberamente affetti, interessi, argomenti, dacché non era stato dato alcun tema. Ne è scaturita un volume con due temi centrali, molto cari a Maria Abenante, l’etica bibliotecaria e l’inclusione. Per il vice presidente nazionale AIB Maria è stata la persona più inclusiva del punto di vista personale e professionale che abbia mai conosciuto. Inclusiva senza mediazione, senza venir meno ai propri valori fondamentali, aperta al confronto, all’ascolto e alla mediazione. Maria era particolarmente sensibile al tema forse perché lei stessa aveva una storia culturale di inclusione e multiculturalità, facendo parte la sua famiglia della minoranza etnico-linguistica albanese arbëreshë, insediata in Calabria.

Franco Neri, già Direttore della Biblioteca Lazzerini di Prato, ricorda come Maria portava gli altri oltre il limite, riusciva col dialogo e l’ascolto a far emergere i talenti di ognuno; quel dialogo che mette in gioco e dal quale si esce indelebilmente trasformati. Tra i valori di Maria colloca subito quella che Gorman definisce la stewardship, la maestria di competenze e di arte per la presa in carico dei beni immateriali; beni che dovrebbero comprendere anche i beni relazionali che nascono nell’attività delle biblioteche. Lo stesso abusato concetto di resilienza dovrebbe significare il mettersi in gioco per attivare un processo di cambiamento; e la biblioteca è inclusiva se capisce il linguaggio e le esigenze degli altri. Neri dalla prima edizione delle opere di  S. R. Ranganathan estrapola tre epigrafi che ben si adattano a Maria e ai suoi valori. La prima citazione è dalle Leggi di Manu: “Portare la conoscenza a tutti ed educarli a percepire il giusto. Anche possedere tutto l’universo non può eguagliare questa forma di servizio”. Ranganathan cita anche David Henry Thoreau il quale era convinto che l’Inghilterra avesse le risorse per costruire una comunità nobile attraverso la cultura: “Invece di nobili, che ci siano nobili villaggi pieni di uomini. Se necessario, rinunciamo a un ponte sul fiume … ed edifichiamo almeno un arco sopra il più buio abisso d’ignoranza che ci circonda”. L’ultima epigrafe Ranganathan la mutua da Ovidio e Bacone affermando che “La lettura diventa carattere, diventa persona”.

Sara Chiessi, bibliotecaria presso la Biblioteca San Giorgio in Piano (BO), racconta di aver conosciuto Maria a Bari durante uno dei Workshop di Teca del Mediterraneo e di aver riscontrato in lei l’ospitalità e l’accoglienza in persona. Proprio l’accoglienza, concetto che la Chiessi preferisce a inclusione e integrazione, che dovrebbe essere il cardine dell’agire bibliotecario. Le biblioteche devono accogliere a braccia aperte, soprattutto le biblioteche pubbliche che più di altre hanno un servizio di bassa soglia, dove tutti indistintamente possono entrare, senza alcun limite, senza particolari regole. La biblioteca accoglie i bisogni informativi e culturali e a volte riesce ad accogliere anche i bisogni inespressi. L’accoglienza non deve sfuggire alle regole biblioteconomiche e, pertanto, sarebbe opportuno che alla base di tutto ci sia un progetto: accogliere non significa accogliere acriticamente ma fare una selezione secondo la mission della biblioteca. È indispensabile ascoltare, valutare, soppesare tutte le richieste e saper spiegare e motivare gli inevitabili dinieghi. Accogliere come attitudine! I bibliotecari devono saper accogliere; devono saper praticare la gentilezza (tema affrontato nel volume da Maria Stella Rasetti), uscire dalla comfort zone, dentro la quale molti si trincerano, ed essere flessibili. Sara Chiessi a tal proposito cita da Wonder: “Quando ti viene data la possibilità di scegliere se avere ragione o essere gentile, scegli di essere gentile”. L’accoglienza ha purtroppo subito un duro colpo con la pandemia da Coronavirus. Molte biblioteche però hanno cercato di mantenere una relazione con gli utenti che erano rimasti fuori e di rimanere comunque accoglienti. Si è scoperto così come nella pubblica amministrazione possono esserci cambiamenti repentini proprio in nome dell’accoglienza: alle porte fisiche si sono sostituite e aperte porte virtuali.

Gli ultimi due interventi sono stati relativi all’Associazione e Biblioteca “Annalisa Durante” di Napoli.

Il presidente Giuseppe Perna ricorda che la loro è un’associazione che tiene particolarmente al valore della memoria essendo intestata in memoria di Annalisa Durante (1990-2004), vittima innocente della camorra, alla quale si associa ora il ricordo di Maria Abenante. L’associazione, nata nel 2005 per attivare un percorso di recupero culturale e sociale nel quartiere Forcella di Napoli, nel tempo ha affinato una spiccata capacità inclusiva attivando rapporti con cittadini di ogni età, associazioni, famiglie, scuole, musei, altre realtà insistenti in una zona centrale ma emarginata della città. Per diffondere la lettura l’associazione ha iniziato a donare e a ricevere libri in una sorta di bookcrossing che si è man mano allargato. Ora la biblioteca è in SBN ed eroga una serie articolata di servizi. La biblioteca, sottolinea Perna, non deve essere vista e concepita come luogo in attesa dei frequentatori ma deve proiettarsi all’esterno, verso la comunità. Il progetto “Zona NTL”, ad esempio, destinato ad attivare a Forcella un circuito virtuoso, culturale ed economico su “Napoli”, “Turismo” e “Legalità”, rappresenta uno dei principali ambiti di intervento in cui opera l’Associazione. Inoltre, la Biblioteca “Annalisa Durante” è parte attiva del Patto locale per la lettura denominato “Reading Forcella”: un vero e proprio modello di integrazione di comunità di pratiche.

L’incontro si conclude con l’intervento di Nunzia Pastorini, bibliotecaria presso la Biblioteca “A. Durante” di Napoli e vincitrice del Premio Maria A. Abenante, che esordisce rincordando come Maria Abenante sia entrata nel suo percorso umano e professionale come una cometa che brilla, insieme a quella di Annalisa Durante, nel percorso di rigenerazione sociale intrapreso dalla sua associazione. Nunzia Pastorini ha illustrato tutte le attività proposte dalla sua Biblioteca che non ha cessato di operare neanche durante le chiusure imposte dai lockdown per coronavirus grazie al sito https://casadiquartiere.it/ sul quale è possibile conoscere tutte le informazioni, i progetti e le attività nonché usufruire di servizi e di documentazione riguardante la biblioteca, il quartiere Forcella e tutta Napoli.

Corrado Petrocelli prima di cedere la parola alla “padrona di casa” Lucia Di Palo ha lanciato ancora una volta un appello a favore delle biblioteche scolastiche abbandonate a se stesse senza la presenza di una figura professionale di ruolo.

La presidente regionale AIB Puglia è grata per l’incontro trascorso con commozione ma in serenità con lo sguardo profondo e accogliente di Maria Abenante e si augura che le biblioteche siano anche uno strumento, un luogo e un mezzo per poter scandagliare la coscienza di noi stessi.

Giuseppe Basile

vicepresidente AIB Puglia