12 aprile 2019 – 6 giugno 2019: ricordando Maria Abenante, bibliotecaria

Con questo contributo Lucia di Palo e Milena Tancredi ricordano la carissima Maria Abenante, che ci ha lasciato, troppo presto, nel febbraio scorso.

Un sottile, indistruttibile filo rosso unisce i percorsi di chi scrive con Maria Abenante, bibliotecaria, presidente regionale dell’AIB Puglia, già vicepresidente nazionale AIB nel triennio 2014-2017, prematuramente scomparsa il 28 febbraio scorso.
Il 13 aprile Maria, bibliotecaria presso la Biblioteca del Consiglio regionale della Puglia – Teca del Mediterraneo, avrebbe compiuto 50 anni, in tale occasione, la stessa biblioteca e l’Associazione italiana biblioteche hanno voluto celebrare il suo ricordo, organizzando, il 12 aprile, a Bari, un seminario dal titolo “Biblioteche e bibliotecari insieme per il benessere sociale”. I contributi dei colleghi bibliotecari Francesca Cadeddu, Stefano Parise, Vittorio Ponzani e della dirigente della Teca Anna Vita Perrone, hanno affrontato le tematiche gestionali e culturali delle biblioteche, rivolgendosi a tutti coloro, dediti come Maria, alla professione bibliotecaria.
È stato analizzato il ruolo della biblioteca e del bibliotecario insieme per il benessere sociale, esaminata la testimonianza quotidiana dell’ascolto attivo, come elemento fondante della professione, strumento nella comunicazione con i lettori, nella percezione della biblioteca. La biblioteca è il luogo in cui si manifesta l’idea militante della professione. Le competenze del bibliotecario devono finalizzarsi al miglioramento dell’esistenza degli individui al fine di ampliarne gli orizzonti, per raggiungere un benessere multidimensionale. Nel prossimo decennio l’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile voluta dall’ONU auspica oltre all’abolizione della povertà, l’eliminazione della fame, il miglioramento della qualità della formazione per assicurare l’accesso pubblico all’informazione (benessere sociale durevole), alla cultura, alla literacy universale. Le competenze rappresentano, dunque, la frontiera nel mondo contemporaneo. Diventa indispensabile la conoscenza in termini di equità, di opportunità per tutti, di capacità relazionale. E la biblioteca deve essere riconosciuta e vissuta come luogo di inclusione dove contrastare la povertà educativa. Una biblioteca con queste caratteristiche deve declinare quale comunità bisogna servire, quale spazio accogliente si vuole offrire, spazio di formazione, di apprendimento in funzione di una cittadinanza attiva. Il bibliotecario rinnova il suo essere militante, il suo credere nella forza del proprio lavoro, riconoscendo la necessità di dialogare con le istituzioni e differenti associazioni. L’inclusione si attua non solo attraverso il riconoscimento della biblioteca come centro di aggregazione sociale, ma il suo essere luogo di culture altre, come le biblioteche carcerarie e le biblioteche dislocate negli ospedali. Questo il messaggio della biblioteca come luogo di educazione popolare.
Il segno del profondo legame con Maria Abenante, al termine del seminario del 12 aprile, è stato lo scoprimento di una targa a lei dedicata, presso la Biblioteca del Consiglio regionale, in nome dell’abnegazione che ha caratterizzato il suo essere forza propulsiva delle attività e delle iniziative ivi organizzate. La giornata ha avuto seguito con l’inaugurazione della Biblioteca “Maria Antonietta Abenante” presso la Casa del popolo di via Celentano, sempre a Bari, nata spontaneamente per iniziativa di alcuni amici e a lei intitolata. La presenza dei familiari è stata costante in entrambi i momenti con particolare coinvolgimento nello scoprimento delle targhe. Ci auspichiamo, che ogni anno si possa reiterare la giornata di studio, presso la Teca in nome della grande eredità culturale che Maria Abenante, ci ha lasciato. Eredità che ha lasciato anche con un importante lascito della sua biblioteca privata in entrambi gli spazi bibliotecari a lei dedicati.
L’intenso rapporto di Maria Abenante con la Biblioteca del Consiglio regionale emerge dalla sua attiva partecipazione alla organizzazione degli annuali workshop. Indelebili la sua impronta e la sua firma anche per quello svoltosi lo scorso 6 giugno, dal titolo “Biblioteche ieri oggi e domani”, da un’idea nata da Maria e discussa, nei mesi precedenti, con il vice-presidente dell’Aib Vittorio Ponzani, che ha strettamente collaborato alla organizzazione del workshop. L’evento che rappresenta, ormai, uno dei più importanti appuntamenti, nel Sud Italia, di aggiornamento, formazione e discussione su tematiche biblioteconomiche di attualità, è stato organizzato e promosso da Teca del Mediterraneo, la Biblioteca del Consiglio Regionale della Puglia, in collaborazione con l’AIB (Associazione Italiana Biblioteche) – Sezione Puglia, e con il patrocinio dell’AIE (Associazione Italiana Editori). Il workshop si è aperto con un commovente ricordo di Maria da parte del presidente del Consiglio Regionale della Puglia Mario Loizzo.
Le tematiche affrontate nella ventesima edizione hanno avuto l’obiettivo di analizzare, a partire da una prospettiva storica, la trasformazione delle biblioteche negli ultimi decenni. È stata approfondita soprattutto la loro funzione sociale e culturale.
Giovanni Peresson dell’Associazione Italiana editori, ha raccontato dei risultati di una ricerca condotta nel settembre del 2018 sulla tematica della percezione della biblioteca da parte dei cittadini, puntualizzando come tale luogo si posizioni nel loro vissuto e nel loro immaginario. Alberto Petrucciani della Sapienza Università di Roma ha presentato l’innovativo progetto L&L Lives and Libraries: lettori e biblioteche nell’Italia contemporanea, in corso di realizzazione da parte di un gruppo di ricerca della Sapienza. Il sito web che intendono realizzare vuole essere uno strumento attraverso cui il luogo biblioteca, in un’analisi pluridimensionale, si intreccia con l’esistenza dei propri utenti. Simonetta Buttò, direttrice dell’Istituto Centrale per il Catalogo Unico, ha tracciato l’evoluzione storica dei concetti di cooperazione e condivisione degli standard bibliografici nazionali. Mariangela Roselli docente di Sociologia presso l’Università di Toulouse – Jean Jaurès, ha illustrato il caso delle mediateche in Francia, definite come “troisième lieu”, teatri di azioni socio-educative che vedono protagonisti non solo la lettura, ma anche altre forme culturali come laboratori per bambini, spazi autodidattici, giochi di società e videogiochi. Nuovi modi di proporre cultura. La biblioteca come un luogo di aggregazione ha sottolineato Klaus Kempf della Bayerische Staats Biblioteck, che ha, d’altronde, posto in evidenza la necessità di sviluppare un concetto di servizio che corrisponde ai fabbisogni dei clienti-utenti. Un discorso che ben si intreccia con l’analisi, proposta da Enrico Pio Ardolino, dell’Università della Sapienza Università di Roma, dei motivi concreti che spingono le persone ad entrare ed usare una biblioteca, analisi che permette di analizzare gli slanci e le pulsioni di donne e uomini, lettrici e lettori.
Lo sguardo alla storia di alcune biblioteche di Puglia e Basilicata ha caratterizzato il ventesimo workshop. Antonella Trombone, dell’Università della Basilicata, ha narrato, nello specifico, la storia della colonia confinaria delle isole Tremiti negli anni Trenta. Federica Fella, della Biblioteca della Città Metropolitana di Bari Santa Teresa dei Maschi De Gemmis, ha evidenziato come l’instancabile lavoro di raccolta di materiali librari e archivistici, concernente la Puglia e il Mezzogiorno, ad opera del barone De Gemmis bibliofilo, mecenate ha, fortemente arricchito il panorama culturale della regione. Medica Assunta Orlando della Biblioteca comunale di Maglie ha illustrato la magnificenza della più antica biblioteca pubblica pugliese la biblioteca comunale “Francesco Piccinno” di Maglie, con un patrimonio di oltre 100000 volumi di cui 8000 tra preziose cinquecentine, seicentine incunaboli e con volumi che presentano fogli manoscritti del XII secoli attribuiti al monastero di San Benedetto da Norcia. La storia delle biblioteche pugliesi e lucane è rievocata anche attraverso lo sguardo di Francesco Barberi, soprintendente alle biblioteche della Puglia e della Lucania nel decennio 1933-1943. Vittorio Ponzani, della Biblioteca dell’Istituto Superiore di Sanità, ha ricostruito attraverso l’attività del soprintendente la situazione delle biblioteche pugliesi e lucane soffermandosi anche sugli intrecci professionali che Barberi era riuscito a tessere con i bibliotecari dell’epoca.
In conclusione quali immagini emergono della biblioteca? Luogo che presenta la capacità di adattamento e trasformazione, luogo che assume un ruolo attivo a livello culturale, di scambio e di dibattito, luogo aperto alla parola e non solo alla lettura silente. Questa una serie di possibili percezioni che fanno parte dell’immaginario sociale. Rimane fondamentale l’idea, che ha fortemente caratterizzato l’impegno professionale di Maria Abenante, della biblioteca come servizio al cittadino per sconfiggere la diseguaglianza sociale.
Grazie Maria.

Lucia di Palo
Milena Tancredi