IFLA 2024 Dubai: perché nel 2024 il Congresso IFLA non si farà

Laura Ballestra, Presidente AIB e Enzo Borio, Vicepresidente, nella loro qualità di delegati CEN all’internazionalizzazione, ci trasmettono questa nota.

Il Congresso IFLA 2023 di Rotterdam dello scorso Agosto non è stato un congresso come gli altri. Nonostante l’apparente “normalità” non c’è stato un momento in cui il tema della decisione di IFLA di svolgere il prossimo congresso a Dubai non emergesse. Ogni commissione o gruppo di lavoro ha dovuto interrogarsi sulla possibilità che i propri membri non andassero a Dubai, perché questo avrebbe influenzato l’organizzazione dei lavori e le call for papers che vengono spesso definite un anno prima.

Anche in incontri dedicati a questioni tecniche, bastava la presenza di un membro del Board di IFLA perché qualcuno dal pubblico intervenisse a sollevare la questione del perché si volesse svolgere il Congresso a Dubai nonostante tante obiezioni.

E’ evidente che la decisione di IFLA di proporre alle associazioni un referendum sull’opportunità di mantenere la sede a Dubai, con esiti del 70% dei rispondenti a favore di uno spostamento ad altra sede, ignorato nei fatti, non è stato gradito. Durante l’Assemblea generale più volte sono state sollevate mozioni per riprendere l’argomento, mentre il Board confermava la scelta ribadendo che il referendum aveva unicamente valore consultivo, perché solo il Board poteva decidere, e che diversamente non ci sarebbe stato alcun congresso.

Un numero davvero vasto di organizzazioni internazionali bibliotecarie di tutto il mondo aveva preventivamente mostrato perplessità se non contrarietà per la decisione di svolgere il Congresso a Dubai. (1)

Anche AIB, per tramite del Comitato esecutivo, si era espressa già in giugno, chiedendo che si trovasse una soluzione per spostare il Congresso da un Paese “[…] le cui leggi e i cui valori non rispondono al rispetto dei diritti umani, con particolare riferimento ai diritti delle donne, dei rifugiati, della comunità LGBT+. “ (2)

Mentre ci si attendeva una Conferenza mondiale di IFLA 2024 complessa, in cui le singole associazioni avrebbero dato indicazioni ai propri membri sul fatto di andare o meno, ci sarebbero stati boicottaggi, alcune sessioni si sarebbero svolte probabilmente solo online, è giunta inattesa la decisione di Dubai di ritirare la sua candidatura. A inizio ottobre infatti Emirates Library and Information Association ha informato IFLA della volontà di recedere dal suo impegno.

Il Board di IFLA ha subito preso tempo per valutare la situazione, sapendo che, non essendoci al momento altre candidature, si sarebbe dovuto trovare una soluzione alternativa, che purtroppo l’esito della riflessione non ha però portato a maturare.

A questo punto IFLA 2024 non si farà.

Vicki Mc Donald, la Presidente di IFLA 23-25, ha affermato la volontà di IFLA di cambiare le modalità con cui si svolge il Congresso. In particolar modo sarà creato un nuovo sistema di individuazione dei Paesi ospitanti e nascerà un gruppo di lavoro dedicato, che porterà proposte che saranno discusse anche dalle associazioni professionali dei vari paesi. Quest’ultimo aspetto potrebbe essere un modo per IFLA di riavvicinarsi alle associazioni professionali rappresentate, che con quest’ultima vicenda di IFLA Dubai si sono sentite poco vicine alle decisioni del Board; la revisione della strategia è un altro obiettivo volto a ricostruire le relazioni con i membri di IFLA e i vari portatori di interessi.

Senz’altro la decisione di IFLA Dubai ha creato in seno agli associati IFLA fratture profonde. Si è trattato di una decisione che non ha probabilmente tenuto conto, al netto della buona intenzione di allargare la comunità di IFLA a territori fino ad ora poco presenti, del dissenso reale maturato a partire dalla percepita mancata coerenza, nei comportamenti e nelle scelte da parte del Board, rispetto ai principi professati da IFLA. La risposta che alternative non ce ne fossero è passata in secondo piano quando è emerso che qualcuno sarebbe rimasto davvero escluso, che qualcosa che sembrava lontano, quando la candidatura era stata presentata, si mostrava ora in procinto di accadere, senza garanzie per quelle comunità LGBT+ che pure in IFLA sono rappresentate, senza la certezza che tutti i temi importanti per i bibliotecari e le biblioteche che IFLA rappresenta avrebbero potuto essere trattati.

Dalle crisi si può uscire più rafforzati. Speriamo che l’istituzione internazionale più importante nel mondo delle biblioteche sappia ritrovare nel dialogo con i suoi membri, ma soprattutto nella coerenza tra valori espressi e decisioni intraprese, la via per una nuova vitalità. Il lavoro è già cominciato.

(1) https://www.google.com/url?sa=t&rct=j&q=&esrc=s&source=web&cd=&cad=rja&uact=8&ved=2ahUKEwjMkMr_kMSBAxUnhf0HHU7dBHMQFnoECA4QAQ&url=https%3A%2F%2Fcdn.ifla.org%2Fwp-content%2Fuploads%2Fwlic-2024-briefing-paper-advisory-referendum.pdf&usg=AOvVaw2yR9SWUYUh97sS6EC8Q813&opi=89978449

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