Il ruolo sociale delle biblioteche nella rigenerazione urbana: la nuova Biblioteca Luigi Malerba di Parma

Martedì 13 giugno è stata inaugurata a Parma una nuova biblioteca, intitolata allo scrittore Luigi Malerba (1927-2008), figlio illustre della città emiliana, alla quale rimase sempre legato anche dopo il trasferimento a Roma. Il nuovo edificio, progettato dall’architetto Paolo Montanari, sorge nel quartiere Montanara, a sud del centro storico, nell’area del Distretto del Cinema, che comprende il cinema Edison e l’Officina per le Arti audiovisive. La biblioteca, realizzata nell’ambito del Piano di Rigenerazione Urbana del Comune di Parma finanziato dal Piano Periferie del Ministero dell’Interno (ante PNRR), con un contributo della Regione Emilia-Romagna per l’acquisto degli arredi e la realizzazione della segnaletica  e dell’apparato di comunicazione, è stata ideata nel 2018 sotto l’amministrazione Pizzarotti e portata a termine da quella attuale guidata da Michele Guerra. Prende il posto di villa Ghidini, edificio padronale lesionato dal terremoto e demolito nel 2019. La dedica a Malerba, autore impegnato anche come sceneggiatore, oltre a sanare una mancanza nella ‘sua’ Parma, contribuisce a saldare la duplice vocazione dell’area oggetto dell’intervento di riqualificazione. All’inaugurazione erano presenti anche la moglie dello scrittore, Anna Lapenna, e la figlia Giovanna.

L’edificio, che sfrutta le energie rinnovabili, è certificato in classe NZEB (a energia quasi zero) e si caratterizza per le ampie vetrate e le forme che vogliono evocare una sorta di ‘casa sull’albero’, in un rapporto di interscambio con il giardino circostante. Il piano terra è dedicato al front-office, all’esposizione di diverse tipologie di materiali, e ai bambini più piccoli. Il primo piano è per i ragazzi; il secondo, ricavato nei due grandi salienti di sapore nordico del tetto, è un unico spazio per gli adulti con postazioni lettura e studio. Dal secondo piano si accede a una terrazza. La biblioteca è collegata con una passerella – altro richiamo alle case sugli alberi – all’Officina per le arti audiovisive. L’ingresso, di forma semi-circolare, dovrebbe richiamare nelle intenzioni una bussola, ma è forse la parte meno riuscita del complesso,  e appare dimesso nel suo rivestimento lamierato.

Il nuovo servizio osserva un orario spezzato, ma in compenso è aperto il sabato pomeriggio e soprattutto la domenica mattina, aspetto tutt’altro che scontato e poco frequente in Italia anche in biblioteche di pubblica lettura di ben maggiori dimensioni e bacino d’utenza. Attualmente è per intero esternalizzato, una situazione di disequilibrio gestionale purtroppo non infrequente anche in sistemi bibliotecari di medie o grandi dimensioni, in cui la disponibilità di personale interno, il piano occupazionale dell’ente e la cessazione, dal 2019, delle più pesanti limitazioni del patto di stabilità 2016-2018, consentirebbero più ampi margini di manovra nella distribuzione ai singoli servizi e nelle assunzioni a tempo indeterminato.

La nuova biblioteca del quartiere Montanara era stata inserita, insieme ad altre due nuove biblioteche decentrate, nel progetto presentato dal Comune di Parma per il bando per la rigenerazione urbana della Regione Emilia-Romagna del 2018 (<https://territorio.regione.emilia-romagna.it/qualita-urbana/bando-ru/strategie/finanziati/01_strategia_015-1.pdf>, ultima consultazione 15/09/2023). Il progetto era relativo a Parma Ovest, Quartiere Pablo e Oltretorrente, e, dal punto di vista bibliotecario, focalizzato quindi sulla Biblioteca di Alice, che dopo anni di traversie legate all’appalto dovrebbe finalmente vedere prossimamente la luce. Tuttavia, in modo opportuno ne erano indicate le connessioni con altri progetti del sistema bibliotecario cittadino e con servizi già in essere, in un’ottica di integrazione e distribuzione uniforme dei servizi sul territorio. L’opportunità di poter pensare, o ripensare, almeno in parte la topografia bibliotecaria di un capoluogo non capita tutti i giorni: è un’occasione da non sprecare. Il ruolo trasversale che le biblioteche possono ricoprire nell’ambito degli obiettivi dell’Agenda 2030 dell’ONU – peraltro assente dal quadro programmatico parmense – ne fanno un crocevia privilegiato di aggregazione, vivere civile e, appunto, ‘rigenerazione urbana’, come sottolineato anche dal sindaco Guerra. La cosiddetta ‘città di 15 minuti’ passa anche da qui, e da una revisione, anche lessicale, delle gerarchie bibliotecarie, in cui alle specificazioni ‘di quartiere’ e ‘decentrata/e’, sempre meno adeguate, dobbiamo ancora trovare, anche come comunità professionale, una valida alternativa.

Federico Olmi

Biblioteca Scandellara-Mirella Bartolotti del Comune di Bologna

Consigliere CER-AIB Emilia-Romagna

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