Biblioteche, Città, Mezzogiorno. Una giornata di studi a Napoli.

Nella sede di via Generale Parisi dell’Università degli Studi di Napoli “Parthenope”, in una sala circondata da una splendida terrazza affacciata sul Monte Echia, si è svolta,  il 30 gennaio scorso, la giornata di studi “Biblioteche pubbliche e rigenerazione urbana nel Mezzogiorno d’Italia: scenari, esperienze, prospettive” promossa e organizzata dall’Università “Parthenope” e dall’Associazione Italiana Biblioteche. La giornata, fortemente voluta dalla Presidente nazionale dell’AIB, Rosa Maiello, ha fatto il punto sulla situazione delle biblioteche pubbliche di base nel Sud Italia (un sistema diffuso che comprende biblioteche statali, civiche, scolastiche, carcerarie etc.) alla luce delle azioni intraprese negli ultimi anni a livello legislativo e progettuale; sono stati tracciati nuovi scenari in cui le biblioteche possano valorizzare le risorse e i servizi, interagendo e integrandosi nel territorio, e favorendone la riqualificazione in termini strutturali, sociali e culturali.

Il programma è stato articolato in tre sessioni: Scenari, Esperienze e Prospettive. Dopo i saluti istituzionali ha introdotto i lavori Luigi Moschera (delegato del Rettore alle Attività relative alla Terza Missione), sottolineando il ruolo delle università all’interno della Terza Missione, che collega le università al territorio secondo due direttrici: promozione della ricerca e del trasferimento tecnologico, public management e valorizzazione del patrimonio culturale. In questa seconda dimensione è stato sottolineato il ruolo sociale delle biblioteche.

Nella prima sessione “Scenari“, presieduta da Claudio Leombroni (direttore del Servizio Biblioteche, Archivi, Musei e Beni cultural, Regione Emilia-Romagna), sono state illustrate le iniziative istituzionali in atto per lo sviluppo delle biblioteche pubbliche e i progetti di promozione della lettura finanziati dai Comuni e promossi dai programmi nazionali dell’AIB e Nati per leggere. L’intervento di apertura di Giovanni Solimine (Università La Sapienza di Roma) Qualità della vita e “specifico bibliotecario” ha posto l’interrogativo sul possibile contributo delle biblioteche pubbliche nel colmare il divario tra il Sud e il resto del paese, in rapporto alla povertà educativa nel Mezzogiorno. Secondo l’ISTAT, in Sardegna si legge più che in altre regioni del Mezzogiorno, risultato delle iniziative a sostegno delle biblioteche di pubblica lettura messe in atto dalle amministrazioni locali. Salvo alcuni casi virtuosi, nelle nostre regioni si assiste all’assenza di servizio pubblico da parte di biblioteche nonché di librerie. Secondo Save the children, i ragazzi tra i 6 e i 14 anni mostrano una scarsa partecipazione culturale, tendenza da invertire attraverso l’acquisizione di competenze informative e sociali, di capabilities, unica strategia contro il disagio socio-economico e culturale. Le biblioteche e le istituzioni locali hanno il dovere di contribuire all’acquisizione di tali competenze per incrementare il benessere sociale.

L’intervento I Comuni e la promozione della lettura di Vincenzo Santoro (responsabile del Dipartimento Cultura e Turismo dell’Associazione dei Comuni Italiani – ANCI) ha evidenziato come, nonostante le criticità legate ai tassi di lettura, a diversi indicatori socioculturali e alla debolezza del sistema delle biblioteche di base nel Sud, negli ultimi anni ci siano segnali di dinamismo da parte di alcuni territori. Santoro ha illustrato alcune politiche di finanziamento ai progetti di promozione della lettura al Sud, come “Città che legge” promosso dal Centro per il libro e la lettura e dalla Fondazione con il Sud in collaborazione con l’Anci, o il più recente “Biblioteche e Comunità”, mirato al rafforzamento delle biblioteche meridionali attraverso la collaborazione con l’associazionismo locale. Santoro ha concluso auspicando una strategia, concertata fra Stato, Regioni e Comuni, basata sulla condivisione di risorse tra biblioteche e altri attori attivi sul territorio, su investimenti sul personale bibliotecario e sul sostegno alla gestione e al funzionamento delle biblioteche. In tal senso, l’approvazione della nuova legge sulla lettura appare l’auspicio di un intervento incisivo nel settore.

La sessione è proseguita con Cecilia Cognigni, coordinatrice della Commissione nazionale delle biblioteche pubbliche in seno all’AIB. Al centro del suo intervento, Disegnare il futuro della biblioteca pubblica. Linee guida AIB-CNBP per la redazione dei piani strategici delle biblioteche pubbliche, due questioni: la responsabilità degli enti locali nel sostegno e lo sviluppo delle  biblioteche pubbliche e la gestione delle biblioteche quali istituzioni culturali della contemporaneità. I 17 obiettivi di sviluppo sostenibile OSS (Sustainable Development Goals SDGs) costituiscono il nucleo vitale dell’Agenda 2030 dell’ONU, tenendo conto delle tre dimensioni dello sviluppo sostenibile: economica, sociale ed ambientale. La relatrice ha sottolineato la necessità che le biblioteche pubbliche siano realtà sicure, inclusive e resilienti, capaci di promuovere azioni positive.

Gli ultimi due interventi della sessione, sono stati La promozione della lettura in biblioteca per l’infanzia e l’adolescenza e i programmi nazionali dell’AIB e dei suoi partner di Milena Tancredi e Servizi bibliotecari in carcere: le attività delle biblioteche e il protocollo d’intesa tra Ministero della Giustizia – Dipartimento Amministrazione penitenziaria (DAP), Conferenza delle Regioni e delle Province autonome, Associazione nazionale Comuni d’Italia (ANCI) e Associazione italiana biblioteche (AIB) di Francesca Cadeddu. Tancredi, componente del Comitato Esecutivo Nazionale dell’AIB e attiva nel progetto Nati per leggere, ha riportato la sua esperienza anche come direttrice della Biblioteca per ragazzi di Foggia sottolineando l’importanza della promozione della lettura per l’infanzia e l’adolescenza, il ruolo del rapporto tra adulto e bambino nella lettura immersiva di libri belli da vedere e da toccare all’interno di luoghi confortevoli ed accessibili. Fondamentale l’integrazione tra libri ed app per la fruizione dei contenuti, l’esigenza di scaffali per ragazzi sempre aggiornati e “leggeri”.  

Francesca Cadeddu, componente CEN e referente del protocollo tra Ministero della Giustizia – Dipartimento Amministrazione penitenziaria (DAP), Conferenza delle Regioni e delle Province autonome, Associazione nazionale Comuni d’Italia (ANCI) e Associazione italiana biblioteche (AIB), ha evidenziato la necessità del servizio bibliotecario alla popolazione carceraria. In linea con il Manifesto UNESCO, la biblioteca carceraria deve essere luogo inclusivo, multiculturale e multilinguistico, promotore della rigenerazione urbana. Infine, Francesca Cadeddu ha elencato i dati relativi ai servizi bibliotecari in carcere attivi sul territorio nazionale.

La seconda sessione intitolata Esperienze, presieduta da Flavia Cristiano (già Direttore del Centro per il Libro e la Lettura) caratterizzata dalla presentazione di dati ed esperienze concrete legate alla rigenerazione urbana,  si è aperta con la relazione di Maria Rosaria Califano (direttore del Centro bibliotecario dell’Università di Salerno e Presidente della Sezione AIB Campania, Stato e necessità delle biblioteche e della pubblica lettura nel Sud e nelle Isole: sintesi ed elaborazione dei dati forniti dalle Sezioni regionali AIB. La sezione Campania ha inviato questionari ai presidenti AIB delle regioni del sud: ne è emersa una situazione inferiore ai livelli auspicabili; le opinioni e i giudizi raccolti, le osservazioni dei bibliotecari e del personale evidenziano una situazione critica e, secondo molti, destinata a peggiorare. Ciò nonostante nel Mezzogiorno, seppure in parte, si registra una rinnovata sensibilità. In quasi nessuna regione del Sud esiste una legge aggiornata sulle biblioteche e sui beni culturali. In Puglia è stata approvata nel 2013 una legge che ha riconosciuto il patrimonio culturale materiale e immateriale di luoghi e istituti di cultura, a cui però non hanno fatto seguito norme settoriali. La Calabria, con la legge regionale 35/2019 approvata dal Consiglio Regionale della Calabria, è stata la prima regione in Italia ad aver approvato una legge per la diffusione della lettura nella fascia d’età prescolare (0-6 anni). Si tratta di un importante traguardo raggiunto grazie alla collaborazione tra l’Associazione Culturale Pediatri, l’Associazione Italiana Biblioteche e il Centro per la Salute del Bambino artefici del programma nazionale “Nati per leggere”.

Più variegato è il quadro dei finanziamenti (Puglia, Sardegna, Calabria) e della digitalizzazione (Campania e Abruzzo). In questo scenario le biblioteche, le associazioni di categoria e le fondazioni cercano nuove strategie e nuove strade per salvaguardare la propria mission di custodi di una cultura che vede nella lettura una funzione strategica per la crescita intellettuale, sociale ed economica della comunità. In molte regioni stanno nascendo veri e propri Patti locali per la lettura con l’obiettivo di coinvolgere, includere, educare e far partecipare cittadini di tutte le età e fasce sociali. Molti Patti sono nati ad opera dei comuni che intendevano ottenere la qualifica di Città che legge promossa dal Centro per il libro e la lettura, d’intesa con l’ANCI – Associazione Nazionale Comuni Italiani. Il primato è della Calabria, che per il 2018-2019 ne conta ben 19.

In continuità con il precedente il secondo intervento: Riappropriarsi del territorio: la “Biblioteca a porte aperte” di Forcella, Napoli tenuto da Giuseppe Perna, Presidente dell’Associazione “Annalisa Durante”. Una città che legge garantisce ai suoi abitantil’accesso ai libri e alla lettura attraverso biblioteche e librerie, ospitafestival, rassegne o fiere che mobilitano i lettori e incuriosiscono i non lettori, partecipa a iniziative di promozione della lettura e aderisce a progetti nazionali del Centro per il libro e la lettura (Libriamoci, Maggio dei libri). Perna ha poi descritto la Biblioteca “Annalisa Durante”, la sua crescita nel tempo, l’apertura di punti lettura all’interno di scuole, studi medici pediatrici frutto del progetto Baby reading Forcella e la volontà di creare una “casa di quartiere” recuperando le fotografie della memoria da esporre in maniera permanente.

L’esperienza successiva è quella della Biblioteca LIBERaMente realizzata presso l’A.O.U. Policlinico di Napoli, illustrata da Maurizio Bifulco (Università degli Studi di Napoli Federico II) direttore scientifico della biblioteca, nata da un nucleo originario di libri donati dalla Fondazione Premio Napoli. Può essere il libro una medicina? Per Bifulco e Gloria Castagnolo, responsabile tecnica della biblioteca, lo è a pieno titolo. L’Organizzazione Mondiale della Sanità definisce la salute come un equilibrio dinamico tra gli aspetti fisico, psichico e sociale. La Biblioterapia, terapia attraverso la lettura, si inserisce nel processo di sviluppo e crescita culturale dell’individuo e della società, richiamando le finalità della Terza missione delle Università.

La relazione di Maria Iannotti (in rappresentanza del Direttore della Biblioteca Nazionale di Napoli, Francesco Mercurio) dal titolo Le comunità antiche e nuove della Biblioteca nazionale di Napoli ha sottolineato due aspetti fondamentali: conservazione, sviluppo e gestione delle raccolte, alla luce delle esigenze mutevoli dell’utenza e dei cambiamenti culturali, sociali ed economici del territorio; progressiva integrazione, nelle attività delle biblioteche, di servizi innovativi (reference digitale).

Un laboratorio culturale aperto al territorio: la Biblioteca Universitaria di Napoli nel nuovo millennio è il titolo dell’intervento di Raffaele De Magistris, Direttore della Biblioteca Universitaria di Napoli.

Grazie a una  convenzione con altre istituzioni “vicine” del territorio, la Società dei Naturalisti di Napoli, il Dipartimento di Giurisprudenza dell’Università degli Studi di Napoli Federico II e l’Associazione culturale MineCreative, la Biblioteca Universitaria si trasforma in un community center, una realtà aperta al centro storico della città, promotrice di iniziative volte a creare una  rete di risorse umane e spazi fisici di aggregazione per generare conoscenza, agire sul tessuto sociale, costruire intese ed alleanze con i cittadini e le organizzazioni culturali. Una biblioteca integrata, paradigma dialogico e operativo in cui più attori operano insieme con obiettivi di inclusione sociale, sostegno reciproco e diffusione della cultura e della legalità. La vocazione alla tutela e conservazione del patrimonio non viene tradita da una nuova visione in cui il libro esce dai suoi “luoghi” e si dirige in “spazi da vivere” quali il loggiato o il nuovo punto ristoro. Quindi la Biblioteca Universitaria di Napoli rappresenta a pieno titolo un virtuoso esempio di rigenerazione urbana.

Riccardo Marselli (Università degli studi di Napoli “Parthenope”) ha presieduto l’ultima sessione “Prospettive“.  Alla tavola rotonda finale hanno preso parte Marco Rossi-Doria (maestro di strada ed esperto di politiche educative per l’infanzia), Giorgio Panizzi (già dirigente del FORMEZ), Ferruccio Diozzi (bibliotecario CIRA, Centro Ricerche Aerospaziali – responsabile del Centro di documentazione) e Rosa Maiello (bibliotecaria e giurista, Università di Napoli “Parthenope”, Presidente nazionale AIB). Rossi-Doria ha evidenziato la povertà educativa come segno dei tempi e l’importanza di costruire/ricostruire “reti”: tra le persone, tra le istituzioni, tra il pubblico ed il privato. Panizzi ha messo in risalto l’attivazione di processi virtuosi attivati nelle periferie urbane come la biblioteca “Marie Anne Erize” nata nel 2015 nel quartiere di Tor Bella Monaca a Roma che ci fa pensare alla più recente Biblioteca di Scampia, nata alla fine del 2017 nel quartiere di Scampia a Napoli. Questi esempi mostrano come le biblioteche possano favorire processi di integrazione che abbiano al centro il libro, anche quello scolastico che spesso, nelle periferie, è l’unico presidio di cultura delle famiglie. Di fronte alla questione “occorrono i bibliotecari nel XXI secolo?” Ferruccio Diozzi ha suggerito che il solco scavato dalla disintermediazione vada riempito con nuove professionalità capaci di sostenere la sfida, sottolineando l’importanza degli approcci interdisciplinari. Rosa Maiello ha concluso l’intensa giornata di studi ricordando la politica dell’AIB per le biblioteche, per la professione, per la società.

In conclusione, emerge la consapevolezza che le biblioteche del Sud, nell’epoca della semplificazione non vedono premiata la complessità dei servizi e compiti a cui sono chiamate; non si investe su di esse perché non sono percepite come servizio necessario. Occorre quindi la collaborazione tra biblioteche e altri attori (istituzionali e non) in un’ottica di apertura prima ancora che di condivisione di risorse e servizi. Solo così si potrà realizzare in maniera diffusa una rigenerazione urbana in cui le biblioteche del Mezzogiorno siano promotrici e nello stesso tempo beneficiarie di iniziative e azioni virtuose.

Cinzia Martone

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