Bibliothecae.it: nasce una nuova rivista

Dalle ceneri de «Il bibliotecario» – periodico fondato del 1984 – nasce la nuova rivista (cartacea e digitale) «Bibliothecae.it». Chiediamo ad Alfredo Serrai, fondatore e direttore delle due riviste, di raccontarci brevemente la storia de «Il bibliotecario» e la scelta di questa nuova avvenuta editoriale.

Quali sono le ragioni che hanno portato alla chiusura de «Il bibliotecario »?
«Il Bibliotecario» ha accompagnato la mia vita personale in quella parte che coincideva e si alimentava attraverso la vita professionale. È stata, insieme, l’occasione per esprimere le mie reazioni alla professione e il terreno per dar corso e materia all’esigenza di giustificare e sviluppare quegli interessi e quelle curiosità che inevitabilmente si accompagnavano agli stimoli intellettuali, alle delusioni, ed alle frustrazioni di cui la vita all’interno della amministrazione italiana delle biblioteche non potevano non far scaturire. «Il Bibliotecario» infatti dava voce, spesso polemica e talvolta pungente, alle insufficienze ed alle miopie della gestione bibliotecaria, allora clamorose oggi scandalose ed irresponsabili. Nel 1998, dopo 15 anni, «Il Bibliotecario» cessò le pubblicazioni, per stanchezza emotiva e per sfiducia nella validità della sua esistenza. Nel 2002 cedendo alle insistenze di Mauro Caproni, e con la sua condirezione, ho ripreso con  «Bibliotheca. Rivista di Studi bibliografici», edita semestralmente da Sylvestre Bonnard, ricalcando il programma  scientifico de «Il Bibliotecario» ma senza cedere a concessioni o facilonerie.
Questo atteggiamento di intransigenza condusse alla morte anche di «Bibliotheca» nel 2007. Nel 2008, dietro pressante invito dell’editore Bulzoni, veniva riaperta una nuova serie de «Il Bibliotecario». Smentendosi, Bulzoni nel 2012 sospese nuovamente «Il Bibliotecario», motivando ragioni economiche: le biblioteche avevano interrotto gli abbonamenti e il Ministero aveva soppresso i fondi di sostegno per le riviste di alto livello.

Quali aspettative ci sono rispetto a «Bibliothecae.it»?
Le aspettative sono quelle che già rispondevano ai propositi ed alle speranze sia de «Il Bibliotecario» che di «Bibliotheca». Ridare orgoglio e fiducia a una professione irrinunciabile nei suoi valori e nei suoi compiti, ma ormai
definitivamente svilita, incompresa, e quel che è peggio confusa e stordita nella propria vocazione e nei propri doveri scientifici e morali. Riesaminare, inoltre, l’idea e i concetti operativi delle biblioteche, i loro scopi, i loro obiettivi, la loro autonomia epistemica e documentaria. Al servizio non solo di chi può averne bisogno ma della intera umanità nei quadri interpretativi più acuti e comprensivi. Le biblioteche specchio di civiltà oltre che strumenti di utenza.

A che pubblico si rivolge?
A tutti coloro che ritenendo la cultura e la tradizione letteraria e scientifica quali nervi portanti della civiltà e della coscienza, perseverano nella convinzione che le biblioteche sono e restano i baluardi della intelligenza e della libertà dello spirito; in primo luogo a chi ha responsabilità della gestione delle biblioteche e del progresso delle discipline bibliotecarie, anzitutto sul piano della Bibliografia quale asse portante delle cosiddette scienza del libro, generalmente malintese e banalizzate.

Come è strutturata la rivista?
La rivista, semestrale, aperta a tutte le collaborazioni sia di erudizione, che di interpretazione, che di critica, accetta testi in una delle lingue diffuse, ed è strutturata semplicemente in saggi, discussioni, e recensioni.

È presente una redazione con collaboratori e autori fissi?
La redazione, composta da validi giovani studiosi, bibliotecari e dottorandi, fa riferimento ad una direzione condivisa con Anna Giulia Cavagna dell’Università di Genova e con Andrea Capaccioni dell’ateneo perugino, e con Fiammetta Sabba come vicedirettore. C’è poi una nutrita schiera di collaboratori/corrispondenti/lettori anonimi, sia italiani che stranieri, a testimoniare l’accoglienza di questa nuova impresa da un lato e la delusione per la fine delle precedenti testate dall’altro. I corrispondenti possono comunque essere tutti coloro che hanno qualcosa da dire di intelligente e di non conformistico, col solo giudice del valore scientifico. I contributi, tranne nel caso di comunicazioni, sono soggetti
ad un referaggio anonimo di alto livello.

L’edizione digitale come è stata realizzata?
Lo stesso titolo della rivista, «Bibliothecae.it», risulta da un connubio fra i significati della tradizione millenaria e lo scatto della trasmissione informatica, che può ampliare il senso antico ma senza tradirne gli ideali e la missione. Affiancandosi ed interpretando le varie forme di comunicazione, la rivista non poteva non apparire anche per il tramite del canale informatico, preferito da alcuni e più economico. L’Editore Morlacchi di Perugia ha garantito efficienza distributiva e vantaggi economici per entrambe le edizioni. L’edizione informatica, ma anche quella cartacea, consentiranno di ottenere anche singoli articoli con una spesa molto modesta. In un sito apposito http://www.bibliothecae.it si troveranno tutti i ragguagli informativi e pratici.

deveris@aib.it