Speciale IFLA 2012

 

Un colpo d’occhio su IFLA 2012

Il 78. Congresso IFLA di Helsinki (11-17 agosto 2012; http://conference.ifla.org/ifla78) si posiziona al secondo posto per numero dei partecipanti nella storia dei congressi dell’associazione: circa 3900, di cui 1000 provenienti dalla Finlandia, a dimostrazione del grande interesse di quel paese per l’evento, coronato dall’elezione di Sinikka Sipiläa futuro presidente IFLA (votata anche dall’AIB). Il Congresso IFLA di Milano del 2009 resta saldamente in testa con 4.496 presenze. Poco meno di 30 gli italiani, che si sono riuniti due volte: in un mini caucus (in realtà un incontro di  ricognizione delle attività svolte dai delegati nelle varie sezioni), il 12 agosto, promosso da Anna Maria Tammaro, al ricevimento presso la Residenza dell’Ambasciatore Giorgio Visetti, il 15 agosto, organizzata da Maria Cristina di Martino. Palazzo dei congressi funzionale (uno dei migliori che abbia visto), in linea con il clima e l’atteggiamento finlandese: silenzio ed essenzialità. Valori che si ritrovano nelle biblioteche finlandesi di qualsiasi tipo, le più “belle” al mondo (secondo la mia esperienza), diffuse in ogni città e villaggio. La città, capitale del design per il 2012, è ben organizzata, e

offre servizi pubblici sempre più efficienti di anno in anno (piste ciclabili e pedonali dappertutto), servizi utilizzati gratuitamente dai delegati al congresso, tramite una tessera speciale. Per le tematiche che seguo non ho trovato nessuna
novità di rilievo (come lo furono i linked data lo scorso), ma il congresso si conferma come l’incontro internazionale
più importante per i bibliotecari; riesce, infatti, sempre a stimolare l’analisi dell’universo bibliografico e delle modalità di trasmissione della conoscenza registrata, processo in cui le biblioteche potranno confermare la loro centralità solo se sapranno rinnovarsi radicalmente e usare al meglio i nuovi linguaggi della comunicazione globale. In più occasioni vi è stato un richiamo forte a favore dell’open access: gli standard e le linee guida sono infatti pubblicate dall’IFLA solo a pagamento. Alla prima open session della Standard Commission, un delegato ha ribadito la contraddizione tra il lavoro gratuito svolto dai membri delle commissioni IFLA e la pubblicazione commerciale dei risultati di questo lavoro, in aperta violazione della politica sull’OA stabilita dall’IFLA stessa.

mauro.guerrini@unifi.it

La strategia di IFLA e statistiche sulla partecipazione italiana

1. IFLA: una strategia per il cambiamento
L’attività dell’IFLA persegue lo scopo di promuovere la professione nel mondo e orientare la strategia delle Associazioni professionali e delle Istituzioni associate in un periodo di grandi cambiamenti tecnologici e restrizioni economiche. La Conferenza annuale non è la sola attività di IFLA ma il vero capitale intellettuale di IFLA è da ricercare negli standard, le buone pratiche, i documenti ed i progetti prodotti da IFLA e dalle Commissioni Permanenti che compongono la struttura della Federazione internazionale. Il Governing Board dell’IFLA, che è responsabile della gestione politica e
professionale della Federazione, ha stabilito le priorità strategiche da perseguire e dal 2011 l’attività della struttura IFLA (Governing Board, Divisioni, Sezioni) e del Convegno persegue cinque Key Initiatives.

1.1 Key Initiatives
Le cinque linee strategiche di attività si concentrano sulla finalità della professione, che è quella di facilitare l’accesso all’informazione anche in ambito digitale, come agenti attivi del cambiamento nella Società a livello nazionale ed internazionale.
Digital content: lo scopo è quello di rimuovere gli ostacoli all’accesso, come ad esempio perseguendo l’interoperabilità dei formati e cercando di ottenere limitazioni ed eccezioni al copyright per le biblioteche lavorando presso WIPO. IFLA è impegnata nel realizzare concretamente il supporto dato al movimento Open Access, con la revisione della sua politica delle pubblicazioni e attivando collaborazioni con tutti gli stakeholders. Entro un anno IFLA avrà un suo deposito istituzionale per mettere tutte le pubblicazioni e le linee guida IFLA accessibili direttamente in OA.
International librarianship leadership development: le attività previste per questa iniziativa riguardano tutto quello che può migliorare le capacità della comunità professionale di continuare ad avere un ruolo chiave per l’accesso all’informazione. Nell’ultimo anno sono state realizzate due attività:

  1. È stata aperta una Call per creare un gruppo di agenti di cambiamento a livello nazionale e internazionale con la selezione di 20 bibliotecari da tutte le parti del mondo. Questo Gruppo ha partecipato al Convegno di Helsinki e predisporrà una serie di progetti strategici da realizzare con il supporto di IFLA. Purtroppo non ha partecipato alla Call nessun italiano.
  2. Attivare un programma di training chiamato “Building strong library associations” che consiste in un pacchetto in e-learning ed in presenza che si concentra su come fare advocacy.

Advocacy and advancement of the profession: questa attività che è centrale a tutte le altre, è realizzata soprattutto avviando collaborazioni strategiche con altre associazioni professionali, come ICA, ICOM ecc. ed attuando singoli progetti in collaborazione con gli stakeholder, incluso editori ed autori.
Cultural heritage disaster reconstruction program: questa linea strategica mira a fornire un aiuto ed un supporto professionale a tutte le biblioteche che possono incorrere in disastri sia naturali sia causati dall’uomo, fornendo materiale ed assistenza di esperti pronti per ogni emergenza, in supporto ad altre forme di aiuto.
Multilingualism: questa attività, che sarà supportata da un software per la traduzione automatica e dal Gruppo di traduttori ufficiali di IFLA, avrà un grande impatto per le lingue ufficiali IFLA. Da dicembre il sito IFLA sarà anche in francese e spagnolo, fra 2 anni in tutte le lingue ufficiali IFLA, con la traduzione di tutta l’interfaccia del sito. Per i singoli documenti ritenuti utili da tradurre in più lingue, occorre un’iniziativa diffusa, ad esempio da parte dei delegati italiani che si offrono volontari per la traduzione di documenti importanti, con il supporto IFLA per la supervisione.

1.2 Temi del WLIC 2012
IFLA è quindi molto in movimento, non solo per reagire alle attuali circostanze sfavorevoli causate soprattutto dalla crisi economica, ma per rilanciare il ruolo professionale, portandolo ad assumere un ruolo guida nella Società, concentrandosi sulla responsabilità sociale e sull’etica dei professionisti che sono attori privilegiati nel realizzare la Società dell’informazione. Il tema della Presidente Ingrid Parent è molto ambizioso: “Biblioteche agenti del cambiamento” ed in continuazione il tema della Presidente eletta Sinikka Sipilä non è da meno: “Biblioteche forti per società forti”.
L’IFLA WLIC (World Library and Information Congress) 2012 è stato organizzato ad Helsinki, con un titolo anch’esso concentrato sul rinnovato ruolo delle biblioteche: “Libraries now: inspiring, surprising, empowering”. Hanno partecipato circa 4000 delegati registrati al Convention Centre insieme a circa 100 ditte ed organizzazioni interessate alle biblioteche ed ai servizi di informazione che hanno esposto i loro prodotti e servizi nell’Area espositiva. IFLA Express1 il newsletter quotidiano del Convegno è stato accessibile completamente in linea, con le sessioni principali in streaming e la possibilità per tutti di interagire usando i blog, facebook e tweet. Le relazioni del Convegno sono tutte in linea nel sito IFLA.
I temi del WLIC di Helsinki hanno messo in pratica la filosofia del ruolo sociale della professione definito dalle Key Initiatives, con i sottotemi che prevedevano: Open Access and digital resources, Policy strategy and Advocacy, Ideas innovations anticipating the new, Users driving access, insieme a temi più tradizionali come Tools and tecniques.

2. Statistiche sulla partecipazione italiana ad IFLA
La partecipazione italiana ad IFLA è qualificata e ben considerata dalla comunità internazionale. Questo è soprattutto merito dell’AIB che ha nominato nelle diverse Commissioni Permanenti di IFLA circa 20 delegati. Le altre istituzioni italiane che sono membri di IFLA sono il Ministero dei Beni Culturali (MIBAC) rappresentato dall’ICCU e dalla Biblioteca Nazionale Centrale di Roma, le Biblioteche del Senato e della Camera, la Regione Sardegna e la Regione Lombardia, le Università di Bolzano, Trento, Udine, Firenze, Genova, Milano incluso la Bocconi. Un altro membro IFLA è la Biblioteca Italiana per Ciechi. Tutte queste Istituzioni hanno diritto di eleggere i loro delegati e di votare i nominati alle cariche nella struttura IFLA, oltre che partecipare alle scelte della vita dell’Associazione, tuttavia i membri italiani di IFLA, eccetto l’AIB, non mi risulta che esercitino una partecipazione attiva.
Fanno inoltre parte della delegazione italiana i singoli professionisti italiani e studenti registrati come affiliati (circa 10), oltre alle Istituzioni internazionali che hanno sede nel territorio italiano come FAO, Kunsthistorisches Institut, European University Institut, EIFL.
Tra i delegati, cinque italiani rivestono il ruolo di Officer nelle Sezioni ed un delegato italiano è nel Governing Board. Poichè le Commissioni sono 45, i delegati italiani nelle Commissioni IFLA coprono circa il 44%. Recentemente un altro italiano, Andrea Beccalli è stato assunto come staff dell’IFLA, con un incarico che avrà un importante impatto sulle politiche bibliotecarie. Il suo compito sarà infatti quello di realizzare un Trend report sulla digitalizzazione delle biblioteche nel mondo. Andrea Beccalli ha lavorato all’Unesco per 4 anni ed è stato assunto per collaborare con Stuart Hamilton alle attività IFLA di Politiche dell’informazione ed advocacy. La partecipazione alla Conferenza annuale IFLA è meno numerosa dela partecipazione alle Commissioni Permanenti. Sono pochi gli italiani che hanno presentato relazioni e poster alla Conferenza IFLA in passato. Anche nel 2009, quando la Conferenza IFLA si è tenuta a Milano, gli italiani presenti erano meno di 500 (per un confronto numerico ad esempio nella Conferenza di Helsinki i finlandesi presenti sono stati più di mille).

2.1 Delegati italiani al WLIC 2012
Nella Conferenza IFLA di Helsinki gli italiani registrati sono stati 37, non pochi in confronto ad esempio con nazioni molto più numerose come la Francia (con 76 delegati) o l’Australia (con 48 delegati). La comunità italiana è stata accolta da IFLA che ha facilitato durante il Convegno di Helsinki un mini-caucus, che ha avuto lo scopo di condividere l’informazione e le esperienze professionali nelle Commissioni Permanenti e durante le sessioni del Convegno di Helsinki.
Le presentazioni di italiani che hanno partecipato al Call for paper e sono state selezionate dai revisori sono state quelle di Sara Chessi (Consorzio Sistema Bibliotecario Nord Ovest Milano), Patrizia Contini e Gabriella Contardi, Maria Cassella (Università di Torino). Inoltre Anna Maria Tammaro (Università di Parma) ha presentato una ricerca in corso del Governing Board di IFLA2.
Sara Chessi è una giovane bibliotecaria che ha partecipato ad un progetto di mentoring per l’applicazione dei metodi della ricerca attivato dalla Sezione Library Theory. Roswitha Poll è stata scelta come esperta per guidarla nella corretta realizzazione di un’indagine nelle biblioteche pubbliche milanesi. La relazione di Sara è stata inserita nella Sessione “Policy, strategy and advocacy” per l’importanza delle statistiche e delle indagini per promuovere il ruolo delle biblioteche.
Patrizia Contini e Gabriella Contardi hanno descritto le funzionalità di SBN index per collezioni speciali e multimediali, da quelle attuali a quelle previste di catalogo “cloud based”. La loro relazione è stata inserita nel tema “Tools and Tecniques”.
Maria Cassella ha riferito sui risultati di un’indagine da lei realizzata sui periodici Open Access e l’applicazione delle funzionalità del Web 2.0. I risultati rivelano che il grado di innovazione dei periodici scientifici è ancora piuttosto
limitato. La relazione di Maria Cassella è stata inserità nel tema “Ideas, innovation, anticipating the news”. La relazione di Anna Maria Tammaro nasce dalla ricerca effettuata all’interno del Governing Board di IFLA sulle problematiche della convergenza e dell’identità professionale dei professionisti in Archivi, Biblioteche e Musei. La ricerca ha focalizzato i curriculum offerti dalle Scuole in Europa e negli Stati Uniti, evidenziando le convergenze e le divergenze, cosi come sono evidenti ad un esame della documentazione disponibile. Una considerazione che è stata evidente alla fine della ricerca è che non ci sono studi che valutino l’impatto della convergenza in ambito digitale sugli utenti, come anche non c’è ancora stata una discussione sui vantaggi che le singole professioni potrebbero avere dalla convergenza. Su questi temi, il Governing Board dell’IFLA continuerà a lavorare nel prossimo anno.

Conclusioni
La qualificazione professionale ed il miglioramento continuo della professione sono l’obiettivo prioritario di tutte le Associazioni professionali. Per raggiungere questo obiettivo è molto importante far parte di una comunità internazionale, con una rappresentanza anche politica per avere voce negli organismi internazionali e nazionali.
IFLA costituisce un importante supporto per ottenere il riconoscimento della professione ed i bibliotecari italiani dovranno continuare ad essere presenti attivamente nella struttura e nei Convegni della Federazione. Da novembre prossimo inizieranno le procedure di elezione dei nuovi membri di tutta la struttura IFLA e sarebbe importante che AIB riuscisse a dare un orientamento ed a fissare degli obiettivi a livello internazionale e nazionale alla partecipazione italiana.

annamaria.tammaro@unipr.it

The road to Information Literacy. Taccuino finlandese dal meeting IFLA

“Mi rincresce di cadere nel convenzionale, ma è andata proprio così.”
C. E. Gadda, La Madonna dei Filosofi
“Gli anni di apprendistato continuano per tutta la vita.”
E. Sanguineti, Cultura e realtà

Cosa attendersi dal convegno satellite di IFLA 2012 dedicato all’Information Literacy? Ero partito per Tampere, pieno di curiosità, con questa domanda convenzionale e doverosa. Anche se una parte del lavorìo degli organizzatori mi era giunto, sin dal momento in cui il poster che avevo elaborato era stato accettato dalla Commissione del meeting, attraverso periodici aggiornamenti e-mail, il meeting mi sembrava
lievitare promettente e nebuloso al tempo stesso. Ed ecco che, a posteriori, percorrendo gli appunti del mio taccuino, e tentando un approssimativo bilancio dell’esperienza, mi sono ritrovato e riconosciuto in una formidabile esperienza, una effettiva learning occasion ben congegnata, nella quale è potuto pienamente emergere quell’habitus cooperativo che dovrebbe contraddistinguere la professione bibliotecaria – “Librarians are collaborative by nature!” diremmo con Roisin Gwyer. Innanzitutto il titolo, “The road to Information Literacy”, che allude ad un towards, un “verso…”, sottolineando così l’aspetto processuale dell’Information Literacy, compito permanente, potenzialmente interminabile delle biblioteche, con i bibliotecari-facilitatori che tessono connessioni alfabetizzanti, educative e di ricerca tra docuverso e utenti… E poi l’indovinato gemellaggio, nel promuovere il satellite, di due diverse sezioni dell’IFLA: “l’Information Literacy Section” e la “Continuing Professional Development & Workplace Learning Section”. Quasi a indicare una profonda e strategica connessione tra bibliotecario che forma e formazione continua del bibliotecario – talmente strategica che Stefano Parise, in altra sede, si/ci chiedeva se l’Information Literacy non sia la nostra “polizza sulla vita” per il futuro. Giuste dosi di ingredienti teorici spiccavano Lonka, Kuhlthau) ed ingredienti pratici, scanditi in presentazioni, workshop e poster, ad indagare le diverse declinazioni progettuali. Sul piano dei metodi educativi e dei cambiamenti che investono la società della conoscenza si è soffermata Kirsti Lonka, analizzando le caratteristiche e i processi di apprendimento dei nostri utenti digital natives: di qui bisognerebbe partire per saper trasmettere in maniera efficace gli elementi chiave dell’educazione al documento.
L’applauditissima Carol Kuhlthau ha tratteggiato il ruolo essenziale che i bibliotecari sono chiamati a rivestire nel campo educativo: descrivendo un modello di Information Search Process, Kuhlthau mette in evidenza l’utilità di un framework che aiuti i bibliotecari-formatori nell’avvicinare gli studenti al processo d’indagine: la Guided Inquiry, articolata in 8 fasi (open, immerse, explore, identify, gather, create, share, evaluate). Una rassegna davvero ampia (una cinquantina!) di case studies ha contribuito a descrivere le molteplicità delle ricette in corso: per adattare ai propri utenti, alle proprie istituzioni e alle proprie risorse, quel campo di energia che gravita attorno al “termine-ombrello” Information Literacy – e non posso che procedere per campionamenti, giusto per rendere le variabili in gioco. Il bibliotecariofacilitatore tende ad abbracciare contesti più ampi e variegati, ad esempio inserendo il supporto alla ricerca tra le attività Information Literacy a pieno titolo, come risulta nel progetto presentato dalle biblioteche dell’università di Oslo e dell’università di Bergen (Gullbekk e Rullestad): supporto alla ricerca, divulgazione delle funzionalità degli strumenti, intermediazione per i canali di pubblicazione, consulenza di tipo bibliometrico. La relazione di Vicki McDonald riguarda un altro accoppiamento-ibridazione realizzato nella Queensland University of Technology di Brisbane: study and research assistance, ovvero assistenza e consulenza sia per quanto riguarda le cosiddette academic skills sia l’information literacy. Decisamente di spicco le innovative strategie adottate nella London School of Economics and Political Science: centralità del New Curriculum for Information Literacy, calibrato su una ricerca dell’Università di Cambridge (Coonan and Secker, 2011), mappatura degli insegnamenti, dei dipartimenti, dei servizi collegata al curriculum, e sviluppo di adeguate politiche di implementazione. Sessione poster ricca, appassionata, divergente – e abbastanza nella calca – con l’area riservata, a latere e con ridotti margini di percorso, che non aiutava la circolazione degli astanti e delle idee: ciononostante ci si dà appuntamento in altri orari e in altri spazi, per scambi ed approfondimenti e pungoli vari con coloro che, transitando, non riuscivano a sostare presso gli espositori. L’Italia presente con due Sistemi Bibliotecari d’Ateneo, quello di Padova e quello di Modena-Reggio Emilia; affiancati all’Università di Vienna e a quella di Malmö, alla statunitense Framingham State University e al St Hugh’s College dell’Università di Oxford. Diversi i campi applicativi: dall’Info-pass propedeutico alla tesi sperimentato a Padova al supporto ai dottorandi a Vienna, al ruolo del pedagogical team dei bibliotecari di Malmö, all’articolato “pacchetto formativo” offerto a Modena-Reggio… Non resta che chiudere il taccuino finlandese e provare a pensare su come tradurre tali ingenti sollecitazioni nelle nostre pratiche e nelle specifiche realtà lavorative, istituzionali, associative, avendo come immagine finale l’inquiry-lab: seguendo cioè l’invito di Kuhlthau a rendere sempre più le nostre biblioteche dei “laboratori di indagine, di ricerca, di apprendimento – e dei laboratori di relazione”. In fondo, un compito iscritto nella storia dell’istituzione-biblioteca.

massimo.ferrante@unipd.it

I programmi intergenerazionali della sezione IFLA Literacy and Reading

A differenza della Sezione IFLA “Information Literacy”, la Sezione “Literacy and Reading” si occupa di literacy e literacies così come emergono in ogni contesto e lungo tutto l’arco della vita, sia a livello individuale che collettivo. Da questo punto di vista, la Sezione si è occupata nei suoi 16 anni di attività di progetti e programmi che non fossero legati ad una fascia di età o a un gruppo specifico, se non in occasione di seminari organizzati con la Sezione “Children and Young Adults” o la Sezione “School Libraries”. Già nel corso del 2011, la Sezione IFLA “Literacy and Reading” aveva preparato il terreno per occuparsi di un tema che da tempo veniva sollecitato dai colleghi nordafricani, ovvero l’indagine sulle modalità con cui la literacy (che possiamo in questo caso definire l’alfabetizzazione) veniva condivisa
e trasmessa fra generazioni in luoghi dove le scuole non possono avere efficacia pari a quella dei paesi più avanzati sotto il profilo politico, economico, e di conseguenza educativo. Questa sfida è stata colta nel settembre 2011, quando ad Hammamet (Tunisia), passati i clamori e i toni più accesi della rivolta iniziata allo scopo di favorire la democratizzazione del Paese, è stato possibile organizzare, fra il 21 e il 23 settembre, un convegno internazionale trilingue (in inglese, arabo e francese) dal titolo “Reading as a link between generations: towards a more cohesive society”, introdotto dalla presidente IFLA Ingrid Parent, i cui atti sono stati curati da Ivanka Stričevič (ex presidente della Sezione IFLA LiR e docente all’Università di Zara, Croazia) e Ahmed Ksibi (Istituto Superiore di Documentazione, Università di Manouba, Tunisia) ed editi da De Gruyter Saur nelle IFLA Publications (numero 56 della collana). http://www.ifla.org/en/publications/ifla-publications-series-156
In parte, gli esiti del convegno sono stati riportati anche nel programma che la Sezione ha presentato durante il Congresso IFLA 2012 di Helsinki, “Libraries for Literacy: Linking Generations, Empowering Communities”, dove Ivanka Stričevič ha riassunto efficacemente i temi trattati durante il congresso di Hammamet, soffermandosi in particolare su tre aspetti principali nei quali le biblioteche possono creare spazi di dialogo:

  • la solidarietà delle persone anziane verso i giovani, nel trasmettere le loro esperienze, soprattutto in ambito sociale e culturale
  • la solidarietà delle persone giovani verso gli anziani, nel trasmettere le loro conoscenze, soprattutto in ambito tecnologico
  • la solidarietà intergenerazionale nelle e fra le famiglie

Ad essere indagati sono stati in sostanza tutti gli aspetti di reciprocità ed interazione fra le varie componenti sociali che possono ancora privilegiare e integrare nelle loro vite i valori di appartenenza e generosità verso l’altro. In questo senso, nelle esperienze di cui si è parlato al congresso, la solidarietà culturale è stata particolarmente apprezzata in tutte le situazioni di (possibile) esclusione o mancata integrazione nel tessuto socio-culturale, che ha impedito o fortemente limitato l’appropriazione delle abilità di letto-scrittura e/o delle competenze digitali, a seconda dei casi, fino a che non sono intervenuti progetti specifici di alfabetizzazione. Poiché la strada intrapresa sembra portare a risultati interessanti, la Sezione ha deciso di proseguire lungo questo percorso anche per il prossimo Congresso IFLA 2013 a Singapore. Fra qualche settimana uscirà il Call for Papers, in coordinamento con la Sezione
Information Literacy, che sarà rivolto ancora al rapporto fra le generazioni (“Intergenerational Literacies: texto techno”). Anche i prossimi progetti che la Sezione metterà in atto saranno rivolti a questo tema. Nel corso del convegno di Hammamet, è stato inoltre approvata una Dichiarazione sulle biblioteche, la lettura e il dialogo intergenerazionale che è ora al vaglio del Professional Committee dell’IFLA e che sarà presto diffusa anche in lingua italiana. Si tratta di un ulteriore segno che la Sezione è particolarmente attiva e vivace, pur non potendo contare su un grande numero di associati. All’interno dello Standing Committee vi sono però rappresentanti di quattro continenti (è per ora assente l’Oceania) e il dialogo è sempre intenso e produttivo.

ecorradini67@gmail.com


1 http://express.ifla.org/
2 Le relazioni sono accessibili a:

  • Session 105 — Assessing the impact of Italian public libraries. A research study supported by the IFLA Researcher-Librarian Partnership SARA CHIESSI (Consorzio Sistema Bibliotecario Nord-Ovest, Milan, Italy)
  • Session 212 — Cataloguing standards and special collections — Rare Books and ManuscriptsThe National Library Service (SBN) and the management of special collections in the multimedia index PATRIZIA MARTINI and GABRIELLA CONTARDI (Istituto Centrale per il Catalogo Unico – ICCU, Il Servizio Bibliotecario Nazionale – SBN, Rome, Italy);
  • Session 149 — Innovation and experimentation in scholarly publishing: Web 2.0 features in Open Access journals; MARIA CASSELLA (University of Turin, Turin, Italy)
  • Session 164 — Convergence of libraries, archives, museums, and other institutions in LIS schools research and curriculum offerings; TERRY WEECH (University of Illinois at Urbana-Champaign, Urbana, Illinois, USA) and ANNA MARIA TAMMARO (University of Parma, Florence, Italy)