Etica bibliotecaria: utenti, documenti, professione. In ricordo di Maria Abenante

Incontri Parliamone in Biblioteca AIB:  Presentazione del libro L’orgoglio di essere bibliotecari, saggi in ricordo di Maria A. Abenante, a cura di Vittorio Ponzani. Roma: AIB, 2020

Maria è stata una che ci ha creduto, che era orgogliosa di essere una bibliotecaria, che era orgogliosa di essere una bibliotecaria AIB, e che era orgogliosa di aver avuto nel corso del tempo dei ruoli nell’AIB. […] Era veramente una persona che si sentiva profondamente AIB, e da questo punto di vista, nel CEN abbiamo parlato tante volte, è una cosa che spesso manca, che ci manca, ci piacerebbe che tutti noi ci sentissimo sempre più AIB, e Maria è certamente un esempio da questo punto di vista[1].

Vittorio Ponzani

La Sezione AIB Lazio il 25 gennaio 2021 ha ospitato virtualmente nella Biblioteca AIB, all’interno della rassegna ‘Parliamone in Biblioteca AIB’, un incontro dal titolo “Etica bibliotecaria: utenti, documenti, professione. Presentazione del libro L’orgoglio di essere bibliotecari, saggi in ricordo di Maria A. Abenante”.

L’incontro, mediato dalla presidente del CER AIB Lazio Lucia Antonelli, ha visto la partecipazione del curatore della raccolta Vittorio Ponzani e di quattro autori di contributi presenti all’interno della pubblicazione: Rosa Maiello, Giovanni Solimine, Simonetta Buttò e Alberto Petrucciani.

Il fil rouge che ha dato ritmo all’evento è stata l’attenzione all’etica bibliotecaria interpretata e argomentata attraverso il punto di vista dei diversi autori, ma sempre accompagnata dall’interpretazione e dallo sguardo che Maria Abenante, bibliotecaria ‘militante’ combattiva, inclusiva e piena di passione, ha trasmesso nel corso della sua attività professionale.

La presidente AIB Rosa Maiello apre gli interventi riuscendo a trasmettere l’anima che questo volume cela dietro le sue pagine: il ricordo di Maria vuole essere non solo una riflessione ma anche una dimostrazione di cosa voglia dire essere bibliotecario nella complessità della nostra contemporaneità, vuole essere la condivisione dell’eredità che Maria Abenante è riuscita a imprimere, soprattutto nei confronti dei più giovani, nella riflessione bibliotecaria e nella pratica professionale, eredità che può essere rappresentata dalla parola ‘inclusività’.

«Il tema dell’orgoglio è forse quello che maggiormente rappresenta Maria» esordisce Giovanni Solimine, che invitato a discutere sul tema ‘etica bibliotecaria’, sottolinea che non è un caso che tutti gli autori della miscellanea, pensando alla memoria di Maria si siano misurati, senza aver avuto alcuna indicazione di contenuto, con i temi dell’etica e dell’identità professionale. Il codice deontologico fin dalle sue prime elaborazioni ha toccato il tema dei doveri dei singoli bibliotecari verso la professione, quella dimensione profondamente personale che Maria Abenante ha saputo incarnare e trasmettere. In questo momento di grande incertezza, di ridefinizione dei ruoli e delle competenze, gioca un ruolo chiave, e può fare la differenza, la consapevolezza dei bibliotecari nei confronti della propria professionalità, la capacità di definirsi e di definire ciò che la biblioteca è oggi e sarà, o dovrebbe essere, domani. «Il bibliotecario inizia prima della biblioteca e continua dopo di essa» ci dice Giovanni Solimine. Questo è un punto fondamentale della riflessione: l’esperienza della pandemia, da vedersi come spartiacque tra un prima e un poi, deve far comprendere meglio alla professione che le sue competenze serviranno e saranno utili anche in dimensioni altre, che travalicano la stessa biblioteca.

Simonetta Buttò, in apertura al suo intervento, rievoca quello che è un ricordo molto personale. Invitata nel 2018 dalla stessa Maria, allora presidente della Sezione AIB Puglia, ad intervenire ad un workshop organizzato dalla Teca del Mediterraneo sul tema della ‘bellezza in biblioteca’, introdusse il suo intervento con una citazione dal documentario Ex Libris di Frederick Wiseman senza sapere che Maria, proprio per l’occasione, ne era riuscita ad ottenere la visione in anteprima. Qualche mese dopo l’uscita del film, Wiseman in un’intervista affermava che alla valenza etica della biblioteca si doveva aggiungere quella politica: la cultura, lo studio, il dialogo, l’inclusione diventavano strumenti in opposizione all’incultura, all’individualismo, all’esclusione. La biblioteca doveva essere il luogo non dedicato ai libri, ma alle persone, termine che Maria avrebbe preferito in luogo del più impersonale ‘utenti’. Riprendendo alcuni passaggi presenti nei diversi contributi dell’antologia, Simonetta Buttò conclude sostenendo che l’etica bibliotecaria si può esprimere in tanti modi differenti, ma tutti concorrono a quello sviluppo dello spirito critico della cittadinanza che è necessario per vivere in maniera consapevole perseguendo non solo i propri obiettivi, ma anche quelli della collettività.

Alberto Petrucciani, infine, compie una riflessione ampia sui temi della forza e della debolezza della professione e sulle sue criticità. Questa tende a identificarsi non tanto per ciò che è, ma per quello a cui aspira: è sì trainata da una minoranza di persone particolarmente impegnate, come Maria Abenante, ma è al tempo stesso, per sua natura, spesso arenata nella normale e quotidiana amministrazione. Invitato a riflettere sul tema ‘etica e documenti’, Petrucciani porta l’attenzione degli ascoltatori sulla funzione della biblioteca: non deve esclusivamente e acriticamente ambire alla soddisfazione dell’utenza, ma deve stimolare i bisogni, l’interesse, la crescita attraverso il libro e la lettura, deve essere un luogo di produzione di conoscenza, di produzione di futuro, di investimento nella capacità degli individui. In un’epoca in cui i cittadini hanno a disposizione altri strumenti per soddisfare i propri bisogni informativi, la debolezza della professione si palesa soprattutto nella sua difficoltà di proporsi come principale e autorevole punto di riferimento. I bibliotecari, grazie anche alla ricchezza dei contributi presenti in questa miscellanea, devono cercare di mettere a fuoco le proprie difficoltà e di proporsi alla società come professionisti che perseguono obiettivi alti, non presentarsi solamente come capaci di mandare avanti l’ordinaria amministrazione.

A ben guardare, non è un caso che il ricordo di Maria Abenante sia stato associato all’etica professionale: chi l’ha conosciuta personalmente, come una delle scriventi, sa benissimo che lei era ‘La’ bibliotecaria: dolce, competente, appassionata e sempre come una mano aperta, aperta all’ascolto e al supporto verso gli utenti e i colleghi, un esempio di quello che Rasetti, nel suo contributo presente nella miscellanea, definisce ‘la gentilezza in biblioteca’ come unica possibilità nella gestione dei rapporti.

Maddalena Battaggia,  Vice Presidente AIB Lazio

Antonella Cotugno, CER AIB  Lazio

[1] Trascrizione di una parte dell’intervento di Vittorio Ponzani durante l’incontro organizzato dall’AIB Lazio il 25 gennaio 2021 all’interno della rassegna Parliamone in biblioteca dedicata alla presentazione della pubblicazione AIB L’orgoglio di essere bibliotecari, saggi in ricordo di Maria A. Abenante a cura di Vittorio Ponzani. Roma: AIB, 2020. L’intero intervento è reperibile all’indirizzo: <https://www.youtube.com/watch?v=Eq2qk9beJTU&ab_channel=AIBAssociazioneItalianaBiblioteche>.