Il Privilegio della parola scritta: un convegno a Salerno

 Dal 10 al 12 aprile si è svolto presso l’Università degli Studi di Salerno il convegno Il privilegio della parola scritta: gestione, conservazione e valorizzazione di carte e libri di persona, organizzato dal Dipartimento di Scienze del Patrimonio Culturale dell’Università di Salerno, con la collaborazione del Centro Bibliotecario dell’Ateneo salernitano, il Dipartimento di Beni Culturali dell’Università di Bologna e la Commissione nazionale biblioteche speciali, archivi e biblioteche d’autore dell’Associazione italiana biblioteche. Il convegno, che prende il titolo da un brano dei  I Buddenbrook di Thomas Mann, ha consentito un confronto interdisciplinare tra relatori italiani e di altri paesi europei ed è stato coordinato da Giovanni Di Domenico (Università di Salerno) e da Fiammetta Sabba (Università di Bologna).

Le attività  si sono aperte con l’introduzione di Giovanni Di Domenico che ha rappresentato come gli archivi e le biblioteche prodotti da singole persone fisiche siano testimonianze di  interessi e di rapporti storicamente significativi, elementi che  restituiscono aspetti biografici e di contesto relativi sia ai proprietari dei fondi, sia all’epoca di riferimento. Il panorama terminologico relativo alla classificazione di questi materiali è variegato, tuttavia carte e libri di persona si presentano come insiemi documentari eterogenei integrati e conformati da interventi di inclusione e di esclusione. Risulta difficile identificare univocamente queste raccolte sotto la definizione di archivi o di biblioteche, in quanto le peculiarità che le contraddistinguono ci rimandano ad aspetti strettamente connessi tra i due ambiti, con il risultato di avere entità documentarie ibride. Lo sviluppo del mondo digitale nella vita professionale e privata delle persone complica il quadro di intervento relativo alla gestione e alla conservazione di oggetti digitali e  suggerisce un’approfondita riflessione sui fondi personali di età contemporanea.

La sessione Libri, carte, carteggi: le officine personali della scrittura e delle arti, ha riguardato principalmente l’organizzazione materiale del lavoro intellettuale, le relative tecniche e metodologie. Il primo intervento, Il volto di Lucrezia fra documenti e finzioni narrative, di Loredana Chines, ha evidenziato i recenti studi, condotti dal centro di ricerca ARCE del Dipartimento di Filologia Classica e Italianistica dell’Università di Bologna, sull’epistolario di Lucrezia Borgia, conservato presso l’Archivio di Stato di Modena, epistolario messo in relazione con la scrittura e la finzione narrativa di Maria Bellonci e di Riccardo Bacchelli. Di seguito, Elisabetta Angrisano (Università di Salerno), con il contributo L’archivio di Sibilla Aleramo tra poesia, pazzia e dispersione documentaria, ha effettuato una panoramica sul patrimonio documentario della scrittrice conservato presso diversi istituti culturali e si è soffermata sulle carte della Aleramo dal 1928 al 1943, conservate presso l’Archivio di Stato di Firenze, in particolare su due carteggi tenuti con Vittoria Contini e Giuseppe Bonetti. Simona Inserra (Università di Catania) è intervenuta con Le certezze del dubbio: riflessioni sulla raccolta documentaria di Goliarda Sapienza (1924-1996), sottolineando le peculiarità di questa raccolta, nonché le criticità afferenti alle specifiche tipologie dei materiali conservati e la necessità di integrare il quadro informativo attraverso l’uso di altre fonti documentarie. Annantonia Martorano (Università di Firenze) con il contributo l’Archivio di Anna Banti: assenze e presenze documentarie ha illustrato l’attività di riordino dell’archivio Banti, conservato presso la Fondazione Longhi e la possibilità di collegare virtualmente questo fondo con altre sedimentazioni documentarie prodotte dalla scrittrice e conservate da altri istituti culturali per la costruzione di una piattaforma ideale degli scritti e delle relazioni interpersonali di Anna Banti. Ha chiuso la prima parte di questa sessione Laura Di Nicola (Università “La Sapienza” di Roma) con La biblioteca di Italo Calvino. Scaffali reali, aerei, ideali, descrivendo una biblioteca d’autore come un labirinto di saperi. Un’analisi letteraria che, attraverso lo studio contenutistico e organizzativo della biblioteca di Italo Calvino, ha inteso mettere in luce una articolazione di legami letterari e ideologici in fase di costruzione, speculare a quanto viene rappresentato dallo stesso scrittore nelle sue Lezioni americane.

La seconda parte della sessione è stata coordinata da Marcello Andria, già direttore del Centro Bibliotecario di Ateneo dell’Università di Salerno. Vincenzo Trombetta (Università di Salerno) ha relazionato su Francesco Torraca e gli intellettuali del tempo: rapporti e tracce sedimentate nella sua biblioteca. Dallo studio delle tracce d’esemplare presenti sui libri della biblioteca di Torraca, conservata presso l’Accademia Pontaniana, e di alcune lettere inedite, conservate presso la Biblioteca Nazionale di Napoli, si apprezza l’attività intellettuale e la rete di relazioni interpersonali con figure di spicco come Benedetto Croce, Luigi Settembrini e Francesco De Sanctis.  Federica Rossi (Biblioteca Ezio Raimondi, Università di Bologna) e Alina Wenzlawski (Universität Heidelberg) sono intervenute con il contributo Nello scrittoio di Giuseppe Raimondi: carte e libri di uno scrittore bolognese, una riflessione sul fondo archivistico e librario di Giuseppe Raimondi, dal quale si evidenzia sia il forte legame tra libri e documenti, sia il rapporto con le fonti documentarie esterne. Anna Bilotta (Università “La Sapienza” di Roma) e Maria Senatore (Università di Salerno) hanno relazionato su La raccolta Buondonno o.f.m.: storia di fede e musica in chiave digitale, un approfondimento della figura del frate Enrico Buondonno e della sua attività musicale attraverso lo studio delle sue carte d’archivio composte principalmente da composizioni musicali personali e di altri compositori, alcuni dei quali suoi allievi. La ricerca trova un risvolto pratico nella digitalizzazione di alcuni materiali conservati presso la Biblioteca di Santa Maria degli Angeli di Nocera Superiore in provincia di Salerno. Concetta Damiani (Università di Salerno) e Alessia Ricci (Archivio Storico del Comune di Minturno) con il contributo …la mia professione, le mie attività, ciò che io più che altro sono stato, è qui. Carte e libri di Ugo Gregoretti tra conservazione consapevole e necessità di riorganizzazione hanno presentato il lavoro di riordino e descrizione dei fondi archivistico e librario di Ugo Gregoretti,  carte e libri che testimoniano la sua attività artistica tra vita pubblica e privata.  Ha completato la prima sessione Francesca Mambelli (Fondazione Federico Zeri) con un intervento sulla documentazione di Zeri, dal titolo Un archivio complesso per la ricerca storica artistica: le collezioni documentarie di Federico Zeri. Si tratta di un complesso di fondi, conservato dall’Università di Bologna, ricco di 290.000 positivi fotografici, 46.000 volumi e 37.000 cataloghi d’asta, spesso corredati di altri inserti documentari. L’ordinamento originario delle collezioni documentarie restituisce l’attività professionale del proprietario, nonché la sua concezione disciplinare della storia dell’arte. L’intervento pone l’attenzione anche sulla messa a disposizione dei materiali e sul ruolo svolto dalla Fondazione.

La seconda sessione del convegno  I fondi di persona nelle attività di scavo, descrizione e gestione è stata coordinata da Raffaella Zaccaria (Università di Salerno).  Per prima è intervenuta Isabelle Aristide-Hastir (Archives Nationales – France) con Rendre visible l’invisible: accueillir et valoriser les archives personnelles des femmes aux Archives Nationales, un intervento centrato sulle attività di valorizzazione condotte dall’Archivio Nazionale di Francia sugli archivi femminili L’intervento di Loretta De Franceschi (Università di Urbino) si è soffermato su Le biblioteche private di Annibale e Alessandro Guidotti a fine Ottocento. Sono fondi  appartenuti a un’ importante famiglia senatoria bolognese e conservati oggi presso l’archivio Guidotti Magnani di Bologna. Grazie all’ausilio di alcuni inventari ottocenteschi dei libri ed al reperimento della documentazione clinica relativa all’interdizione di Alessandro Guidotti è stato possibile tracciare sia una panoramica sul contenuto delle due biblioteche sia il dramma personale di Guidotti nel suo ultimo periodo di vita. Eleonora Cardinale (Biblioteca Centrale Nazionale di Roma) ha relazionato sugli inserti presenti nelle biblioteche d’autore conservate presso la BNCR, con il contributo  Le carte ritrovate sugli inserti delle biblioteche d’autore, soffermandosi sulle relative metodologie di gestione e descrizione. Rosa Parlavecchia (Fondazione Scuola dei Beni e delle Attività Culturali) ha presentato la relazione Al mio caro amico… Le dediche d’esemplare in una biblioteca d’autore. Per un analisi del fondo Zottoli della Biblioteca Provinciale di Salerno, concernente un approfondimento sulle dediche d’esemplare, attraverso l’esemplificazione di una biblioteca d’autore, un aspetto delle collezioni personali  fondamentale per la ricostruzione delle relazioni dei proprietari e del contesto storico, sociale ed intellettuale in cui hanno operato.  Anna Manfron (Istituzione Biblioteche del Comune di Bologna) ha chiuso la sessione con Fondi personali in biblioteca, il caso della biblioteca dell’Archiginnasio, una significativa esperienza di gestione e conservazione di un patrimonio librario che si compone di 43 fondi di persona, dei quali 33 includono anche il fondo archivistico, per un totale di 233.398 unità bibliografiche e 3400 unità archivistiche.

L’ultima sessione del convegno intitolata I fondi di persona tra spazio fisico e spazio digitale: i percorsi dell’accesso e della valorizzazione   è stata coordinata da Fiammetta Sabba (Università di Bologna) ed ha riguardato il ruolo del digitale nell’ambito delle attività di conservazione, organizzazione, gestione e valorizzazione degli oggetti digitali, sia nativi che derivati. In apertura ha preso la parola Stefano Allegrezza (Università di Bologna) con Biblioteche e archivi personali in ambiente digitale: le sfide che si profilano all’orizzonte, una  riflessione sulla presenza dei materiali digitali nativi negli attuali e nei futuri fondi di persona e sulle conseguenti criticità di gestione, conservazione e accesso. E’ poi intervenuta Francesca Capetta (ANAI Toscana) con il contributo Epistolari all’alba del nuovo millennio: come ce ne occupiamo?  in cui si è discusso  delle tecnologie ICT che  impongono un approfondimento su come coniugare gli standard descrittivi archivistici e le nuove tecnologie. Maria Josè Rucio Zamorano (Biblioteca Nacional de España) con La visibilidad de lo íntimo: la colección de archivos personales de la Biblioteca Nacional de España ha concluso la prima parte di questa sessione. L’acquisizione del fondo personale di Jorge Guillén presso la Biblioteca Nazionale di Spagna sancisce l’inaugurazione della collezione dei fondi personali di uno dei maggiori istituti culturali spagnoli. L’intensa attività di acquisizione e gestione di questi fondi ha suggerito, nel 2011, la creazione di un applicativo informatico per il trattamento, la valorizzazione e lo studio dei fondi di persona.

La seconda parte dell’ultima giornata è stata coordinata da Vincenzo Trombetta. Daniele Gambarara e Giuseppe Cosenza (Università della Calabria) hanno aperto la discussione con Distribuire e riunire. Il caso della biblioteca di Tullio De Mauro. Si tratta di un progetto di piattaforma comune, per riunire virtualmente, in un unico catalogo, la biblioteca del famoso linguista, distribuita presso diverse istituzioni.  È stata poi la volta di Fiammetta Sabba e Lucia Sardo (Università di Bologna) con I fondi personali e la terza missione: proposta per buone pratiche. Il loro intervento ha affrontato il tema della  possibile costruzione, con l’ausilio delle nuove tecnologie, di percorsi innovativi di gestione e visualizzazione delle collezioni personali, un’azione utile ad attrarre non solo i professionisti del settore, ma un numero maggiore di stakeholder, per sensibilizzare i privati a investire in cultura. Diana Rüesch (Biblioteca Cantonale di Lugano,  Archivio Prezzolini) ha parlato di Ceronetti, Flaiano, Tomizza, Emanuelli e gli altri: gli archivi novecenteschi di Lugano, un percorso di promozione e valorizzazione di un patrimonio documentario che si compone di 73 nuclei archivistici provenienti da diverse personalità, tra questi il fondo Prezzolini, la cui donazione ha sancito l’istituzione di un centro di documentazione storico-letterario-artistico del Novecento denominato, per l’appunto, “Archivio Prezzolini”, che oggi conta circa 40 anni di ricerca sull’argomento. Alessandra Boccone e Remo Rivelli (Università di Salerno, Centro Bibliotecario di Ateneo) sono intervenuti con Ambito istituzionale e pratiche informali: il trattamento dei fondi di persona nel Centro Bibliotecario di Ateneo dell’Università di Salerno che ha illustrato  l’interazione tra metodologie tradizionali e innovative in riferimento di raccolte bibliografiche di persona conservate presso la biblioteca umanistica del Centro Bibliotecario di Ateneo. La configurazione di processi formali di gestione e descrizione, accompagnata da iniziative di divulgazione, quali l’uso della piattaforma Wiki e dei social network, ha favorito una fruizione diversificata di queste risorse, funzionale a un’utenza eterogenea. Klaus Kempf (Bayerische Staatsbibliothek) ha infine trattato i Lasciti ed archivi personali nelle biblioteche: una vera sfida anche per la digitalizzazione. Strategie, organizzazione e risultati nel caso della Bayerische Staatsbibliothek (BSB). La Biblioteca Nazionale Bavarese conta la più grande collezione digitale della Germania con un attivo di 500 progetti di digitalizzazione in venti anni, per un totale di circa di 2,4 milioni di volumi. Nel patrimonio della biblioteca rientrano circa 1500 lasciti relativi a personalità del mondo della cultura umanistica e scientifica, molti dei quali oggetto di nuove attività di digitalizzazione.

Il Convegno si è concluso con la presentazione nazionale delle Linee guida sul trattamento dei fondi personali promosse dalla Commissione nazionale biblioteche speciali, archivi e biblioteche d’autore dell’Associazione italiana biblioteche, rappresentata per l’occasione da Francesca Ghersetti che ha illustrato i principali aspetti del documento. Dietro le linee guida ci sono una lunga attività di sensibilizzazione (attraverso momenti di confronto quali convegni, giornate di studio e seminari) e la necessità di produrre uno strumento di lavoro condiviso per le comunità bibliotecaria e archivistica. L’analisi della letteratura scientifica e la diversificata esperienza professionale dei membri della commissione hanno consentito che si arrivasse a un primo nucleo di riflessione e a  una prima stesura del testo, successivamente condivisa sia con altri autorevoli studiosi e professionisti del settore. Il testo presentato nel convegno salernitano è il primo risultato di questa condivisione, un’esemplificazione delle principali criticità da affrontare. Frutto di questa riflessione è anche la stesura di una bibliografia di riferimento, che la commissione ha provveduto a strutturare e divulgare on-line. Le linee guida, dopo un’introduzione relativa alla definizione dei fondi personali, si articolano per aree d’intervento: acquisizione e organizzazione, catalogazione, inventariazione, costruzione degli strumenti di consultazione, accessibilità, conservazione e tutela, valorizzazione, comunicazione e promozione e sono corredate di riferimenti bibliografici e da un’appendice di buone pratiche. La presentazione ufficiale del testo è stata arricchita dalla successiva tavola rotonda, coordinata da Alberto Petrucciani (Università “La Sapienza” di Roma) a cui hanno partecipato i rappresentanti  delle associazioni di riferimento: Andrea Giorgi (Associazione Italiana Docenti Universitari Scienze Archivistiche), Maria Guercio (Associazione Nazionale Archivistica Italiana), Rosa Marisa Borraccini (Società Italiana di Scienze Bibliografiche e Biblioteconomiche) e Rosa Maiello (Associazione Italiana Biblioteche). Dal confronto è emersa l’importanza dell’aver dato inizio ad un dibattito scientifico condiviso, che cerca di coniugare l’ambito biblioteconomico con quello archivistico, fornendo alcune prime risposte e indicazioni pur nella convinzione che siano necessari  ulteriori approfondimenti, attraverso una maggiore interazione tra le professionalità dei due settori.

In conclusione si può affermare che le tre giornate di convegno hanno segnato l’inizio di questa  interazione multidisciplinare, utile alla costruzione di strumenti di lavoro condivisi e funzionali a percorsi differenziati di  studio e ricerca. Considerate le molte tipologie documentarie  oggetto di questo convegno e le diverse competenze disciplinari e professionali messe in campo la pubblicazione  degli atti incoraggerà sicuramente nuove riflessioni  e un arricchimento delle stesse linee guida.

 

Pio Manzo