ISTELLA

Dal 19 marzo scorso è on line Istella, il nuovo motore di ricerca per il web in lingua italiana sviluppato da Tiscali e presentato lo stesso giorno a Roma da Renato Soru, presidente del colosso tecnologico.
In questa occasione Soru ha delineato con chiarezza gli obiettivi che Istella si pone e soprattutto ciò che la contraddistingue dagli altri, imperanti, motori di ricerca (Google fra tutti). Infatti, i principi su cui essa si basa, di “ricerca, condivisione e partecipazione”, le esigenze a cui vuole rispondere, le opportunità che intende creare si discostano (pur anche sovrapponendosi) da quelli che sono i fondamenti di Google. Perché innanzitutto l’utente diventa l’attore principale, il depositario di un sapere comune che deve essere conservato, condiviso e valorizzato. In questo senso Istella si alimenta degli archivi di ognuno di noi, oltre che (altro elemento innovativo rispetto a Google) degli archivi storici della Nazione, contribuendo al potenziamento dell’identità culturale italiana.
Una grande digital library dunque, poiché oltre a scandagliare il web pubblico, Istella indicizza e indirizza a contenuti rimasti finora nascosti (il cosiddetto hidden web): archivi storici, archivi editoriali, enciclopedie varie, collezioni e molto altro. Può definirsi insomma un grande contenitore in fieri, che cresce nel dialogo con l’utente e che si avvale di contenuti tutti italiani non indicizzati da Google, sostanzialmente conservati in seno alle grandi istituzioni culturali italiane e evidentemente poco fruibili.
Così facendo Istella garantisce: una migliore qualità della ricerca (ciò che tiene a ribadire il suo creatore è che sottende a questo progetto «un lavoro di valutazione degli algoritmi in cui la popolarità [dei risultati] è importante, ma la qualità lo è in misura ancora maggiore»); un contributo alla diffusione della conoscenza; l’opportunità per gli editori di valorizzare il proprio patrimonio di contenuti.
Sui contenuti ci sono importanti contributi originali forniti da alcuni tra i partner principali del progetto: l’Istituto Treccani, l’Agenzia di stampa LaPresse, l’Istituto Centrale per gli Archivi (con il portale SAN), l’Istituto Centrale per il Catalogo Unico delle biblioteche italiane (con il portale Cultura Italia) e l’Istituto Centrale per i Beni Sonori e Audiovisivi (http://www.icbsa.it/) del Ministero dei Beni Culturali, la Guida Monaci e Blom CGR-Compagnia Generale Riprese Aeree, azienda leader in Italia nel settore del telerilevamento. I partner tecnici sono il CNR, l’Università di Pisa, l’Internet Memory Foundation e Dell. Per quanto riguarda in particolare l’accordo tra l’ICCU e Tiscali, esso prevede la cattura
dei metadati per rendere ricercabile su Istella le risorse di CulturaItalia (in questa fase limitatamente all’Indice dei metadati escludendo quindi l’OPAC); tra le risorse compaiono i record di MuseiD-Italia (http://www.culturaitalia.it/
opencms/museid/index_museid.jsp?language=it), progetto integrato al portale Cultura Italia finalizzato alla realizzazione di un’anagrafe dei musei italiani e alla creazione di una teca digitale del patrimonio museale, ambientale, architettonico ed etno-antropologico italiano.
Interessante è inoltre il servizio offerto da Istella relativo alla visualizzazione delle mappe (http://mappe.istella.it/):  servizio che, come spiega Soru, non si limita solo alla geolocalizzazione, ma permette anche di “scoprire ed esplorare il
contesto dei luoghi”, effettuando dei raffronti per “comprendere il cambiamento delle nostre città nel corso del tempo”. Si può quindi fare un viaggio indietro nel tempo e osservare come sia cambiato negli anni il territorio italiano.
Istella è anche una grande impresa digitale italiana, una sfida tecnologica con un antefatto antico, legato all’esperienza di Arianna e di Janas, a cui non è estraneo l’elemento commerciale, la volontà del guadagno economico e della creazione di nuovi posti di lavoro. Notevole è l’investimento in ricerca, sviluppo e innovazione, come giustamente è stato sottolineato in occasione della giornata di presentazione, pari a quello previsto dal Programma europeo di nuova generazione Horizon 2020 (Programma Quadro dell’Unione Europea per la ricerca e l’innovazione).
Istella nasce come una sfida, un atto di coraggio che vuole trasformarsi in opportunità, nell’esperienza e nella speranza di un accesso più inclusivo, più generalizzato alla cultura. Il valore aggiunto della qualità dei risultati viene affiancato da altre due caratteristiche: Istella non traccia e non cataloga, a differenza di Google. Ciò significa che i risultati proposti sono oggettivi, obiettivi e uguali per tutti, non il frutto di un’interpretazione legata ai comportamenti in rete. Gli utenti ritrovano la propria complessità, tutti riacquiscono il diritto a ricevere le stesse risposte dal sistema. Per di più, gli utenti interagiscono con quest’ultimo, ne condividono e integrano i contenuti, partecipano della cultura comune e della memoria collettiva, perché “ogni vita è un’enciclopedia”, come afferma Italo Calvino. Antropologia e storia si intersecano per la costruzione e la valorizzazione dell’identità nazionale.
Resta da chiedersi: come si sposa la condivisione, la messa in piazza arbitraria di contenuti personali, con la tutela del diritto d’autore? Anche a questo Soru dà una pronta risposta: «Non c’è un controllo preventivo sui contenuti degli utenti, ma verrà data la massima attenzione alle segnalazioni sulle violazioni di copyright o di altre norme».
Istella, “la magnifica ossessione” di Soru, risulta globale ma quanto mai ancorata alle proprie radici. Radici rivelate dal nome stesso del progetto (“stella” in lingua sarda) e ancorate nella terra d’origine del suo creatore, per volgersi poi ad abbracciare l’intera scena mondiale.

roberta.lasio@beniculturali.it