Legature a convegno

Nei giorni 26 e 27 ottobre 2023, presso la Biblioteca Malatestiana di Cesena, si è svolto il Convegno Internazionale La legatura dei libri antichi. Storia e conservazione, organizzato grazie alla collaborazione fra l’Associazione Italiana dei Conservatori e Restauratori degli Archivi e delle Biblioteche (AICRAB), la Biblioteca Malatestiana stessa ed il Comune di Cesena. L’evento si è svolto con il contributo della Direzione generale Educazione, ricerca e istituti culturali del Ministero della Cultura ed il patrocinio di AIB Emilia-Romagna, della quale ha portato i saluti il Consigliere CER Paolo Zanfini, anche Direttore scientifico dell’istituzione bibliotecaria cesenate.

I lavori si sono articolati in due giornate – la prima presieduta da Melania Zanetti (Presidente AICRAB) e la seconda da Paola Degni (Università Ca’ Foscari Venezia) – e hanno visto l’avvicendarsi al tavolo di relatori sia italiani sia provenienti da altri paesi europei, studiosi di lunga e comprovata esperienza accanto a giovani e brillanti ricercatori. Fra i diversi aspetti dello studio delle legature, un posto di rilievo hanno rivestito i censimenti: si sono analizzate esperienze italiane, come l’indagine attualmente in corso a cura dello storico della legatura Federico Macchi ed il censimento delle legature medievali (CLEM), avviato dall’Istituto Centrale per la Patologia del Libro nel 1985, focalizzato sulla descrizione di strutture e materiali delle legature medievali conservate nelle biblioteche italiane e qui illustrato dal suo iniziatore Carlo Federici (Scuola Vaticana di Biblioteconomia); non è poi mancato un caso straniero, con il progetto sloveno descritto da Jedert Vodopivec Tomažič (Univerza v Ljubljani & Alma Mater EC Maribor). Se i censimenti sono anche occasione preziosa per riflessioni critiche sull’approccio metodologico, sul bilancio dei risultati e sulle prospettive future – di cui, per esempio, la relazione di Jérémy Delmulle (Institut de Recherche et d’Histoire des Textes, Paris) ha fornito un lucido quadro in relazione al contesto francese degli ultimi sessant’anni -, gli strumenti della biblioteca come cataloghi ed inventari rivestono talvolta un ruolo determinante nella ricostruzione storica dell’opera del legatore, secondo quanto emerso dai contributi di Antonio Manfredi (Biblioteca Apostolica Vaticana) e Konstantinos Choulis (Università dell’Attica Occidentale). Infine, l’analisi sistematica e metodologicamente solida non può che essere la base di approfondimenti scientifici, come nelle ricerche descritte da Paul Bertrand (Université Catholique de Louvain) sulle legature realizzate a Cambrai e a Saint-Omer, da Eliana Dal Sasso (Universität Hamburg) sul confronto fra le tecniche legatorie copta ed etiopica, da Karin Scheper (Universitaire Bibliotheken Leiden) sulle legature islamiche nelle collezioni di Leida, da Anna Gialdini (Fondazione Bruno Kessler) sul contesto di produzione delle legature ‘alla greca’ in Italia e in Francia fra XV e XVI secolo, e da Nicoletta Giovè Marchioli (Università di Padova) sulle tracce lasciate dai legatori sui propri manufatti. La prima giornata ha altresì ospitato l’intervento di Paola Errani (già Biblioteca Malatestiana) e Marco Palma (già Università di Cassino), che hanno presentato alcuni risultati del corrente progetto di catalogazione Incunaboli in Romagna I.

L’amplissima adesione di pubblico e l’attiva partecipazione dei presenti alle fasi di dibattito non possono che testimoniare una reale esigenza di formazione e aggiornamento sulla storia e le tecniche di legatura nella produzione bibliografica antica, e sulla conservazione di tali manufatti. Si tratta di un tema al quale coloro che si occupano di manoscritti e di libri antichi a stampa si accostano da differenti prospettive scientifiche e professionali, e tuttavia spesso considerato terreno di una ristretta cerchia di specialisti. Al contrario, all’indomani del Convegno cesenate l’impressione è che il campo d’indagine sia fertile humus, nella quale le competenze degli studiosi possono efficacemente integrarsi con l’esperienza della pratica professionale: gli interventi dei relatori si sono infatti combinati con le osservazioni, le esperienze e le riflessioni della platea, e tali spunti messi a fattor comune hanno generato un confronto stimolante per tutti. La ricchezza del risultato è stata senz’altro determinata dai diversi profili presenti in sala – studiosi, accademici, insieme con archivisti, bibliotecari e restauratori – i quali hanno dato vita ad una ‘poliedricità’ di riflessione che rispecchia la vocazione di AICRAB a rivolgersi a tutti coloro che operano per la conservazione del patrimonio archivistico e bibliografico, a cominciare dallo studio e nelle diverse declinazioni di attività.   

Fra i numerosi spunti emersi spiccano alcune criticità, segnalate da più di una relazione e richiamate nelle riflessioni conclusive di Zanetti e Zanfini. In particolare, quasi un leitmotiv si è riconosciuto nei limiti della terminologia caratterizzante la descrizione delle legature antiche, laddove perfino l’autorevole Language of Bindings Thesaurus (LoB) si dimostra manchevole: tema cardine dell’intervento di Nicholas Pickwoad (University of the Arts, London), l’assunto si è poi contestualizzato in altre riflessioni, a prescindere dall’idioma di riferimento. L’intento di condividere metodologie di descrizione e studio delle legature, specie a partire dall’esperienza degli ormai molteplici censimenti avviati e talvolta anche conclusi, denota l’esigenza di prassi e sistematicità di trattamento a livello internazionale, che andrebbero a grande beneficio del progredire degli studi e delle ricadute di essi sull’attività di archivisti, bibliotecari e restauratori. I bibliotecari che si dedicano alla descrizione di manoscritti e libri a stampa antichi, infatti, sono ben consapevoli delle difficoltà che si incontrano quando ci si appresta a descrivere le legature antiche e ad ipotizzarne datazioni, anche ampie: pur potendo contare sull’ausilio di solidi studi anche di tipo sistematico (si ricordino, a titolo esemplificativo e non esaustivo, i lavori di Franca Petrucci Nardelli e di Mirjam M. Foot), spesso non è compito semplice per il catalogatore spingersi oltre le poche righe descrittive della macrostruttura e dei principali materiali impiegati nelle legature. Di sicura utilità sarebbe pertanto avere a disposizione degli exempla raccolti in banche dati digitali, manutenute, aggiornate e fra loro interoperabili – laddove il progetto di un contenitore unico, ovviamente collegato ai cataloghi, pare ancora difficilmente realizzabile. In tale prospettiva l’apporto di studiosi della storia del libro a stampa potrebbe sviluppare ulteriori e stimolanti indagini, per esempio su eventuali relazioni fra specifiche edizioni e tipologie di legatura.

Anche nell’ottica di offrire una prima risposta alla percepita carenza di coordinamento generale nello studio delle legature, l’auspicio conclusivo dell’incontro è stato quello di aver dato inizio ad una serie di proposte scientifiche in continuità, avendo aperto un rinnovato tavolo di confronto che potrà arricchirsi di voci nel prossimo futuro. Il Convegno ha senz’altro dato prova di come il trattamento delle legature dei libri antichi, nelle diverse sfaccettature, si manifesti nella sua problematicità e coi suoi nodi ancora da sciogliere ma, nel contempo, si riveli fucina di nuovi traguardi raggiungibili grazie all’integrazione delle competenze di diversi professionisti del patrimonio. Di grande aiuto per proseguire il percorso intrapreso sarà la pubblicazione degli Atti del Convegno, online ad accesso aperto, prevista per il 2024 ed affidata alle Edizioni Ca’ Foscari di Venezia.

Anna Bernabè (CER AIB Emilia-Romagna), anna.bernabe@aib.it