Un altro maestro della biblioteconomia italiana ci ha lasciato. Paolo Traniello è mancato martedì 14 novembre


Ho conosciuto Paolo molti anni fa, nel 1981, in occasione del convegno romano Libri antichi e catalogazione. Metodologie ed esperienze, organizzato dall’Iccu. E sono stato subito colpito dal suo carattere affabile, riservato, signorile, collaborativo, ma al tempo stesso dotato di un’ironia acuta e pungente. All’epoca era Professore incaricato di Biblioteconomia presso l’Università della Calabria, ma già aveva alle spalle un curriculum ricco di esperienze varie e significative. Milanese di nascita, dopo due lauree (Giurisprudenza a Milano, Lettere a Torino), aveva lavorato presso la Biblioteca Gioele Solari della Facoltà di Scienze Politiche dell’Ateneo torinese nel 1968-’69. Dopo un breve periodo di insegnamento di materie letterarie presso il Liceo Classico Alfieri di Asti, nel 1971 aveva assunto la direzione della Biblioteca pubblica – Casa della cultura della Fondazione Achille Marazza di Borgomanero (Novara). Questa esperienza, e le due precedenti alla Biblioteca comunale di Milano e alla Statale di Cremona lo avevano messo in contatto con personaggi importanti del mondo bibliotecario italiano di quegli anni, quali Renato Pagetti a Milano, Angelo Daccò a Cremona e Virginia Carini Dainotti per Borgomanero. Esperienze risultate molto importanti per il suo percorso di formazione. Nel 1976 aveva poi lasciato Borgomanero per lavorare all’Assessorato alla cultura della Regione Lombardia presso il sistema regionale di catalogazione collettiva. Era poi passato ad occuparsi di formazione professionale nell’Assessorato competente. All’Università della Calabria era approdato alla fine degli anni Settanta, e lì sarebbe poi divenuto Professore associato nel 1985. Dopo quel primo incontro romano nacque un rapporto di amicizia e stima reciproca, tanto che Traniello mi chiese, nel 1988, prima di affiancarlo e poi di sostituirlo come docente a contratto nell’insegnamento di Biblioteconomia dell’ateneo cosentino. Si trasferiva infatti all’Università dell’Aquila. Nel frattempo l’attività di Paolo, che aveva prodotto numerose importanti pubblicazioni, si era arricchita di nuove e significative esperienze, come la fondazione, insieme a Luigi Crocetti e Piero Innocenti, della rivista Biblioteche oggi, della quale rimase condirettore fino al 1991, nonché la creazione di una casa editrice, la Sinnos di Roma, della quale fu il primo presidente e per la quale diresse la collana Istituzioni culturali. Vincitore nel 2001 del concorso da Professore ordinario, venne poi chiamato alla cattedra di Biblioteconomia dell’Università RomaTre, dove rimase fino al collocamento a riposo nel 2008. La sua ricca produzione scientifica ha rappresentato per molti anni un punto di riferimento fondamentale per gli studenti, i bibliotecari e i colleghi. Nella Bibliografia dei suoi scritti, presente nel volume Pensare le biblioteche, pubblicato nel 2008 in suo onore, si contano, fino al 2007, ben 147 titoli. Regioni e biblioteche in Italia (1977), La biblioteca tra istituzione e sistema comunicativo (1986), Biblioteche pubbliche il quadro istituzionale europeo (1993), La biblioteca pubblica storia di un istituto nell’Europa contemporanea (1997), Legislazione delle biblioteche (1999) e Storia delle biblioteche in Italia: dall’Unità a oggi (2002) sono solo i contributi più importanti di quei decenni. Negli anni successivi al suo pensionamento la sua attività scientifica non rallentò, ma rimase sempre quantitativamente e qualitativamente di alto profilo. Per limitarci alle monografie, nel 2012, in collaborazione con Chiara De Vecchis, pubblica La proprietà del pensiero: il diritto d’autore dal Settecento ad oggi, nel 2014 l’edizione aggiornata della Storia delle biblioteche in Italia, nel 2016 la raccolta di saggi Contributi per una storia delle biblioteche in età contemporanea e, nello stesso anno, cura gli atti del convegno pistoiese Per una storia delle biblioteche in Toscana. Infine, dopo averci regalato, nel 2018 la traduzione dal francese de La paura in occidente: storia della paura in età moderna di Jean Delameau, nel 2021 l’ultima sua monografia Le opere e i libri. Foscolo Leopardi Manzoni alle soglie dell’editoria moderna pareva inaugurare un nuovo stimolante filone di ricerca, che purtroppo non potrà avere un seguito. Socio Aib dal 1980, fece parte del CER della Calabria dal 1985 al 1990, di quello dell’Abruzzo dal 1991 al 1993 e venne infine insignito della qualifica di Socio d’onore. Dal 1993 aveva inoltre fatto parte del Comitato scientifico della rivista dell’Associazione. Negli anni nei quali, dopo il collocamento a riposo, aveva abitato a Pistoia, aveva promosso la nascita di un’Associazione degli amici della Forteguerriana, dando vita a numerose iniziative, tra le quali alcuni convegni di notevole interesse.
Ma questo breve ricordo non può dare conto che di una parte della ricchezza che Traniello ha lasciato alle biblioteche, ai bibliotecari e all’università. Non meno importante è stato il contributo dal punto di vista umano di una persona che sapeva coniugare il rigore scientifico e una visione di ampio respiro con la cortesia, la generosità, la disponibilità e – non ultimo – la leggerezza di uno spiccato sense of humor, nonché di un vivace spirito conviviale. Con lui si poteva tranquillamente passare da una discussione nella quale ci si chiedeva se la biblioteca avesse ancora oggi un ruolo sociale, al ricordo del nome di un terzino della Pro Patria degli anni Cinquanta. Addio caro Paolo, gentleman della biblioteconomia italiana.
Lorenzo Baldacchini