Nati Per Leggere: incontro nazionale

L’esigenza di vedersi per confrontarsi su vari aspetti del progetto Nati per Leggere e sul ruolo dei referenti regionali è nata da tempo e negli ultimi mesi è emersa più volte. Grazie infatti ai confronti e alle esperienze condivise attraverso la lista postale dei referenti regionali, ci si è accorti delle numerose criticità comuni presenti nei vari territori, della necessità di creare delle condizioni migliori per la promozione efficace del progetto da parte del referente, possibilmente partendo da criteri minimi, creando i presupposti migliori per l’approccio del progetto anche con la politica e dell’intenzione comune di pensare insieme a un modello organizzativo che possa costituire una guida forte per chi rappresenta il punto di riferimento del progetto sui territori.
Dopo varie mail scambiate nei mesi passati in cui tutti hanno condiviso questa necessità, il coordinamento nazionale ha sapientemente colto questo appello ed ha organizzato il 24 novembre, a Bologna in Biblioteca Sala Borsa, la prima riunione dei referenti regionali Nati per Leggere.
Alla riunione eravamo in tanti: 19 regioni rappresentate per un totale di 30 partecipanti e gli assenti erano tutti giustificati. Pediatri, bibliotecari ed educatori insieme. Personaggi storici del progetto insieme a giovanissime leve. C’era chi si conosceva da tempo e chi invece si “riconosceva” per la
prima volta. Tutti allo stesso tavolo, tutti con lo stesso entusiasmo e amore verso Nati per Leggere. Si potrebbe dire quasi che si respirava un’aria di riconoscenza nei confronti del progetto e di chi lo ha portato avanti così bene nel tempo. Si sentiva come tutti condividessero l’impegno dedicato, ma anche la gratificazione, personale e professionale, che questo impegno ci da tutti i giorni.
Non di meno si percepiva il grande desiderio di tutti di renderlo ancora più solido, ancora più capace di sostenersi. Clima sereno e pieno di fermento: si capiva bene come dodici anni non ci hanno affaticato, ma ci hanno rinvigorito, ci hanno reso più consapevoli e capaci di lavorare insieme.
Dopo i saluti, dopo essersi tutti accomodati intorno al tavolo, si è perso davvero poco tempo: Giovanna Malgaroli e Alessandra Sila ci hanno coordinato magistralmente portandoci a discutere tutti i punti dell’ordine del giorno.
Eravamo alla riunione soprattutto per individuare i criteri minimi del progetto, dopo aver risposto, nei giorni precedenti all’incontro, a un questionario che ci interrogava sul progetto per consentire ai coordinatori della riunione di stabilire i punti già diffusamente condivisi. Nel corso dell’incontro sono emersi concetti e parole che sono state definite “chiave” e che sono state condivise e discusse da tutti.
“Sinergia”: non può esserci Nati per Leggere se non c’è sinergia tra pediatri (o figure del settore sanitario) e bibliotecari (o figure dell’ambito culturale ed educativo). Su questo eravamo davvero tutti d’accordo!
“Famiglia”: non è Nati per Leggere se il nostro obiettivo non è la famiglia e la promozione della lettura in famiglia, con una attenzione speciale per quelle con disagi e di migranti.
“Rete”: è stato più volte sottolineato da tutti come i referenti da soli non possano fare molto, ma devono costruire intorno a loro una rete fatta di altre figure professionali del settore sanitario e dell’ambito culturale educativo, e come sia necessario che si costituiscano coordinamenti
regionali non verticistici che garantiscano la capillarità sul territorio e forza lavoro per la diffusione del progetto.
“Formazione”: grande attenzione alla formazione, da tutti se ne riscontra sempre la necessità: per questo si è discusso dello studio di un modello formativo appositamente proposto dal coordinamento per i referenti regionali.
“Misurazione”: il monitoraggio del progetto è fondamentale e l’impegno su questo fronte deve aumentare.
Per questo si è costituito tra i referenti un sottogruppo di lavoro che si dedicherà alla raccolta dei dati e al monitoraggio delle attività che il progetto prevede.
Durante l’incontro si ribadisce che il criterio minimo su questo fronte dovrebbe essere la compilazione del modulo di adesione online, per dare a tutti un minimo segnale di “esistenza in vita”.
In definitiva Nati per Leggere è un progetto che mantenendo radici ed obiettivi fortemente unitari non può che avere un approccio “federalista” nella sua attuazione territoriale, perché diverse sono le realtà locali sia intese come persone che danno vita al progetto che come situazioni sociali ed istituzionali con cui debbono confrontarsi.
Emergeva forte ogni tanto la voglia di raccontare, di condividere finalmente il proprio impegno, le difficoltà incontrate, superate e non.
C’è chi ha ammesso di sentirsi solo e di fare fatica: a questi il gruppo ha risposto con solidale disponibilità. C’è chi invece ha raccontato esperienze di successo a cui tutti vorremmo tendere e che vorremmo riportare nei nostri territori. Si sono presentati coordinamenti neonati, come quello della
Toscana e altri invece già avviatissimi, come quello dell’Umbria. Di certo dai racconti si è evidenziata la grande responsabilità che il referente ha nelle proprie realtà di fare capire esattamente che cos’è Nati per Leggere e di riportare agli amministratori quale tipo di impatto potrebbe avere sulla
popolazione se venissero fatti i necessari investimenti.
Insomma la riunione del 24 novembre ha messo ancora più in luce come i tempi siano maturi perché il progetto assuma forme più istituzionali e non si basi più solamente sul volontariato. Sicuramente una delle risorse più grandi di questo progetto può essere individuato nella condivisione: la condivisione di esperienze, di conoscenze, mettendo in comune buone pratiche, protocolli, accordi e atti amministrativi che hanno dato modo in alcune realtà di formalizzare il progetto dal punto di vista istituzionale.
La lunga e densa riunione, credo, abbia lasciato in tutti un’enorme soddisfazione e la sensazione di fare parte di un gruppo davvero speciale che, non solo condivide un progetto, ma anche una filosofia e un’idea
di mondo migliore. Qui di seguito, a conclusione di questo intervento, riportiamo le appassionate parole di Tiziana, la prima che ha scritto in lista subito dopo l’incontro e a cui hanno fatto seguito tanti altri che hanno apprezzato e condiviso i suoi pensieri: le parole di Tiziana sono le parole che tutti noi avremmo voluto e potuto scrivere dopo questa bellissima esperienza fatta insieme.

«Car* tutt*,
[…] anche se non c’è stato tempo per scambiare due parole con tutti – vecchi e nuovi amici – incontrare i vostri sguardi è stato riconoscersi non solo in un progetto ma in una visione del mondo e della vita. Grazie a ciascuno di voi per quanto mi avete permesso di portare a casa, sul mio territorio, nel mio lavoro quotidiano […] E grazie a Giovanna e ad Alessandra, che con il loro lavoro preparatorio, la cura e la splendida capacità di gestire un gruppo così multiforme ci hanno permesso di confrontarci e di finalizzare tutti i punti all’ordine del giorno. […]

Credo che tutto questo sia davvero parte di un processo evolutivo
importante, di cui forse dobbiamo ancora essere pienamente consapevoli.
Perché ciò che avviene nei gruppi – e da adesso in questo gruppo –
avrà senz’altro impatto sui territori. Un percorso che trova nell’ascolto
reciproco, nell’accoglienza delle diversità e nella partecipazione i suoi
capisaldi, non può non portare verso quel mondo possibile che è nei
pensieri e nello sguardo di tutti noi.
Vi abbraccio… e non vedo l’ora di rivedervi (una volta all’anno è davvero
troppo poco!!!).»

valeria.patregnani@gmail.com
lauraolimpi@gmail.com