Storie d’amore in biblioteca

Non sembra strano parlare di storie d’amore in biblioteca, dal momento che si tratta di una biblioteca universitaria, la Biblioteca di Area Umanistica dell’Università Ca’
Foscari Venezia?
In Italia, contrariamente a quanto accade in altri paesi, parlare di sentimenti personali in un contesto accademico è abbastanza insolito e la biblioteca fatica ad affermare un
proprio ruolo nella creazione di relazioni in una comunità di riferimento; questo vale anche per la biblioteca universitaria che pure gode di una frequentazione maggiore rispetto ad una pubblica. Difficilmente in una biblioteca universitaria italiana si potrebbe pensare ad una guerrilla opera, cioè una recitazione che si svolge in mezzo al pubblico e non su un palco, come “Love in a library” che si è tenuta tra gli scaffali delle biblioteche di Edimburgo per l’Edinburgh International Festival quest’estate.
La letteratura d’amore è talvolta considerata come letteratura di serie B, da romanzetti per anziane signore, giovani sognatrici o donne in attesa del proprio turno dal parrucchiere, ma qui le storie d’amore e in particolare quelle che ruotano attorno alla biblioteca, dimostrano di avere invece un significato “alto” che non stona per niente con l’ambientazione dell’evento in una biblioteca universitaria. L’evento fa parte della serie dei “Caffè pedagogici” che la docente Ivana Padoan, del Dipartimento di Filosofia e Beni Culturali, organizza da diversi anni. Per la nostra biblioteca è stata la prima occasione per ospitare uno di questi dibattiti e, visto che non disponiamo di una sala per eventi e conferenze in grado di accogliere un pubblico anche solo di una quarantina di persone, abbiamo riadattato a sala conferenze la sala emeroteca del piano terra, spostando gli scaffali con le ultime riviste arrivate e i tavoli centrali per la lettura per creare lo spazio adatto.
I Caffè pedagogici si propongono di stimolare una discussione che diviene occasione di formazione, intorno ad un tema: ai vari interventi previsti seguono gli interventi del pubblico, coinvolto in prima persona nel rispondere alla domanda che ci si è posti all’inizio: «Che cos’è che, attraverso i libri, lega le persone?» I libri, come veicolo di parola e di scrittura, hanno senz’altro la facoltà di creare relazioni tra persone lontane e vicine, ma a tutto questo la biblioteca aggiunge qualcosa di più: la condivisione degli spazi, ad esempio, e il silenzio, che al pari delle parole ha il suo ruolo nella costruzione e nel disgregamento delle relazioni.
Così nel corso dell’incontro si succedono l’autore di una lettera d’amore ad una sconosciuta in biblioteca, una dottoranda che proprio sul silenzio ha scritto la sua tesi e che racconta il corteggiamento a colpi di libri da parte del suo oggi promesso sposo, un professore che prima di essere professore è stato bibliotecario in un piccolo paese veneto e che racconta la biblioteca come parte del tessuto culturale e quindi relazionale, di un territorio, una bibliotecaria che passa in rassegna la letteratura sugli amori in biblioteca, un bibliotecario con quarant’anni di esperienza che si immedesima in Georgios, monaco basiliano redivivo, che si stupisce delle sacralità degli spazi delle  biblioteche moderne e si scandalizza dei legami amorosi intrecciati e intrecciabili tra gli scaffali.
«Ma questi amori in biblioteca, esistono davvero?» è la domanda che una persona del pubblico rivolge alla fine degli interventi. Allora, si guarda a quello che i frequentatori della biblioteca hanno scritto: per incoraggiare anche i più timidi e i più fantasiosi, a partecipare indirettamente all’incontro, abbiamo collocato un’urna in cui lasciare, nei giorni precedenti l’evento, i propri racconti. Dall’urna escono racconti anonimi e firmati, veri e inventati, romantici e caustici, a lieto fine o velati di tristezza per un amore non corrisposto. Al di là di tutto, una dichiarazione d’amore per la biblioteca stessa che dimostra, attraverso le parole di chi la frequenta e non solo tramite le dichiarazioni
teoriche di bibliotecari, letterati e filosofi, il suo valore nella nascita di nuove relazioni e non è più solo il luogo dove si trovano una sedia e un tavolo per poter studiare
o il libro per l’esame che non ci si può altrimenti comprare.
Ci rivediamo allora a gennaio, per il prossimo Caffè pedagogico in biblioteca, questa volta per parlare del livre de chevet, il libro che ogni lettore tiene sul proprio comodino reale o ideale; sul sito della biblioteca http://www.unive.it/baum c’è una pagina dedicata all’evento con i link ai racconti letti durante “Storie d’amore in biblioteca” e alle  registrazioni audio degli interventi.

manuela.simeoni@unive.it