L’innovazione nelle biblioteche: un’intervista a Ferruccio Diozzi

Tra gli incontri on line nell’ambito dell’ultimo Convegno delle Stelline (Milano, 30/31-3-2023), c’è stato quello intitolato “Innovazione e dintorni: la sfida di progettare e definire l’innovazione in biblioteca” organizzato dall’AIB  e  consistente in un’intervista a Ferruccio Diozzi (napoletano, prima in servizio presso la Biblioteca Universitaria di Napoli poi responsabile del Centro Documentazione del CIRA,  Centro Italiano Ricerche Aerospaziali docente e autore di pubblicazioni scientifiche, ha ricoperto alcune cariche in associazioni professionali, attualmente direttore di questa testata), a cura di Cristina Gioia e Roberta Moro (rispettivamente vicepresidente e membro del CER – Comitato Esecutivo Regionale  di AIB Lombardia).

Ecco alcuni contenuti dell’iniziativa e qualche considerazione in proposito.

Le istituzioni bibliotecarie, rese più forti dalla capacità di fare rete e di andare incontro alle esigenze del pubblico, potranno avere un ruolo significativo anche in futuro; permangono però importanti difficoltà, come la carenza di personale. Alcune tematiche, come l’AI – Intelligenza Artificiale, possono esercitare sulle biblioteche un impatto notevole (a tale proposito si segnala il progetto Reading (&) Machine il quale “esplora le opportunità” che questa, insieme a realtà aumentata e virtuale, offre “per riavvicinare le persone alla lettura”).

Negli anni passati si sono diffuse tecniche di misurazione dell’efficacia delle biblioteche, adesso va assunto lo stesso atteggiamento ricettivo verso l’innovazione non solo tecnologica  ma anche sociale, considerato che in Europa e negli Stati Uniti né le amministrazioni pubbliche né le aziende private riescono a soddisfare tutte le necessità dei cittadini.

Fin dagli anni novanta del Novecento è cambiato l’approccio nei confronti degli utenti, con la ricerca di una maggiore comprensione delle loro esigenze (e pure con il riconoscimento della centralità di chi usa i servizi offerti). Le funzioni sociali della biblioteca corrispondono a un’attitudine che già esiste, ma potrebbe essere migliorata e costituire un plus per il futuro.

Dai limiti di risorse deriva la necessità di rivolgersi ad altri soggetti operanti nel territorio, soprattutto stringendo partnership con enti del terzo settore con un processo di ibridazione. Va inoltre tenuto presente come dopo la fine della pandemia, l’utenza delle biblioteche sia diminuita, molti siano i lettori e gli utenti persi e questo costituisce un ulteriore elemento di difficoltà per un’efficace gestione.

Per fare innovazione occorrono competenze sulle nuove tecnologie e capacità di comprenderne le criticità ma non deve mancare la consapevolezza della realtà in cui si agisce. Sarebbe opportuna una trasformazione nella concezione del lavoro: la società italiana appare lenta ad adattarsi ad un lavoro “ricco”, non solo economicamente ma anche dal punto di vista della soddisfazione di chi lo svolge e delle organizzazioni in cui è attuato; inoltre va evidenziata l’importanza della formazione continua in un percorso di innovazione, un metodo indispensabile per il patrimonio culturale dello specialista.

Molti bibliotecari sono poi preoccupati per la disintermediazione determinata dalla possibilità che il reperimento di informazioni sia effettuato in autonomia dagli utenti, anche facilitati dai motori di ricerca e ora dalla disponibilità di strumenti di AI, ma esiste pur sempre una differenza tra l’information retrieval professionale e quello che non lo è e il bibliotecario deve essere capace di non seguire schemi pre-costituiti e limitanti.

Sugli aspetti più schiettamente organizzativi occorre capire il cambiamento ma anche anticiparlo con adeguata proattività, comprendere le esigenze di ogni specifico utente, essere curiosi in tutti i campi; si devono identificare le soft skill utili in questo settore e le modalità per applicarle ad ambiti innovativi; il fattore umano è importantissimo, come peraltro  già in passato quando i bibliotecari erano considerati più genericamente esperti culturali; oggi essi dispongono di nuovi strumenti che possono risultare decisivi per il rapporto con il pubblico e per Diozzi e Gioia l’abilità inerente alla sfera interpersonale più rimarchevole per il bibliotecario in un processo di innovazione è forse l’empatia.

In generale si ritiene preferibile parlare di utenze al plurale perché le persone che frequentano le istituzioni in questione sono molto diverse fra loro; risulta opportuno considerare tutti i portatori di interesse, anche coloro i quali non hanno un rapporto diretto con la biblioteca, nonché essere convincenti con i responsabili delle strutture, nell’ambito della pubblica amministrazione (ma in questi anni di vacche magre è importante pure l’interesse di potenziali finanziatori alternativi).

I partecipanti all’incontro on line sono stati una quindicina esclusi l’intervistato e le organizzatrici, il tema trattato avrebbe meritato un pubblico più numeroso; c’erano però alcune persone presenti nel luogo dove si svolgeva l’iniziativa. È intervenuta anche Viviana Vitari, altra componente del CER di AIB Lombardia. Incontro agevole da seguire, esposizione chiara, contenuto abbastanza interessante sebbene chi scrive avrebbe preferito un approccio più tecnico e meno teorico; spiace infine che non siano state date indicazioni complete sul libro a cui è ispirata l’intervista.

Link utili

https://www.convegnostelline.com/incontri-e-workshop-online

https://www.cira.it/it

https://www.cira.it/it/digital-library

https://poliflash.polito.it/ricerca_e_innovazione/ritornare_in_biblioteca_grazie_alla_realta_virtuale_al_via_il_progetto_reading_machine

Ferruccio Diozzi. L’innovazione in biblioteca. Milano: Editrice Bibliografica, 2022 https://www.editricebibliografica.it/scheda-libro/ferruccio-diozzi/linnovazione-in-biblioteca-9788893574723-580262.html

AIB Lombardia alle Stelline https://aibnotizie.aib.it/aib-lombardia-alle-stelline/

 Cristina Buscaglia
cristinabuscaglia@hotmail.com